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Da una idea di Adriano Mazzoletti e Roberto Podio

Da mercoledì 27 gennaio ogni settimana il jazz è entrato per la prima volta in una storica sala da ballo romana.
La Zanussi è la più antica e bella Sala da Ballo di Roma ed è stata inaugurata nell'immediato dopoguerra da Emilio Zanussi trombettista e leader di una grande orchestra il cui repertorio si rifaceva a quello delle orchestre swing degli anni Trenta e Quaranta. Da mercoledì 27 gennaio,dunque,da un'dea di Adriano Mazzoletti e Roberto Podio, alla Zanussi, sono tornate a riecheggiare le note che hanno accompagnato almeno tre generazioni di appassionati di jazz che ritroveranno in una grande orchestra e in una grande sala da ballo le musiche indimenticabili e mai dimenticate di Glenn Miller, Tommy Dorsey, Benny Goodman, Artie Shaw, Charlie Barnet, Harry James.

Il grande jazz che animava i concerti, ma anche e soprattutto le sale da ballo d'America e d'Europa, tornerà dunque a rivivere per la gioia degli appassionati e per quella dei ballerini. Il jazz, non va dimenticato, per la maggior parte della sua esistenza è vissuto nelle sale da ballo.
Il jazz alla Zanussi non sarà solo quello suonato (per il ballo, ma anche per chi vuole solo ascoltare) dalla grande orchestra (diciotto elementi e una cantante),la “Ials Jazz Big Band” diretta da Gianni Oddi, uno dei migliori sassofonisti italiani, ma come in tutte le sale da ballo si potrà assistere ad un “Floor Show”. Lo spettacolo che veniva presentato nei momenti di pausa dell'orchestra. Il “Floor Show” nella prima settimana è stato dedicato ad alcuni ballerini di colore. Il complesso che li ha accompagnati era formato, secondo la tradizione delle grandi orchestre americane, dai migliori solisti dell'orchestra. I ballerini si sono esibiti in quelli che erano i balli in voga negli anni Venti e Trenta, fra cui la “step dance” cioè il “Tip Tap” secondo la tradizione dei grandi ballerini neri americani, Bill “Bojangles” Robinson, i Nicholas Brohers, Gregory Hines. Il jazz torna dunque in quello che fu il suo ambiente naturale dove nacquero e suonarono i grandi del jazz che potevano esprimersi liberi, influenzati anche dalla presenza del pubblico che ballava al della loro musica.

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