Parata di stelle a “Luglio suona bene”

Brad Mehldau e Joshua Redman

Brad Mehldau e Joshua Redman

Più di un miliardo e 300.000 dischi venduti, 86 Grammy Award e 7 Oscar vinti, innumerevoli MTV Music Award e Golden Globe, centinaia di dischi di platino e migliaia di dischi d’oro: è il “patrimonio” rappresentato dalle grandi star internazionali che daranno vita alla nona edizione di “Luglio suona bene”, organizzata nella Cavea dell’Auditorium dalla Fondazione Musica per Roma.

La manifestazione è stata presentata ufficialmente alla stampa questa mattina  alla presenza del Presidente e dell’Amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma, Aurelio Regina e Carlo Fuortes, dell’Assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale,  Dino Gasperini, e del Presidente Sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Bruno Cagli.

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Carlo Magni – “NOTTURNI”

Carlo Magni – “NOTTURNI”

Carlo Magni – “NOTTURNI”

Ci sono troppi musicisti bravi che dovrebbero emergere e che la maggior parte degli appassionati di bella musica e di bel jazz non hanno che poche possibilita’ di ascoltare.  Questo “Notturni” di Carlo Magni ne e’ la riprova.  Magni ha un curriculum di tutto rispetto, vanta collaborazioni internazionali di rilievo, ha sempre ricevuto ottimi riscontri di pubblico e di critica eppure dal vivo non lo si vede e sente suonare spesso.  Siamo dunque di nuovo alla logica del “suonano sempre gli stessi”: e in questo caso e’ davvero un peccato.  Cio’ detto, andiamo a parlare di “Notturni” che in parole semplici e’ un disco bello.  Magni ha ascoltato e amato molto jazz, forse anche molti pianisti in particolare, come ogni vero artista dovrebbe fare, e poi ha messo molto di se e ricreato un’ atmosfera personalissima, pur rimanendo legato a sonorita’ morbide, evocative, che pero’ suggeriscono, non replicano pedissequamente.

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Elisabetta Antonini: una cantante di oggi e il bel jazz di ieri

Elisabetta Antonini

Elisabetta Antonini

E’ piacevole di tanto in tanto farsi accarezzare dal jazz classico, quello degli standards, arrangiati alla maniera calda dei jazz club degli anni 50 e 60.  La voce di Elisabetta Antonini c’e’, e’ morbida e persino voluttuosa, e ha quel pizzico di ironia che non guasta e che permette di non scivolare nella replica “tout court”, che non e’ mai auspicabile.

Cosi’, per un’ ora abbondante di concerto, l’ Alexanderplatz si e’ immerso in un’ atmosfera particolare, quella delle canzoni piu’ famose (A foggy Day, I fall in love too easily, In a mellow time, What a difference a day make tanto per citarne alcune), degli arrangiamenti morbidi ed affascinanti, swinganti ma mai trasgressivi, che e’ poi cio’ che la Antonini si e’ riproposta di fare nel suo nuovo cd, “Women next door”, andando a ripescare proprio quel tipo di arrangiamento e di sonorita’.

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