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- Blue Notes, “Before the Wind Changes” (Ogun records; OGCD 037)
- Dario Cecchini – Jazzasonic – “My Favourite Records” – 8034135080165
- Egg Project – “Urla” – Siena Jazz SJR 2010/1
- Govinda + Ananda Gari – “Incipit” – Jazz Engine 8016
- Fabio Giachino – Introducing myself – musicamdojazz PIMU 02
- Javier Girotto, Luciano Biondini – “Iguazù” – Note Sonanti 14-3-2011
- Perugia Jazz Orchestra – “Love, Gloom, Cash, Love” – LHOBOMUSIC 010
- Norberto Tamburrino – “Lovely tunes” – Art Notes Records
Blue Notes, “Before the Wind Changes” (Ogun records; OGCD 037)
di Luigi Onori – Dei leggendari Blue Notes – gruppo leader del jazz sudafricano in patria e soprattutto in esilio, dal 1964 – continuano ad essere pubblicati album live che documentano un’infaticabile creatività. Nel 2011 è uscito, sempre per la Ogun di Hazel Miller, “Spiritual Knowledge and Grace”, registrato il 22 giugno 1979 ad Eindhoven (Paesi Bassi) nel Jazzclub De Markt: qui Dudu Pukwana, Johnny Dyani e Louis Moholo suonarono con Reverend Frank Wright dato che Chris McGregor (il quarto Blue Notes; il quinto, il trombettista Mongezi Feza, era già scomparso) non riuscì a raggiungerli. Pochi giorni dopo – il 1° luglio – il quartetto al completo è a Waregem (Belgio) al Jazzclub De Hoop e l’intera performance costituisce “Before the Wind Changes”. Per oltre settanta minuti il sax alto di Pukwana, il piano di McGregor, il contrabbasso di Dyani e la batteria di Moholo (insieme alle loro voci) scuotono l’atmosfera del locale in un vibrante fluire; al suo interno sono riconoscibili brani del folclore sudafricano arrangiati (“Lonta Uyagula”) e pezzi originali (da “Ithi Gui” a “Lakutdhona Ilanga” di Mackey Davashe) fusi in una ribollente sequenza. A distanza di quindici anni dall’autoesilio i jazzmen sudafricani non hanno perso né la carica comunicativa, né lo spirito di ribellione, né l’enorme energia sonora e vitale che rende la loro musica straordinariamente toccante ancora oggi. Pukwana è un altista senza rivali, Moholo è un “fiume in piena” poliritmico mentre Dyani e McGregor (penalizzato da un cattivo piano, poco udibile nella registrazione) cuciono e connettono un jazz palpitante che lasciò un segno indelebile sulla scena sonora britannica ed europea.
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