La festa del lavoro per celebrare i 150 anni dell'Unità nazionale all'Auditorium di Roma

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Ambrogio Sparagna

Ambrogio Sparagna

Dopo il successo delle prime tre edizioni, Si Canta Maggio torna ad animare l'Auditorium Parco della Musica con 150 artisti provenienti da tutte le regioni per festeggiare con i canti del lavoro del Primo Maggio il Centocinquantenario dell'Unità nazionale. Una grande festa, un grande spettacolo, all'aperto e al chiuso, nell'Auditorium aperto al pubblico, dalla mattina alla sera.

A partire dalle ore 10.30, nell'area dei giardini pensili del Parco della Musica, a ingresso gratuito, gastronomia, mostre, liuteria artigianale, musica, balli e canti tipici della tradizione contadina e alle 13 pic-nic ecosostenibile sui giardini pensili con fave,salumi,vino e pecorino.

Alle 21 grande concerto in Sala Santa Cecilia con 150 musicisti e cantori, provenienti da varie regioni, per celebrare il Centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, con l'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium Parco della Musica, diretta da Ambrogio Sparagna, e il grande Coro popolare, diretto da Anna Rita Colaianni.

Tra gli ospiti: Peppe Servillo, Simone Cristicchi e Moni Ovadia.

Si Canta Maggio è un omaggio ai canti di lavoro, antica forma di cultura sociale e perenne testimonianza della riaffermazione del diritto al lavoro. Lo spettacolo evidenzia il legame di questa antica tradizione musicale con le  feste contadine, connesse al ciclo della primavera e con le forme espressive del canto sociale italiano. Un genere che ha segnato profondamente la storia culturale del nostro Paese diventando con i suoi straordinari esempi musicali l'ideale colonna sonora di tutte le storiche battaglie sociali per il diritto al lavoro.

La manifestazione è prodotta dalla Fondazione Musica per Roma con la direzione artistica di Ambrogio Sparagna.

PROGRAMMA

Mattina – ingresso libero

Ore 10.30 – 17.00 area pedonale esterna – giardini pensili

Edizione speciale del Farmer's Market di Campagna Amica

A partire dalla mattina, nei giardini pensili del Parco della Musica avrà inizio la mostra mercato di prodotti enogastronomici tipici “a chilometro zero” a cura della Coldiretti (Mercato di Campagna Amica). La mostra mercato proseguirà per tutto il pomeriggio.

Ore 13 – area pedonale esterna -giardini pensili

Picnic ecosostenibile sui giardini pensili

Perpetuando l'antica usanza romana delle uscite fuori porta in occasione del Primo maggio, sarà possibile fare merenda con fave, pecorino, pane, salumi, vino (con tovaglia e stoviglie ecologiche monouso).

Il cestino sarà preparato esclusivamente con prodotti della Campagna Romana da produttori certificati dal circuito Campagna Amica. La distribuzione dei cestini sarà accompagnata da una serie di interventi musicali di vari di musica popolare provenienti da varie regioni.

Pomeriggio – ingresso libero

Ore 19.30 STUDIO 3, h. 19.30

Incontro con MARIO INCUDINE

BEDDU GARIBBARDI

La ricerca musicale sull'eroe del Risorgimento in Sicilia (in occasione del 150° dell'Unità d'Italia). L'Italia, dalle Alpi alla Sicilia, esiste solo da 150 anni e, in occasione del suo anniversario, Mario Incudine la celebra con un lavoro di ricerca dedicata all'eroe simbolo del Risorgimento: Giuseppe Garibaldi.
E lo fa andando a pescare nel vasto repertorio dei cantastorie della sua Sicilia dove i testi raccontano le gesta, a volte positive ma anche negative, rimaste nella memoria degli isolani. E' un linguaggio semplice, diretto, schietto quello che si trova in queste antiche canzoni e Mario Incudine lo ha rivestito con musiche nello stile tradizionale delle varie province siciliane. Un'operazione riuscita che ci fa rivivere, in chiave moderna, l'epopea dei padri fondatori e soprattutto quello spirito artistico unico che contraddistingue la grande tradizione dei “cuntastorie” siciliani di cui Mario Incudine è degno erede.

Sera

Ore 21.00 – Sala Santa Cecila

Biglietti 15 euro (riduzioni del 25% con Parco della Musica card)

Si canta maggio

Uno spettacolo originale con 150 musicisti e cantori provenienti da varie regioni d'Italia con l'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium Parco della Musica diretta da Ambrogio Sparagna e il grande Coro popolare diretto da Anna Rita Colaianni. Tra gli ospiti: Simone Cristicchi, Peppe Servillo, Moni Ovadia.

Lo spettacolo costruito da Ambrogio Sparagna per i celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia  con l'Orchestra Popolare Italiana e la partecipazione di uno straordinario Coro popolare allievi del laboratorio di canto corale popolare di Anna Rita Colajanni, propone una serie di canti sociali di lavoro appartenenti a varie regioni italiane. Sono canti che attraversano la storia nazionale e che tradizionalmente venivano eseguiti sia per accompagnamento di attività lavorative che per raccontare la condizione del lavoro. Ambrogio Sparagna ha selezionato una serie di brani che attraversano la storia nazionale a partire dai primi anni dell'Ottocento con i movimenti insurrezionali legati alla costituzione dello Stato nazionale fino alla stagione della seconda  metà del Novecento delle lotte per l'assegnazione delle terre ai contadini.

Il repertorio risorgimentale è tratto sia dalle più importanti raccolte di canti popolari ottocentesche (fra cui quelle siciliane di Lionardo Vigo e Salvatore Salomone Marino e quelle romane di Gigi Zanazzo) che dai materiali sonori raccolti direttamente dalla voce degli ultimi interpreti di questo antico genere di canto sociale intorno agli anni sessanta e settanta.

Nello spettacolo trovano posto tanti dialetti, tante voci ed espressioni musicali popolari che hanno così intimamente caratterizzato la nostra storia nazionale. Dai primi esempi di canto sociale come Partire Partirò, brano dei coscritti napoleonici, alla celebre Or che innalzato è l' albero, uno dei primi esempi di canto giacobino (tanto caro a Mazzini) diffuso probabilmente durante i fatti della Repubblica di Genova e riportato nel 1885 nelle raccolte del D'Ancona. A contrasto con lo spirito giacobino spicca un esempio di canto che racconta le vicende del brigante Michele Pezza di Itri e dell'insorgenza contro i francesi.

Una parte consistente riguarda i canti diffusi intorno agli anni dei moti rivoluzionari come O Venezia e Noi siamo piemontesi.

Ancora poco conosciuti ma di grande interesse alcuni racconti popolari di patrioti risorgimentali di fede ebraica interpretati da Moni Ovadia.

Molti i canti che raccontano in tutti suoi risvolti l'epopea garibaldina: dapprima entusiastici, come le tipiche strofette siciliane di Che beddu Caribbalde, o il cunto che narra l'insurrezione popolare a Palermo, ma poi profondamente amari e tragici come la ballata siciliana del Lamento di un servo.

Una sezione dello spettacolo è legata al repertorio d'osteria composto da stornelli politici “a dispetto” e ai racconti popolari fantastici come quello del brigante abruzzese Gaetano che, per fuggire al carcere causato da un furto di polli, si ritrova a combattere una sua particolarissima battaglia a Civitella del Tronto, ultimo baluardo della resistenza borbonica.

Un'altra parte importante è composta da inni, fra cui spicca quello a Pio IX (insieme a Garibaldi il personaggio più presente nel repertorio risorgimentale) e canti epico-lirici di tradizione garibaldina. Fra questi di grande suggestione sono il racconto della morte di Ugo Bassi, il padre barnabita eroe della repubblica romana, e un canto che narra della madre in cerca del giovane figlio, Achille Cantoni, originario di Forlì, che salvò la vita a Garibaldi nella battaglia di Velletri del 1849.

Sono canti di grande suggestione poetica che testimoniano come il popolo, pur subendo la complessità della storia, prova con la forza della cantata a trovare un possibile sostegno all'incalzare tragico degli eventi, così come appare nella ballata riportata dallo Zanazzo che racconta le ultime ore della presa di Roma nel 1870.

Dopo una stagione intensa di celebrazioni a Garibaldi e all'Unità nazionale si diffondono soprattutto nel Meridione una serie di canti che manifestano un forte malumore popolare  per il nuovo Stato. Lo spettacolo ne propone una ballata dedicata al brigante Carmine Crocco Donatelli, originario di Rionero in Vulture e capo popolo della rivolta nei territori della Basilicata dopo il 1860.

L'amarezza popolare provata dopo la costituzione dello Stato nazionale genera verso la fine del XIX secolo un grande esodo delle classi popolari dall'Italia. Tanti i canti che testimoniano il fenomeno dell'emigrazione verso le Americhe. Fra questi lo spettacolo propone uno degli esempi di stornelli toscani più graffianti, conosciuto con il titolo Italia bella mostrati gentile, e due perle della tradizione del canto napoletano come Santa Lucia e Lacreme Napulitane, interpretate da Peppe Servillo.

Lo spettacolo si caratterizza anche per la presenza di alcuni canti legati alla condizione del lavoro di risaia Addio morettin ti lascio e Sciur padrun da li beli braghi bianchi. Sono presenti anche brani di questua tipici delle antiche feste toscane del Calendimaggio. La memoria di un Primo maggio drammatico di lotta è quella raccontata sia nel canto siciliano Portella della Ginestra che in alcune poesie di Rocco Scotellaro legate ai temi della lotta per l'acquisizione delle terre.

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