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Quentin Collins Brandon Allen 4et ft. Hamish Stuart (foto Franco Truscello)

Quentin Collins Brandon Allen 4et ft. Hamish Stuart (foto Franco Truscello)

Domenica 10 giugno, Piazza Pertinace
Quentin Collins Brandon Allen 4et ft. Hamish Stuart
Quando la diventa spettacolo

Il finale di Alba Jazz si è svolto appropriatamente con un pop/funky jazz divertente, confezionato ad arte e allegramente trascinante, il che è di certo la cosa più bella per un che ha presentato concerti molto diversi tra loro ma tutti con la caratteristica della grande comunicazione emotiva tra artisti e le numerose persone presenti nelle piazze. Livello altissimo in tutte le serate, compresa appunto questa che ha fatto ballare e battere le mani ad un pubblico a dir poco elettrizzato. Questo perché il quartetto in questione è rodatissimo e ha fatto decine di concerti in Europa portando musica centrata su swing, funky, pop rivisitato in stile jazzistico con arrangiamenti irreprensibili dal punto di vista compositivo, specialmente nelle parti dei fiati. Collins e Allen sono sincronizzati, precisi, non sbagliano un accento, né una dinamica, come nelle Big Band della migliore tradizione Jazz. Ross Stanley l'Hammond lo suona benissimo e dà un ricchissimo contributo con soli veramente belli ascrivibili ad atmosfere diverse ma tutte di grande suggestione. Zirilli dà un rilevante tocco jazzistico a uno spettacolo che esplora vari stili (blues, soul, funky, rock, pop). E poi non è cosa di tutti i giorni poter ascoltare un songwriter e chitarrista quasi mitico, cantare e suonare la chitarra sapendo che ha collaborato oltretutto con Chaka Khan, Aretha Franklin, Paul Mc Cartney, persino con i Rolling Stones: Hamish Stuart è un artista che il palco sa benissimo come tenerlo, canta divinamente, suona, si diverte, presenta sue composizioni degli anni 70 (lui è il fondatore dell'Average Band) e fa stupire per quanto quei pezzi siano tutt' altro che “vintage”. Canta in maniera quasi commovente “If it's magic” di Stevie Wonder ma anche un intensissimo “Stormy Monday”, celeberrimo blues, durante il bis.
I pezzi funky fanno venire voglia di ballare, lui sprizza eleganza e savoir fair da tutti i pori ma anche rock da tutti i pori, e quindi? E quindi è stato un concerto divertentissimo, un mix irresistibile di stili con musicisti preparati e abituati a fare spettacolo. Meglio di così Alba Jazz non poteva concludersi, in una delle piazze più belle della città, con un cielo sereno e stellato a dispetto delle nuvole che solo due ore prima erano gonfie di minacciosissima pioggia, tra balli e battiti di mani. Il jazz e la musica possono essere anche spettacolo!

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