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Francesco Bearzatti - X (Suite for Malcom)

Francesco Bearzatti - (Suite for Malcom)

Il concerto del 30 gennaio all'Auditorium Parco della Musica di Roma

Questo è davvero un periodo d'oro per Francesco Bearzatti; nel giro di pochi mesi ha fatto incetta di premi: il suo ultimo album “X (Suite for Malcom)” ha vinto il referendum indetto dalla rivista “Musica Jazz” come miglior disco dell'anno, il “Francesco Bearzatti Tinissima Quartet” è stato votato migliore formazione dell'anno, il bassista del gruppo Danilo Gallo si è classificato primo nella relativa sezione… e non basta ché altri riconoscimenti sono venuti dal referendum indetto dalla Rivista JazzIt secondo cui Bearzatti è il miglior sax tenore d'Italia, l'album “X” è il migliore album dell'anno non solo per la musica ma anche per la grafica.

Per festeggiare questa messe di consensi, la Fondazione Musica per Roma, la cui etichetta Parco della Musica Records ha prodotto il disco di Bearzatti, ha organizzato per domenica 30 gennaio una serata a prezzi assolutamente popolari (2 euro) in cui oltre al sassofonista abbiamo ascoltato, in apertura, Don Pasta che ha intrattenuto il pubblico per circa un'oretta con un elegante spettacolo di immagini testi e musica dedicato ai momenti salienti della storia del jazz.

E, a proposito di dediche, prima di raccontarvi dell'ottimo concerto di Bearzatti, vorrei soffermarmi su un concetto cui tengo molto. In questo stesso sito mi sono espresso più volte contro la moda dilagante del “PROGETTO”. Mi spiego meglio. Quando si organizza un festival, una rassegna, occorre una certa progettualità, occorre cioè individuare un filo rosso che in qualche modo leghi le varie performances ad evitare che il festival stesso si riduca ad una mera presentazione di artisti più o meno famosi, più o meno bravi a seconda di quel che il mercato offre in quel momento; ed è chiaro che un cartellone del genere non necessita di particolari competenze o creatività: basta una minima conoscenza del mondo jazzistico e un portafoglio ben nutrito. E si badi bene che ancora oggi, anche nel nostro Paese, festival che pure passano per la maggiore adottano questa linea di comportamento. Stesso discorso quando si organizza uno spettacolo dal vivo: allora va benissimo mescolare varie espressioni artistiche come musica, immagini, danza, testi… e via discorrendo.

Ben diverso il discorso quando si produce un disco; in questo caso si  è in due, da una parte la musica dall'altro l'ascoltatore e il passaggio tra emittente e ricevente dovrebbe avvenire senza bisogno di ulteriori intermediazioni. Venendo a Bearzatti, sfido chiunque, ascoltando il disco senza conoscerne il titolo, ad indovinare che si tratta di un'opera dedicata a Malcom X; se l'avesse intitolata a John Coltrane, Billie Holiday o il Mahtma Gandi sarebbe stata esattamente la stessa cosa. Ciò perché è inutile voler affidare alla musica significati semantici… specie quando la musica, come nel caso in oggetto, è di per sé ottima e di null'altro abbisogna per essere apprezzata. Di qui un auspicio: gli ultimi due album di Bearzatti sono stati dedicati a figure emblematiche quali Tina Modotti e Malcom X; spero che il prossimo disco il musicista lo voglia dedicare sic et simpliciter al suo pubblico, ai suoi molteplici ascoltatori che lo seguono con affetto e attenzione. Quegli stessi affetto e attenzione che il pubblico romano gli ha riservato nella serata del 30 gennaio: in una Sala S.Cecilia quasi esaurita, il “Tinissima Quartet” ha riproposto la suite in un crescendo di entusiasmo che ha coinvolto tutti gli spettatori. In effetti la musica, intensa, vibrante, passando attraverso i vari momenti della lunga composizione, ha evidenziato ancora una volta sia l'eccellente capacità di scrittura del leader sia la valenza artistica di tutti i componenti il gruppo. Così il jazz di Bearzatti è parso ancora una volta assolutamente originale, fresco, caratterizzato da lunghe melodie e improvvise accelerazioni che solo un'eccellente penna riesce a disegnare. Dal canto suo tutto il quartetto ha risposto alla grande grazie a quell'interplay che si è costruito negli oltre sessanta svolti in tutto il mondo: bravissimo Bearzatti sia al sax sia al clarinetto, trascinante Falzone tromba e voce (anche se qualche volta sembra un tantino eccessivo), preciso e sicuro il drumming di Zeno De Rossi mentre Danilo Gallo ha dimostrato ancora una volta di non aver vinto per caso il “Top Jazz”. Eccellenti le immagini che hanno accompagnato il concerto realizzate da Francesco Chiaccio sulle musiche della suite e proiettate a cura di Antonio Vanni.

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