Si conclude il ciclo condotto dal pianista

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Stefano Bollani

Stefano Bollani

Avevamo appena scritto che il programma “Sostiene Bollani” stava prendendo la giusta piega, con un più equilibrato rapporto tra musica e parole e un Bollani superlativo come sempre al pianoforte, e garbato e misurato come intrattenitore. Attendevamo, quindi, con ansia l’ultima puntata andata in onda domenica 23 ottobre… ma purtroppo il risultato non è stato pari alle attese ché, ancora una volta, il lato goliardico è prevalso sul resto. Ed è stato un vero peccato. La serata inizia benissimo con Bollani a sottolineare la voce di Marco Baliani che interpreta, meravigliosamente, un lungo monologo sulla scorta de “Il pifferaio magico”. A seguire un altro bell’episodio con Bollani e il “Danish Trio” – Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria – impegnati in una convincente performance.

A questo punto entrano in scena prima Caterina Guzzanti e poi Neri Marcorè che intona, in modo non proprio esemplare, “Nessun dorma” dalla Turandot di Puccini… Ma l’atmosfera è oramai cambiata: la Guzzanti e Marcoré recitano la parodia di un celebre dialogo tratto dal film “Via col vento”, parodia dettata dal ritmo che Bollani suggerisce con il suo pianoforte. Esito: discreto… personalmente non ci divertiamo molto.

Un inserto filmato con Jerry Lewis del 1961 e ritorno in studio con un apprezzabile duo, Stefano Bollani e il norvegese Stian Carstensen, che propone il celebre “Lascia ch’io pianga” di Haendel. E in questa occasione Bollani, a nostro avviso, raggiunge uno dei vertici più alti toccati durante tutto il ciclo: grazie alla sua indubbia preparazione anche teorica, Stefano riesce a tracciare in pochi minuti, con esemplare competenza e sintesi, una breve storia dell’opera lirica che culmina nell’interpretazione, anche canora, della bellissima aria finale di “Dido and Eneas” di Henry Purcell rappresentata per la prima volta nel 1688, “When I am laid”. Atmosfera splendidamente raccolta che vorrebbe avere un seguito con “Signorinella pallida” interpretata da David Riondino e lo stesso Bollani. Segue il solito siparietto dedicato ai versi: questa volta, sulla graticola, un pezzo dei Nirvana, “Smells like teen spirit” “Odora di spirito adolescente” letto con la giusta ironia dalla Guzzanti.

Altri due episodi musicali: Bollani ripropone un cavallo di battaglia di Enzo Jannacci, “Faceva il palo”, e poi assieme al fisarmonicista Stian Carstensen un celebre choro brasiliano.

E siamo così giunti all’ultima parte della serata… e qui purtroppo cade il classico asino. Stefano ancora una volta si dimostra ottimo raccontatore delineando con poche pennellate l’importanza del musical nella realtà odierna, ma alla bontà delle parole non fa seguito la bontà della musica… “si tenta – spiega Bollani in studio – un esperimento, una mistura tra opera e musical quindi tematiche forti”: intervengono tutti, David Riondino (autore dei testi), Neri Marcoré, Caterina Guzzanti, Stian Carstensen e inizia così l’insulsa storia di un matrimonio contrastato che dura la bellezza di circa otto minuti.

Una sola domanda: caro Stefano, ma perché non vuoi convincerti che divertimento non corrisponde necessariamente a sbracamento?

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