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Jean-Luc Ponty - Franco D Andrea (foto di Philippe Marchin)

Jean-Luc Ponty - Franco D Andrea (foto di Philippe Marchin)

I risultati del “Top Jazz 2010”

Eccoci al primo numero dell'anno con il consueto appuntamento rappresentato dal “Top Jazz”, il referendum indetto da “Musica Jazz”, referendum discutibile quanto si vuole per i parametri scelti ma che tuttavia ha l'indubbio merito di fornire un quadro della situazione abbastanza attendibile… almeno di come noi operatori dell'informazione vediamo la situazione. Che poi questa visione si sposi appieno con la realtà dei fatti è tutt'altro discorso, anche se le ultime votazioni, a mio avviso, presentano importanti e “veritieri” elementi di novità soprattutto per quanto concerne le posizioni di rincalzo, vale a dire immediatamente alle spalle dei vincitori.

Ma andiamo ai risultati. Il riconoscimento come miglior disco dell'anno è andato a “X (Suite For Malcom)” del Tinissima Quartet di Francesco Bearzatti (Parco della musica records) vittoria largamente annunciata data l'ottima impressione suscitata dall'album alla sua comparsa. Abbastanza prevedibile anche il secondo posto di Danilo Rea con il suo splendido tributo a Fabrizio De André mentre una piacevole sorpresa è rappresentata dal terzo posto di “Angel & Ghosts” di Paolo Botti.

Come musicista dell'anno (premio Pino Candini) è stato votato il pianista show-man Stefano Bollani con ciò avvalorando una sorta di tendenza in atto nel nostro Paese oramai da molto tempo; terzo l'ottimo Paolo Fresu mentre fa piacere vedere al secondo posto Franco D'Andrea che a parere di chi scrive meriterebbe ben altra considerazione. E forse anche a lui ben si adatta il vecchio adagio “nemo profeta in patria” dal momento che Franco è stato di recente premiato come Musicien Européen de l'année 2010 da parte della Académie du Jazz de France. François Lacharme, attuale presidente del'Académie du  jazz de France, ha motivato l'attribuzione del prestigioso riconoscimento, consegnato a D'Andrea dalle mani di Jean-Luc Ponty, il 12 gennaio al Théâtre du Châtelet, con le seguenti parole: « Ho scoperto Franco D'Andrea a Siena, alla fine degli anni Ottanta,  e, celata sotto la discrezione del D'Andrea uomo, l'ancora maggiore discrezione con la quale l'artista andava nobilitando la musica per pianoforte moderna. Franco D'Andrea è per me il perfetto esempio del ricercatore che trova: che si tratti del suo modo unico di sublimare una melodia, aggiungendovi elaborazioni scintillanti, senza mai abbandonarne la linea originaria, o la sua capacità di “orchestrare” con naturalezza la parte pianistica riuscendo, senza ricorrere a effetti speciali, ad aprire lo spettro dei timbri insito nella partitura pianistica. Infine, una particolarità – che potremmo finalmente definire “dandreismo” – che consiste nella capacità di saper entrare nel regno dell'astrazione senza rinunciare al lirismo, difficilmente ascrivibile soltanto alle sue origini italiane. L'Académie du Jazz ha deciso che era tempo d'onorare un artista che non si è mai seduto sugli allori, che pure gli sono stati attribuiti, nella leggenda del jazz; ha quindi voluto celebrare, in quest'inizio d'anno, un grande creatore di jazz europeo.» C'è qualcuno, tra quanti mi leggono, che non sottoscriverebbe tali parole? Francamente credo di no.

Ma torniamo al referendum di Musica Jazz; conseguentemente ai risultati circa il miglio album, il Tinissima Quartet si è aggiudicato il primo posto anche nella sezione “formazione dell'anno” ma proprio qui troviamo la prima vera bella sorpresa dell'anno, vale a dire la concreta presa in considerazione di uno dei gruppi più interessanti dell'intero continente europeo, “Enten Eller”, classificato terzo dopo l'”Unknown Rebel Band”.

Sorpresa anche nella sezione “nuovo talento” vinta dalla contrabbassista Silvia Bolognesi che ha preceduto i più noti Alessandro Lanzoni e soprattutto classificato terzo ex aequo con Piero Bittolo Bon.

Vittoria annunciata anche quella di Paolo Damani che nella sezione “compositore e arrangiatore dell'anno” ha preceduto Riccardo Brazzale e Claudio Cojaniz; qualcosa di più meritava forse l'ottimo Dino Betti van der Noot.

Piacevoli novità anche nella sezione ottoni: scalzati i senatori Fresu e Rava, i favori dei votanti sono andati a Fabrizio Bosso ; il funambolico trombettista ha preceduto  Giovanni Falzone e Luca Aquino classificati ex aequo; ed in questo “reparto” c'era davvero l'imbarazzo della scelta dal momento che la scena italiana è frequentata da un rilevante numero di trombettisti e trombonisti di assoluto livello internazionale come, tanto per fare qualche altro nome per altro apparso nella classifica di Musica Jazz, Gianluca Petrella e Mauro Ottolini. Identico discorso si può fare per la sezione ance: quest'anno ha vinto con pieno merito Rosario Giuliani ma alle sue spalle ci sono musicisti straordinari come il già citato Bearzatti, Daniele D'Agaro, Achille Succi, Francesco Cafiso, Gabriele Mirabassi… senza dimenticare i già universalmente affermati Gianluigi Trovesi e Maurizio Giammarco.

Nella sezione “tastiere” la vittoria è andata a Danilo Rea che, finalmente ben conscio delle proprie possibilità, continua ad incantare le platee internazionali con la sua musica così felicemente meticciata; al secondo posto Stefano Bollani, al terzo ex aequo Franco D'Andrea ed Enrico Pieranunzi,,  come a dire una sorta di gotha del pianismo europeo… e non solo.

Personalmente ho molto apprezzato i risultati relativi alla “chitarra”; abbastanza scontata la vittoria di Roberto Cecchetto, straordinario musicista che meriterebbe ancora maggiori riconoscimenti, finalmente è arrivato un apprezzamento per Lanfranco Malaguti giunto secondo precedendo Bebo Ferra: Lanfranco è uno di quei musicisti che non conosce l'arte del “sapersi vendere” purtroppo divenuta fondamentale anche nel mondo del jazz; egli lavora in silenzio, incidendo dischi di ottima fattura, suonando in giro relativamente poco e così i risultati tardano a venire motivo per cui questo secondo posto nel “Top Jazz” è da salutare con grande soddisfazione da parte di tutti gli amanti del jazz.

Altra sorpresa tra i bassisti: ha vinto Danilo Gallo precedendo Paolino Dalla Porta e Giovanni Maier, mentre tra i batteristi la sorpresa è venuta dal secondo posto di alle spalle di Roberto Gatto e prima di Michele Rabbia; in questa sezione da salutare con particolare favore il quinto posto ottenuto dall'ottimo Massimo Barbiero (in ex aequo con Cristiano Calcagnile) e a proposito di Massimo si potrebbe fare lo steso identico discorso di Lanfranco Malaguti, nella speranza che le cose cambino.

Infine nella mai abbastanza vituperata “miscellanea, voce” bella affermazione dell'ottimo violinista Stefano Pstor a precedere Maria Pia De Vito e Cristina Zavalloni. Se poi qualcuno ci spiegasse perché mettere assieme violini e voce saremmo più contenti!

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