Massimo Colombo, Felice Clemente – “Doppia traccia”

Massimo Colombo, Felice Clemente – “Doppia traccia”

Massimo Colombo, Felice Clemente – “Doppia traccia”

Alle volte si dovrebbe evitare di leggere le note che accompagnano i CD; così in questo caso uno legge – cito testualmente – “si tratta di materiale di ausilio allo studio della musica classica a indirizzo jazzistico che va interpretato con swing e con piccole parti da improvvisare per le quali è necessario avere una buona pratica nel jazz” e lascia perdere. E farebbe male ché in realtà, a parte lo scopo per cui è stato inciso, si tratta di un disco valido. Innanzitutto i due protagonisti sono eccellenti musicisti: Massimo Colombo è pianista dalla tecnica sopraffina, dal tocco elegante ed incisivo e dalla fervida inventiva mentre Felice Clemente al sax soprano dimostra di aver ben assimilato la lezione dei “grandi” sopranisti  del passato pur avendo sviluppato un linguaggio abbastanza personale.

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Il fascino poetico del suonare in solo

Massimo Barbiero (foto Daniela Crevena)

Massimo Barbiero (foto Daniela Crevena)

A maggio 2011 esce il nuovo cd di Massimo Barbiero, Keres, per l’ etichetta Splasch . Daniela Floris parla con l’ artista di Ivrea del suo secondo lavoro in solo (dopo Nausicaa) e del percorso emotivo che lo ha portato a realizzare una scelta cosi’ difficile eppure cosi’ affascinante.

– Cosa ti porta a realizzare un cd in solo? E’ un impulso che nasce improvviso o una necessità espressiva che cresce progressivamente?

Non saprei dirlo con precisione, credo un insieme delle due cose, la necessità di esprimere qualcosa che è in certo modo è “maturato” che deve liberarsi, cerco di sentire quando è il momento, quando mi sembra che ci sia della musica da suonare”.

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Giacomo Crott – “Prova a cambiare idea”

Giacomo Crott – “Prova a cambiare idea”

Giacomo Crott – “Prova a cambiare idea”

Prima di presentare questo album è necessaria una piccola premessa metodologica che forse si sarebbe dovuta fare prima: questa redazione, per il solo fatto di ricevere un disco, si sente in qualche modo obbligata a parlarne a meno che non si ritiene l’album assolutamente scadente. Certo, dato il numero di CD, è impossibile recensirli tutti tempestivamente per cui chiediamo scusa degli involontari ritardi sia ai musicisti sia alle case discografiche. Ciò detto veniamo all’album in oggetto che – va detto immediatamente – con il jazz ha poco da spartire. In realtà Giacomo Crott è un buon chitarrista e discreto cantante che arriva al suo disco d’esordio dopo una carriera iniziata nel 1995 e svoltasi tutta nell’ambito della musica pop seppure di una certa qualità.

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