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Venerdì 8 giugno, Piazza Savona, ore 21
Lorenzo Tucci Trio: la difficile arte
di comunicare con il jazz
Tranety è un progetto ambizioso, perché Coltrane è stato un gigante del Jazz, e dedicargli un tributo non è cosa semplice: si rischia di perdere la propria identità artistica se si decide di replicarne le caratteristiche, certamente non replicabili.
Per fare un omaggio a Trane bisogna avere una propria netta personalità, di cui Lorenzo Tucci è certamente fornito: dunque il suo “Tranety” è tutt'altro che un omaggio didascalico finalizzato al rievocare la grandezza di quel sax tenore. E' piuttosto la dimostrazione di come un musicista – Tucci è musicista, non solo batterista – possa, metabolizzare un tesoro di spunti, di genialità, di poetica qual è stata la musica di Trane per dare origine a nuova musica, personalissima, interessante, nuova pur essendo così legata a un artista del passato.
Se poi tutto questo riesce a essere coinvolgente a tal punto da entusiasmare il pubblico in piazza e non solo pochi sparuti critici musicali, allora vuol dire che è salva una delle caratteristiche fondamentali del Jazz: la sua potenziale forza comunicativa ed espressiva, pur evitando “facilonerie” e virtuosismi inutili. Solo per dovere di cronaca è da segnalare che “Tranety” è un progetto in Trio che non prevede il sassofono: operazione coraggiosa che svela la volontà di andare al nocciolo della musica di Trane, non tanto alle sue modalità esecutive. Tranety è Coltrane vissuto da Tucci. Roberto Tarenzi al pianoforte presenta i temi con belle intro (come Moment's Notice, o Cousin' Mary), Luca Bulgarelli al contrabbasso ne evidenzia benissimo la forza armonica e ritmica, ma non pensiate che Tucci tenga per se (dal punto di vista musicale) solo la parte del bravo batterista: la sua impareggiabile tecnica, il suo drumming particolarissimo sono essi stessi musica, ritmo e armonia. La batteria “canta” e vive Coltrane in mille modi, perché con bacchette, pelli, metallo e spazzole Tucci ne rilegge in chiave personale il modo vibrante di fare musica, e ciò che trapela è la profonda impressione che Trane ha esercitato su Tucci ispirandone nuova musica.
Tanto è vero che i due brani originali, “Hope” e “Solstice” non stridono con tutti gli altri a firma Coltrane: di certo non perché siano scritti ed eseguiti “in stile coltraniano”, ma perché sono nuovi come nuovo è il “Moment' s Notice” di Tranety.
Energia, swing da vendere, entusiasmo, assoli jazzistici all'ennesima potenza, il pianoforte di Tarenzi molto convincente nel suo modo aspro eppure lineare di introdurre e sviluppare brani, Bulgarelli in alcuni punti addirittura emozionante (ad esempio presentando il tema della bellissima “Hope”), Tucci di una bravura estrema sia nei momenti “tribal” che in quelli più introspettivi e poetici, sempre finalizzati alla musica: questo ha fatto si che il Jazz, quello autentico, fatto d'istinto ma anche di dinamiche complesse abbia contagiato il pubblico in piazza – compresi i bambini. Il trio di Lorenzo Tucci ha quadrato il cerchio, qualità eccelsa e grande comunicativa: il che non è poco… anzi, è tutto.
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