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Cari Amici, oggi vorrei affrontare un tema che dovrebbe stare a cuore a tutti noi che frequentiamo la Rete. Non c’è dubbio alcuno che il nostro Paese stia attraversando un periodo di eccezionale gravità in cui al gap (speriamo temporaneo) di democrazia si affianca una crisi economica di proporzioni enormi come testimoniato, tra l’altro, dall’ondata di suicidi che ha colpito soprattutto i piccoli e medi imprenditori. Partendo da queste premesse è logico che ogni seppur piccolo spazio di libertà, di libertà d’espressione, vada difeso con le unghie e con i denti. Ora la Rete, come sottolineano in molti, è la piazza “libera” per antonomasia e va quindi preservata da qualsivoglia tentativo di regolamentazione: si sa come si comincia ma non si sa come si finisce.

Se questo è vero, è però altrettanto vero che il concetto di democrazia andrebbe coniugato con quello di responsabilità. Mi spiego meglio. Quando sulla Rete si accende una polemica con toni piuttosto accesi, molti di quanti intervengono – e di solito sono i più violenti – anziché metterci, come si dice, la faccia, vale a dire coniugare le proprie generalità, preferiscono nascondersi dietro uno pseudonimo e all’ombra di ciò lasciarsi andare a qualsivoglia considerazione. Certo, così è molto facile, troppo facile: basta dare la stura al proprio livore, ai propri malumori per affrontare lancia in resta il nemico del momento su cui scaricare frustrazioni e cattiverie. Un po’ più difficile dire chi si è, spiegare a qual titolo si interviene e quindi essere un minimo costretti a motivare le proprie opinioni.

Noi di “A proposito di Jazz” abbiamo fatto un piccolo esperimento, purtroppo perfettamente riuscito. Abbiamo creato un piccolo ostacolo ai commenti, l’essere semplicemente registrati al blog, in modo da poter intervenire solo con il proprio nome e cognome, Poi abbiamo pubblicato il solito articolo di commento su “Amici” il programma di Canale 5 condotto dalla De Filippi. Ora, da quando esistiamo, proprio l’articolo su “Amici” è quello che ci ha procurato il maggior numero di insulti in quanto prendendo posizione netta sui vari partecipanti, ci siamo alienati un sacco di simpatie. Pazienza. Anche questa volta ci attendevamo la stessa sorte e invece, guarda caso, non c’è stato alcun insulto, alcun commento negativo, alcun invito a cambiare mestiere magari per dedicarsi alla terra.

Non vi sembra strano? A noi sì… o per meglio dire NO!

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