Musica arte e rivalutazione del territorio, le carte vincenti di Massimo Barbiero

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Massimo Barbiero (foto Daniela Crevena)

Massimo Barbiero (foto Daniela Crevena)

Importante edizione del Festival Open Jazz 3.2 a Ivrea, quest'anno. Ancor più delle edizioni precedenti il territorio, e soprattutto la gente è apparsa davvero coinvolta nello svolgimento di un culturale altamente simbolico non solo per il Canavese e la città ormai da anni orfana di “mamma Olivetti”, ma quasi icona di un'epoca che è in realtà tutta italiana: un paese in crisi economica nel quale sembra che la cultura non debba avere nessuna voce in capitolo, quando invece potrebbe essere la chiave di volta per affrontare anche i problemi economici.

Massimo Barbiero (come nella scorsa edizione) ha coinvolto anche i comuni limitrofi (Chiaverano, Banchette, Bollengo), tanto che l'evento principale, al quale purtroppo non siamo riusciti ad assistere, è avvenuto a Banchette.

Parliamo del concerto di Enten Eller (Alberto Mandarini alla tromba, Maurizio Brunod alla chitarra, Giovanni Maier al contrabbasso e Massimo Barbiero alla batteria) con l' Orchestra Exstinzione (nel dettaglio, orchestra d' archi di “B.Bruni” di Cuneo con special guest Giancarlo Schiaffini al trombone, Marcella Carboni all' arpa, Carlo Actis Dato ai sax e clarinetto basso e Laura Conte ai recitativi. Musica, filmati, foto (Luca D' Agostino) e parole (Franco Bergoglio) per raccontare la storia di una città che però diventa anche metafora culturale del nostro tempo, travalicando, andando oltre lo specifico. A Chiaverano invece il concerto del duo inedito Miroslav e Maurizio Brunod è andato in scena a Chiaverano ed ha conseguito grande successo.

Marcella Carboni - Elisabetta Antonini (foto Daniela Crevena)

Marcella Carboni - Elisabetta Antonini (foto Daniela Crevena)

Non solo Jazz, non solo musica.  Convegni – concerto all'Archivio Storico Olivetti (come la terza parte di “L'Olivetti e la cultura Exstinzione”, con i giornalisti Sergio Giolito, Franco Bergoglio, Guido Michelone e Marco Basso), la presentazione del cd “Kandinsky”, nuovo progetto di Barbiero e dell'arpista Marcella Carboni.

Presentazioni di libri (come quello del giornalista Michelone, “Parigi a Vercelli” e “Non chiamatelo Jazz” di Giancarlo Schiaffini, con successivo concerto); Mostra d'arte (Antonio Muroni – Jestijazz, Pittura gestuale & nonsoloswing); performance di danza e installazioni artistiche (Roberta Tirassa e Marco Sbizzera).

E musica, tanta, a partire dai concerto – aperitivo all'enoteca Vino & Dintorni, durante i quali abbiamo ascoltato dell'ottimo Jazz con il sassofonista Gianni Denitto il duo con Max Carletta alla chitarra e sabato 31 marzo in duo invece con Alberto Gurrisi all' organo Hammond.

Gianni Denitto (foto Daniela Crevena)

Gianni Denitto (foto Daniela Crevena)

Ma anche il coinvolgente sabato mattina in mezzo agli stand delle squisitezze del territorio, perché il rilancio parte anche dalla valorizzazione dei propri prodotti, con il festoso concerto della Big Band Dimensione Musica, al Borghetto, che hanno fatto ballare e cantare in piazza non solo i bambini.

Al Teatro Giacosa concerti di Jazz per tutti i gusti: variegato il programma. Venerdì 30 marzo Elisabetta Antonini e Marcella Carboni (voce e arpa) con Nuance hanno presentato un Jazz molto femminile e raffinato ma di certo non edulcorato, intrecciando in maniera affascinante suoni e fraseggi in forma, certo, di sfumature, ma mostrando anche grinta, swing e creatività.

Subito dopo un concerto di atmosfera totalmente opposta: gli Area (e cioè Patrizio Fariselli al pianoforte e alle tastiere, Ares Tavolazzi, al basso elettrico ed al contrabbasso, Paolo Tofani alla chitarra elettrica e trikanta e U.T. Gandhi alla batteria) hanno fatto rivivere in maniera attuale atmosfere anni 70 con un concerto che ha percorso Jazz, rock, funky, elettronica, divertendosi ed innegabilmente divertendo il pubblico anche con la voglia di stupire.

Area (foto Daniela Crevena)

Area (foto Daniela Crevena)

La sera dopo ha concluso il festival il concerto di Enrico Rava, sul palco con Giovanni Guidi al pianoforte, Gabriele Evangelista al contrabbasso, Gianluca Petrella al trombone e Fabrizio Sferra alla batteria. Anch'essi applauditissimi, hanno suonato per un'ora e mezzo un Jazz basato su contrasti tra volumi, sfondi sonori armonici e dinamici scuri e temi melodici incisivi.  Il tutto in forma (sempre più in voga, sembra) di “suite”, senza interruzione dall'inizio alla fine del concerto.

Enrico Rava (foto Daniela Crevena)

Enrico Rava (foto Daniela Crevena)

Molti eventi, molta musica e un fine culturale di rilievo, che ci auguriamo di trovare anche nella prossima edizione di un Festival che oramai è così consolidato da essere mperdibile.

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