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Venanzio Venditti

Venanzio Venditti

Intervista al sassofonista Venanzio Venditti

Musicista di indubbie qualità, Venanzio Venditti inizia lo studio di sassofono e pianoforte da privatista presso il conservatorio “A. Casella” di L'Aquila. Dopo gli studi classici il suo interesse vira verso il jazz per cui inizia a frequentare i corsi della Scuola Popolare di Musica di Testaccio (Roma) e, al contempo, partecipa a numerosi seminari tenuti sia nella Capitale che altrove da musicisti di fama internazionale come George Garzone, Bob Berg, Rick Margitza, Jerry Bergonzi, Michael Brecker e David Liebman. Attualmente guida un proprio quartetto ma non è ancora riuscito ad ottenere i riconoscimenti che merita, caso purtroppo non isolato nel panorama jazzistico nazionale.

Ma come si è formato musicalmente Venditti? Quali musicisti lo hanno influenzato? E come vede la situazione del jazz italiano? .. su questi ed altri temi lo abbiamo lungamente intervistato.

Quando hai incominciato a suonare e hai avuto un Maestro che ti trasmettesse veramente l'amore per la musica e per il Jazz?
“ Ho incominciato a suonare, forse per caso, iniziando lo studio del sassofono e del pianoforte al Conservatorio, inoltre prendevo lezioni private. Nel tempo ho frequentato diversi seminari e lezioni private con grandissimi Maestri di fama Internazionale. Un Maestro che ti inizia? un Maestro che ti trasmette l'amore? penso di no, forse si inizia quando si è in grado di comprendere e discernere e di fare quella data cosa, perché è giusto farla. Sembra strano, ma in realtà la cosa più difficile è capire come studiare, come ascoltare, come imitare inizialmente, per poi dire le proprie cose. Non esiste un Maestro in grado di dare “tutto” esistono combinazioni “ tra le cose” sicuramente incontrare persone giuste è di grande aiuto. Comunque, non ho assolutamente un buon ricordo di quei tempi e di quelle situazioni, preferisco pensare a questo periodo e a quello che succederà in futuro e spero bene.

Chi piu' ti ha influenzato nel corso della tua formazione artistica?
“Sicuramente tanti, ma alcuni in particolar modo, direi: Lester Young, Charlie Parker, Jonh Coltrane Sonny Rollins, Dexter Gordon, Eddie “Lockjaw” Davis , Stan Getz, Joe Henderson, Benny Golson, Johnny Griffin, ma non si puo' non citare il Padre del sassofono Jazz, il grandissimo Coleman Hawkins. Comunque ripeto, le influenze si hanno quando si inizia a capire realmente cosa si vuole raggiungere e di conseguenza scegliere e ricercare tra i tanti Grandi Artisti… è un po' come dicevo prima!

Hai citato artisti storici e grandissimi , ma ci saranno anche musicisti Jazz attuali che ti piacciono? Ovviamente mi riferisco al Jazz moderno; puoi citare qualche nome?
“Musicisti di Jazz moderno? c'è ne sono molti eccellenti, uno per tutti Steve Grossman, ma sicuramente Michael Brecker , Bob Berg il grandissimo Jerry Bergonzi, Harry Allen , e tanti altri, che adesso non mi vengono in mente. Per me è sempre limitativo dire un nome, però è sicuro che qualsiasi Artista che conquista e raggiunge un linguaggio vero è sempre attuale e se vuoi è sempre “moderno” .Mi spiego meglio: Rollins, Coltrane ,Charlie Parker ed altri, hanno raggiunto livelli stilistici altissimi, di conseguenza hanno sforato il tempo, entrando nella “classicità,” stanno e sono nel giusto. Sono sia classici che moderni, il giusto ed il bello oggettivo, non subisce il tempo, cronologicamente parlando.

Cosa pensi del jazz italiano e delle strutture che ci sono in Italia?
“Il Jazz Italiano è in alcuni casi ”felice” quando si ha la fortuna di incontrare musicisti che predicano e fondano, nel loro modo di suonare, la conoscenza della tradizione . A me piace il musicista jazz che coniuga, conoscenza della tradizione, facendo sintesi con se stesso. Quel tipo di musicista ,secondo me è un musicista bravo. In altri casi è come dire: buttare il fumo agli occhi di chi non sa discernere . In Italia ci sono musicisti jazz ,che si compiacciono eccessivamente, ma senza aver conoscenza , ed ovvio parlo anche di nomi “famosi”. Il piccolo giochetto oligarchico ed “Italiotico”, frutto di una politica culturale inesistente e in parte nepotistica , può determinare l'ascesa di musicisti di scarsissimo valore, come spesso accade .Questo è una grave problema , perché si ha uno specchio della situazione totalmente forviato. Chi gestisce strutture pubbliche o private dovrebbe avere un minimo di discernimento in merito, per favorire la qualità musicale anziché le qualità di altra natura. La differenza abissale tra l'Italia, l'Europa e gli Stati Uniti D'America è davvero imbarazzante a tale proposito . A New York si può constatare, meravigliandosi, dei tantissimi spazi e delle tante strutture messe a disposizione di tutti . Oltre alle strutture è bello respirare un pò di meritocrazia che da noi è inesistente e questo è semplicemente sublime. Comunque speriamo che nel prossimo futuro ci sia anche in Italia un risveglio sociale e culturale degno di un Paese moderno”.

E la musica leggera?
“Bella domanda! La musica leggera se è fatta bene è ok, basta pensare che la maggior parte degli americani sono composizioni di musica leggera, sono “canzoni”. Grazie a grandissimi compositori, come George Gershwin ,Cole Porter, Rogers and Hart, Irving Berlin , Harnold Arlem e molti altri, i jazzisti hanno trovato la base su cui suonare, insomma il repertorio. Tante altre cose che vengono chiamate “musica leggera” ma non rispettano la composizione e non hanno le giuste architetture, armoniche e melodiche, in realtà sembrano e sono secondo me, cose senza senso. Non è una critica cinica e disfattista, ma è una constatazione. Purtroppo, le Case discografiche egoisticamente , sponsorizzano pseudo artisti che rispecchiano in pieno il livello culturale e il cattivo gusto di chi alimenta incoscientemente il mercato. In Italia ci sono stati e ci sono dei grandissimi compositori, mi vengono in mente Nino Rota, Armando Trovatoli ed altri che dovrebbero esser visti come esempi da seguire…”

Per concludere questa chiacchierata, cosa stai preparando e quali sono i tuoi progetti?
“Dopo l' ultimo disco, “Let's Move One” che ho registrato alla Casa del Jazz di Roma, prodotto dalla Philology, sto preparando un nuovo disco, per un'importante casa discografica. Spero e penso che uscira' per il prossimo autunno 2011”.

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