“Stomp”: la bellezza nascosta nei brutti oggetti metropolitani

Stomp

Stomp

Arrangiamenti per ensemble di percussioni. Gli strumenti? Buste di ogni materiale, scope, bidoni, pentole, piatti, sedie e chi più ne ha più ne metta.
Si lo sappiamo, non è musica, non è jazz. E’ spettacolo. Ma siamo sicuri che non sia il caso di parlare degli Stomp?
Il teatro Brancaccio registra ogni sera il tutto esaurito, e questi ragazzi e ragazze (batteristi, percussionisti, ballerini) sono bravissimi. Non parliamo di trovate ritmiche arzigogolate o di complicatissime poliritmie, sebbene ciò che si ascolta sia innegabilmente straordinario. Sono battiti complessi negli intrecci ma che arrivano comprensibili ad un pubblico variegato. E naturalmente oltre alle figure ritmiche si ascoltano armonie e melodie di una certa bellezza. Si perché i tubi, se tagliati ad arte, producono ognuno un suono preciso, e il percuoterli in ordine crea veri e propri temi melodici orecchiabili. Le buste, a seconda del loro materiale, creano veri e propri riff. Piedi, mani, braccia di un unico Stomper sono un vero e proprio set di percussioni, per non parlare dell’ effetto visivo (e sonoro) di accendini che si accendono e si spengono sapientemente nel buio totale creando atmosfere a dir poco suggestive.

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Anche in chiave jazz De Crescenzo scalda i cuori del pubblico

E’ possibile trasformare un repertorio pop in un bel programma jazz? Di solito la risposta è negativa, eppure, more solito, ci sono delle eccezioni che confermano la regola. Intendo riferirmi al concerto che si è svolto alla Casa del Jazz venerdì 4 maggio, protagonista Eduardo De Crescenzo il quale è tornato sulle scene con “Essenze jazz tour”: prime tappe il 24 aprile a Milano e per l’appunto il 4 maggio a Roma e momento clou l’11 giugno al Teatro San Carlo della sua Napoli.

Per questo clamoroso rientro De Crescenzo ha scelto di presentare le sue canzoni con una nuova veste, facendosi affiancare da un ottimo quintetto jazz con Stefano Sabatini al pianoforte, Enzo Pietropaoli al contrabbasso, Marcello Di Leonardo alla batteria, Daniele Scannapieco al sax tenore e soprano e Lamberto Curtoni al violoncello.

In realtà nel panorama musicale italiano sono già stati tentati esperimenti del genere, con esiti non sempre entusiasmanti: spesso ci si è limitati ad aggiungere una spruzzatina di jazz senza che le canzoni cambiassero realmente veste.

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