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Franco Caroni

Franco Caroni

Un riconoscimento per l'istituzione senese che si conferma la più importante biblioteca italiana specializzata nel jazz

La convenzione della durata di 3 anni,è stata sottoscritta con lo scopo di mettere in rete le competenze tecnico-scientifiche delle due istituzioni.

La e l'Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi (ex Discoteca di Stato) del Ministero per i beni e le attività culturali, hanno firmato una convenzione, allo scopo di realizzare insieme iniziative ed eventi per la valorizzazione e la promozione della cultura jazz in Italia.

L'accordo, della durata di tre anni, è stato sottoscritto con lo scopo di mettere in rete le competenze tecnico-scientifiche delle due istituzioni, per poi procedere alla creazione di progetti specifici di condivisione e fruizione, anche online, dei rispettivi patrimoni.  L'Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi, ha dimostrato particolare interesse nei confronti dell'Archivio di Storia Orale del Jazz italiano, un fondo custodito all'interno del Centro Nazionale Studi sul Jazz “A. Polillo” –  sezione ricerca dela Fondazione . L'archivio contiene già 110 interviste: la maggior parte audio, alcune video, fatte ai più grandi musicisti, giornalisti, organizzatori ed appassionati italiani di musica jazz ed è un progetto, avviato da Siena Jazz già nel corso degli anni '90. Si propone di raccogliere le memorie dei personaggi che hanno fatto la storia del jazz italiano dalla loro viva voce narrante, in una serie di interviste da conservare presso l'Archivio del Centro Studi Arrigo Polillo e da rendere poi disponibili a ricercatori, giornalisti, studiosi o semplici curiosi.

Tra i materiali dell'Archivio di Storia Orale del Jazz Italiano ci sono le interviste ad alcuni volti molto noti come Giorgio Gaslini, Enrico Rava, Lino Patruno, Ennio Morricone, Franco Cerri e Virgilio Savona del Quartetto Cetra e molti altri ancora. Ne emerge un ampio spaccato delle fasi attraversate dal movimento jazzistico italiano: dalla passione per lo swing e per la libertà emersa dopo il 1945 al movimento degli Hot Club, dal declino della popolarità del jazz a favore del rock'n'roll e del pop fino al richiamo intellettuale del cool e lo shock del free jazz. E poi il 1968 e l'esplosione dei festival, il “tradimento” di Miles e il jazz rock e  la nascita delle prime etichette indipendenti e delle scuole di jazz.

«Siamo molto lusingati dall'interesse che il direttore dell'Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi, il dott. Massimo Pistacchi ci ha manifestato – ha detto Franco Caroni, presidente del Siena Jazz – soprattutto perché si tratta di un riconoscimento importante che ci dà un ulteriore conferma del fatto che siamo considerati la più importante biblioteca italiana specializzata nel jazz».

Nell'immediato, la sfida da raccogliere alla luce del nuovo accordo, è quella di realizzare progetti comuni, per mettere in rete competenze e patrimoni, ma nel futuro potrebbero esserci anche attività concertistiche e mostre congiunte. A partire proprio da quella prestigiosa mostra fotografica donata da Roberto Polillo a Siena Jazz, che l'Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi sembra interessata ad esporre a Roma. Una mostra di circa 100 fotografie, realizzate da Roberto Polillo tra il 1964 ed il 1974, durante i concerti in Italia, delle più  grandi stelle del jazz internazionale.

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