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Erroll Garner – “The man I love”

Erroll Garner – “The man I love”

Erroll Garner – “The man I love” – chant du monde 3 374 2167.60
Se amate Erroll Garner allora non dovete lasciarvi sfuggire questo cofanetto, per altro a prezzo modico, contenente ben tre CD, intitolati rispettivamente “Misty”, “Soliloquy” e “I love Paris”. Nel primo possiamo ascoltare registrazioni effettuate da Garner in trio dal 1945 al 1956; il pianista appare accompagnato ora da Wyatt Ruther al basso e Eugene “Fats” Heard alla batteria, ora da John Levy e George de Hart, ora da John Simmons e Shadow Wilson, ora da Al Hall e Specs Powell. Il repertorio è di quelli che non si scordano facilmente: così si parte con la più nota di Garner, “Misty”, per finire con “Passin' Through” attraverso tutta una serie di piccole gemme incise dal pianista come “Indiana”, “The man I love” che non a caso da il titolo alla raccolta, “Laura”, “How high the moon”, “Sophisticated lady”, “Some of these days”, “Moonglow”, la sempre splendida “Hunoresque” di Dvorak… Nel secondo volume, significativamente intitolato “Soliloquy” ritroviamo Garner alle prese con il piano-solo dimensione anch'essa particolarmente adatta ad evidenziare le doti interpretative del pianista; anche in questa sezione si ascoltano splendidi brani, registrati nel decennio che va dal '47 al '57, tra cui meritano una particolare citazione “Dancing in the dark” di Arthur Schwartz e Howard Dietz, “If I had you” di James Campbelle e Richard Connelly e “Soliloquy” dello stesso Garner. Il terzo album si chiama “I love Paris” ed esprime tutto l'amore di Erroll per la “Ville lumière” dopo averla visitata nel dicembre del 1957; vi figurano, quindi, una serie di brani che in un modo o nell'altro si ricollegano alla capitale francese, da “The song from Moulin Rouge” al celeberrimo “I love Paris” di Cole Porter, da “La vie en rose” di Edith Piaf e Gugliemi”, da “My man” a “The last time I saw Paris”… ad alcune composizioni dello stesso Garner come “The french touch”, “Paris bounce”, “La petite mabo” e “Moroccan quarter”; le incisioni risalgono al marzo del 1958 e Garner è accompagnato da Edward Calhoun al basso e Kelly Martin alla batteria. A questo punto non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro; ma se ancora non siete convinti allora vi consiglio di ascoltare con attenzione i primi due brani “Misty” e “Indiana” per per riascoltare lo stile così definito del pianista di Pittsburgh che amava eseguire con la mano sinistra un accompagnamento ad accordi mentre la mano destra disegnava la linea melodica con quel leggero sfasamento che produceva una “tremenda” carica di swing.

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