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Max De Aloe – “Björk on the Moon” – Abeat Records 105
Non abbiamo alcuna difficoltà ad affermare che questo è uno degli album più interessanti pubblicati negli ultimi mesi per almeno due ordini di motivi: innanzitutto la felice scelta del repertorio e in secondo luogo la grande sensibilità e abilità strumentale dell'armonicista Max De Aloe. Già nel passato avevamo sottolineato le grandi capacità di Max che ha saputo allontanarsi dalle atmosfere tipiche dell'armonica a bocca per esplorare terreni nuovi, anche se infidi. E' il caso di questo album che, come si accennava, comprende otto brani tratti dal repertorio della cantante islandese Björk , tre composizioni di Max chiaramente ispirate dalla stessa vocalist e una splendida ballad composta nel 1933 dal compositore ungherese Rezso Seress e riportata al successo proprio da Björk. Il perché di questa scelta va ricercata nel fatto che questa artista è stata una delle pochissime a saper davvero innovare il linguaggio della musica pop introducendo sonorità del tutto nuove e quanto mai personali. Di qui l'attenzione con cui è stata ascoltata anche da molti jazzisti con la mente aperta tra cui, per l'appunto, Max De Aloe e Ada Montellanico (del cui ultimo CD riferiamo più avanti). Alle prese con un repertorio oggettivamente difficile, De Aloe se la cava in maniera egregia riuscendo a penetrare nelle pieghe più recondite delle varie composizioni e ad interpretarle con un sound che pur nella sua specificità jazzistica riesce a conservare intatto il fascino dell'originale. In questa impresa un ruolo di fondamentale importanza lo hanno avuto non solo i componenti del suo abituale quartetto (vale a dire il pianista e tastierista Roberto Olzer, il contrabbassista Marco Mistrangelo e il batterista Nicola Stranieri) ma anche la violoncellista brasiliana Marlise Goidanich la cui importanza si avverte sin dal primo brano, un original di Max De Aloe che da il titolo all'intero album, in cui la Goidanich da un saggio di bravura duettando magnificamente con l'armonica del laeder a creare un'atmosfera magicamente toccante. Per il resto scegliere qualche altro brano da segnalare è operazione tanto difficile quanto forse inutile: tutti i pezzi sono dei piccoli gioielli in cui De Aloe evidenzia, tra l'altro, una compiuta statura di arrangiatore.
Una notizia per gli appassionati dell'LP: l'album sarà il primo “33 giri” di 180 grammi HIGH QUALITY (in 500 copie numerate) ad essere pubblicato dall'etichetta Abeat Records mentre, sulle piattaforme digitali, sarà tra i primi dischi in Italia ad essere disponibile in alta definizione HD per audiofili (24 bit 88 kilohertz).
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carissimo Gerlando
ho letto la tua recensione di Duology e desidero
quindi ringraziarti molto per le tue parole di apprezzamento.
Come immagini fanno sempre molto piacere e confermano energia
e determinazone per il futuro…
un abbraccio //
Claudio
Ciao Gerlando,
ho avuto modo di conoscere di persona Magnus Öström ad un seminario presso l’Accademia di Musica di Gothenburg.
Tanto “famoso” e bravo quanto una persona umile ed imbarazzata ai complimenti, una persona di una semplicità meravigliosa.
L’E.S.T. trio stava raggiungendo una fama mondiale ed una maturità d’insieme alla pari dei grandi trio del jazz. I tre musicisti suonavano insieme sin da adolescenti.Quel suono di cui parla la recensione era maturato con 20 anni di concerti, e tutti noi ce ne stavamo accorgendo.Davvero una brutta perdita.Rimane la musica, quella sempre rimane.
Luigi Bozzolan