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Aires Tango

Aires Tango

Nell'occasione verrà presentato “10/15” il nuovo album prodotto dalla Parco della Musica Records- Giovedì Rachelle Ferrell

Un grande ritorno a Luglio Suona Bene 2009: gli Aires Tango, uno dei gruppi più originali degli ultimi anni che unisce jazz e tango. Dopo un lungo periodo di assenza dalle scene gli Aires Tango presenteranno il nuovo album prodotto dalla Parco della Musica Records “10/15” per celebrare quindici anni di attività e dieci dischi pubblicati. Un grande evento per festeggiare una delle formazioni più originali e innovative degli ultimi anni.
Il gruppo nasce nel 1994 da un idea del sassofonista e compositore argentino Javier Girotto, che ispirandosi alle proprie radici musicali e fondendole con le modalità espressive tipiche del Jazz crea un terreno musicale nuovo. Facendo esplicito riferimento alla musica del grande Astor Piazzolla, Javier Girotto con Aires Tango arriva ad un repertorio di musica originale in progressiva evoluzione, sia per la natura improvvisativa che per il continuo ricambio del materiale musicale.

Ma qui di seguito leggiamo come i componenti del gruppo stanno vivendo questo importante appuntamento

Ci voleva un nuovo lavoro discografico per testimoniare ancora una volta i traguardi che la vita ci pone di fronte… Il nostro quartetto attivo e vitale ha voluto incidere il decimo disco proprio nel quindicesimo anno dalla sua nascita. Non volevamo attraversare questo traguardo in sordina ma condividerlo con voi ascoltatori e amici che per tutto questo tempo ci avete sostenuto e apprezzato.Sento il desiderio di dire che con i ragazzi, Alex, Michele e Marco, ogni volta che suoniamo, si spirigiona una energia musicale tale (caratterizzata dall'unicità delle nostre esperienze personali e dal rispetto artistico reciproco) da divertirmi ancora e invogliarmi in altre esperienze e nuovi progetti. Buon ascolto. Javier girotto
Quando abbiamo cominciato a suonare insieme si è venuta a creare subito una magia particolare. Una magia di musica e di persone che poi è cresciuta insieme a noi e che ha fatto in modo che Aires Tango diventasse un'unità a sè stante, quasi indipendente da noi stessi… 15 anni di vita e 10 cd pubblicati. E poi, più di 500 concerti, 3 volte il giro della Terra in km percorsi, centinaia di letti d'albergo, migliaia di panini di autogrill ma anche migliaia di litri di ottimo vino e di memorabili cene prima dei concerti, il piacere dello stare insieme e le inevitabili tensioni, un numero spaventoso di note suonate insieme, di risate, di gag, di larsen sui monitor, di sms con ogni tipo di scherzi e di oscenità. Per tutto questo,

grazie Javier, Alex e Michele. Grazie di cuore. E un grazie speciale va a tutti coloro che continuano ad ascoltare e amare Aires Tango, rendendo ancora oggi possibile la paradossale domanda che a volte noi stessi ci facciamo: “Si, ma per lavoro, cosa fai?” Marco Siniscalco
Nell'attesa dei festeggiameti per il XX anno di attività……… 10X15=150! Queste sono le volte che vorrei ringraziare i miei compagni con cui ho avuto la fortuna di condividere tanti importanti momenti, artistici e umani. Amici che mi hanno dato la possibilità di crescere al loro fianco, facendomi sentire parte di un progetto, come una famiglia. Quando penso al gruppo i miei ricordi finiscono lungo le strade che abbiamo percorso, alle risate fatte insieme e ai momenti di crisi. Momenti, quest'ultimi, dove un semplice sguardo o un cenno, come accade alle persone innamorate, riportava tra noi fiducia e serenità. E innamorati lo siamo tutti della musica che in questi lunghi anni abbiamo cercato di far arrivare al cuore della gente. Per cui, grazie davvero a Javier, Marco e Alessandro per la vostra amicizia e a tutti coloro che da sempre ci seguono con affetto.
Di Aires Tango mi preme dire soprattutto tre cose. La prima è che si tratta dell'esperienza più importante della mia vita musicale. La seconda è che se me l'avessero detto all'inizio, quel pomeriggio del giugno del 94 in cui ci siamo visti per la prima volta, non ci avrei mai e poi mai creduto, perchè di grandi progetti non c'era nemmeno l'ombra (oggi sospetto che Javier fosse l'unico ad avere qualche idea un po' più precisa sul futuro… ma non ce lo diceva. Scaramanzia?). Semplicemente ci incontravamo per suonare, periodicamente, senza nemmeno aver programmato un concerto. Infatti la prima serata giunse solo dopo molti mesi. Confesso che a me andava già bene così, anche perchè era davvero un bel suonare. Nei primi tempi tentavamo di rifarci al mondo espressivo del tango (al punto che ci sentimmo in dovere di infilare la parola “tango” anche nel nome del gruppo)(*). Ma ad essere davvero onesti, dell'aspetto strettamente stilistico ce ne importava poco all'inizio e niente del tutto già dopo qualche anno. Da sempre, ci interessa esprimerci attraverso la musica nel modo più sincero possibile, e questo è quanto. La terza cosa è che sono ancora stupito e felice che siamo ancora gli stessi del primissimo giorno. Non solo, ma ci siamo addirittura presi il lusso di diventare amici. Certo, a turno tutti noi abbiamo avuto fasi in cui non sopportavamo qualcuno degli altri o perfino tutti. Ma oggi siamo qui, ancora gli stessi a distanza di anni… qualcuno si è sposato, qualcuno ha figli, tutti siamo un po' cambiati,in qualcosa migliorati, in qualcosa no (per dirne una, io sono ancora molto ritardatario, e colgo quest' occasione per scusarmene con gli altri tre, con la sciagurata speranza di vedere assolti anche i – probabili, ahimè – ritardi a venire), comunque siamo ancora gli stessi quattro. E sono convinto, infine, che essere rimasti uniti ci abbia reso migliori, come musicisti e come persone. Ed abbia reso migliore la nostra musica. Grazie di cuore a Javier, Marco e Michele. Alessandro Gwis

(*) a onor del vero il nome”Aires Tango” fu ideato dalla formidabile Maggie, la compagna di Javier

Il giorno dopo, 16 luglio, sarà di scena Rachelle Ferrell. Luglio Suona Bene è una delle tre tappe italiane del tour di uno dei migliori talenti del pop e del jazz contemporaneo, Rachelle Ferrell. La cantante e autrice infatti ha lasciato il segno non solo come vocalist jazz ma come un'artista polivalente, in grado di padroneggiare al meglio molteplici stili musicali, dall'urban al pop, dal gospel alla ed infine al jazz. Incomincia a cantare a 6 anni e dopo gli studi classici di violino decide di cominciare a testare le sue capacità di autrice oltre che di strumentista: sono gli stessi anni nei quali il padre decide di comprarle un piano, convinto dalla voglia della figlia di suonare a livelli professionistici. In neanche sei mesi viene ingaggiata per il suo primo concerto piano – voce. Quindi già a 13 anni si esibisce come violinista, pianista e cantante; successivamente frequenta il Berklee College of Music a Boston studiando arrangiamento e composizione, dove conosce Jeff Watts, Donald Harrison e Kevin Eubanks.
Per un breve periodo insegna musica con Dizzy Gillespie per la New Jersey State Council of the Arts. Negli anni '80 e '90 ha collaborato con i maggiori nomi del jazz, tra cui, appunto Dizzy Gillespie, Quincy Jones, George Benson e George Duke.
Il suo debutto “First Instrument” del 1990 è stato pubblicato solo in Giappone, con un cast stellare di strumentisti tra cui Tyrone Brown, Eddie Green, e Duog Nally. Le sue ‘You send me', What is This Thing Called Love' e ‘My Funny Valentine' hanno catturato il cuore e l'anima degli amanti del jazz giapponesi. Nel 1995, dopo il suo album pop/urban uscito con la Capitol Records nel 1992, la Blue Note/Capitol ha pubblicato il suo debutto giapponese per il mercato americano facendo conoscere il suo talento al pubblico internazionale. Un caso decisamente affascinante: un'artista con un contratto con due etichette, la Capitol Records per i suoi lavori pop/urban e la Blue Note Records per il suo repertorio jazz. “Alcuni cantano le canzoni come se stessero vestendo abiti, le mettono e le tolgono” spiega nelle note biografiche contenute nel primo album “First Instrument”. “Ma se fai 4 concerti a notte, sei giorni alla settimana, quest'esperienza ti da la possibilità di presentare le canzoni proprio da dentro, rivelandone l'essenza. In questo modo un cantante esprime le canzoni proprio con lo spirito con il quale sono state scritte: l'autore traduce le emozioni in parole, il lavoro del cantante, invece, è quello di rimandare dalle parole di nuovo alle emozioni”. Dal 1990 a oggi la Ferrell ha pubblicato otto album, l'ultimo del 2002 “Live at Montreux ‘91 – ‘97 testimonia le sue esibizioni live al festival di Montreux.

Da seguire con interesse anche le successive serate. Così il 17 sarà la volta di Stefano Bollani con il suo progetto “Bollani Carioca” seguito a ruota sabato 18 da Mogway uno dei gruppi di punta del mondo rock con il progetto “M.I.T. – Meet in Town” mentre domenica sarà la volta del grande vocalist James Taylor con la sua band.

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