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- Stefano Battaglia – “The river of Anyder” – ECM 2151
- Chick Corea/Stefano Bollani – “Orvieto” – ECM 2222
- Franco Ferguson & John Tchicai – “Live at Moro Jazz Festival”
- Yuri Goloubev – “Titanic for a bike” – Caligola 2145
- Riccardo Luppi – “Mure mure” – enr 004
- Silvia Manco – “Suddenly it's Christmas time” – mordente records
- Stefano Pastor, Ari Poutiainen – “North South Dial” – Slam 530
- Francesco Scaramuzzino – “Changes of direction” – Picanto 024
- Nobu Stowe – “ Confusion bleue” – Soul Note 121407
- Antonio Torrini – “Avicenne” – Splasc (H) CDH1523.2
Stefano Battaglia – “The river of Anyder” – ECM 2151
Oramai da tempo Stefano Battaglia ha intrapreso la coraggiosa via di un pianismo oggettivamente difficile, sempre sulle soglie di uno sperimentalismo mai fine a sé stesso in quanto tale modo di suonare, di esprimersi corrisponde appieno alle sue esigenze espressive. In tal senso ha trovato una dimensione ideale nell'ambito della ECM dal momento che la casa tedesca, ben conscia del suo valore, lo lascia libero di seguire l'ispirazione. Ed ecco, dunque, un altro album targato ECM in cui Stefano si presenta alla testa di un trio completato da Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria. La molla che ha spinto il pianista va ricercata, questa volta, nel passato vale a dire in quel trattato di Thomas More (ovvero santo Tommaso Moro 1478-1535) “Libellus vere aureus nec minus salutaris quam festivus de optimo reipublicae statu deque nova Insula Utopia”; in questo lavoro More fa riferimento ad una immaginaria isola –Utopia- per l'appunto dove tutti vivono in armonia secondo le norme vigenti e dove scorre un fiume dalle acque limpidissime, Anyder. Rivolgendosi non solo a questo mondo utopico ma anche a Bacon, a Jalāl al-Dīn Rūmī, poeta e mistico persiano, a Santa Ildegarda di Bingen, allo sciamano Sioux Alce Nero, Battaglia afferma esplicitamente di essersi sforzato di scrivere canzoni e danze senza essere influenzato dall'evoluzione dei linguaggi musicali contemporanei, “cercando di dare forma a pezzi che avrebbero potuto essere suonati su strumenti arcaici un migliaio di anni fa”. Ed in effetti la musica del trio sembra essere completamente scollegata dai ritmi di oggi, dalla frenesia che ci sovrasta, dalle nevrosi incombenti. Siamo in una dimensione altra, senza tempo, in cui il pianismo di Battaglia si caratterizza, questa volta, per una maggiore, dolcissima cantabilità. Dal canto loro contrabbasso e batteria reagiscono magnificamente agli input del leader fornendo un flusso continuo e contribuendo,così, in maniera determinante a quei cambi di ritmo che rappresentano un'altra bella peculiarità dell'album.
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