Assegnato a Philip Glass il Praemium Imperiale per la musica

GlassE’ stato assegnato, anche quest’anno il prestigioso “Praemium Imperiale”.
Il Praemium Imperiale – istituito nel 1989 – è il più importante premio d’arte esistente. Viene aggiudicato in cinque discipline – pittura, scultura, architettura, musica, teatro/cinema – e conferisce un prestigio internazionale in campo artistico pari a quello dei Premi Nobel in campo scientifico.
Gli artisti sono premiati per i risultati conseguiti, per l’influenza da essi esercitata sul mondo dell’arte a livello internazionale e per il contributo dato alla comunità mondiale con la loro attività.
Ciascuno dei cinque vincitori riceverà un premio di 15 milioni di yen (circa 154.000 euro), un diploma e una medaglia, conferiti dal Patrono onorario della Japan Art Association, il Principe Hitachi, durante la cerimonia di premiazione che si svolgerà a Tokyo il prossimo 23 ottobre.

La sua autorevolezza gli viene unanimemente riconosciuta anche grazie all’estremo rigore delle selezioni dei candidati e della scelta finale dei vincitori. In ciascuno dei sei paesi dei Consiglieri internazionali appositi Comitati da essi presieduti propongono le candidature per i riconoscimenti annuali. Successivamente, tra queste “rose” di nomi i Comitati di Selezione della Japan Art Association provvedono a scegliere i cinque vincitori. Sono assicurate così la massima serietà e l’assenza di qualsiasi calcolo o condizionamento. Ciò può spiegare, tra l’altro, come a volte siano premiati più artisti di un medesimo Paese; due anni fa ben tre dei cinque premi in palio sono andati ad artisti italiani: Enrico Castellani, Maurizio Pollini e Sophia Loren. Questa volta solo un italiano si è affermato: lo scultore Cecco Buonanotte.

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Pina Muroni vince il concorso “Voci e Big Band Jazz 2012”

Pina Muroni

Pina Muroni, sarda di Nuoro, è la vincitrice della Terza Edizione del Concorso Nazionale “Voci e Big Band Jazz 2012”, organizzato dalla Felt Music School di Roma.

La serata finale si è svolta mercoledì 12 Settembre alla Casa del Jazz di Roma, di fronte ad un pubblico folto ed entusiasta. Ed in effetti è stata una bella serata di musica per più di un motivo. Innanzitutto il buon livello dei concorrenti. Nei mesi di maggio e giugno i cantanti hanno svolto intense prove con la Felt Big Band e hanno partecipato a due serate eliminatorie, durante le quali sono stati selezionati i concorrenti che hanno animato la Finalissima. Cantare con una big band è cosa tutt’altro che facile ma i vocalist che abbiamo ascoltato alla Casa del Jazz hanno mostrato tutti una buona preparazione di base ed una eccellente padronanza dei propri mezzi espressivi.

Certo, poi c’era chi ha mostrato maggiore personalità, chi ha un po’ ecceduto forse nella speranza di meglio convincere la giuria (cosa assolutamente sconsigliabile specie in concorsi di questo tipo), chi pur avendo un eccellente timbro vocale non ha convinto quanto ad interpretazione… ma nel complesso il livello generale era più che accettabile. In secondo luogo l’eccellente prestazione della Felt Big Band, diretta dal M° Claudio Pradò e composta dai migliori allievi della scuola e da musicisti professionisti quali: Angelo Schiavi, sassofonista, compositore, già direttore dell’Orchestra Nazionale Italiana di Jazz, Fernando Brusco, prima tromba della PMJO, Massimo Pirone, trombonista di fama internazionale, Massimo D’Agostino, batterista e didatta, Luca Pirozzi, bassista eclettico attivo in diversi settori: concertistico, didattico e discografico. La band ha fornito un eccellente supporto ai cantanti con arrangiamenti ben congegnati ed assolo sempre pertinenti, spesso trascinanti. Chi segue il jazz sa quanto sia difficile per un cantante, oggi, potersi esibire avendo alle spalle una big-band per cui l’esperienza di questi mesi resterà sicuramente impressa nella mente e nel cuore di questi esordienti.

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Buenos Aires Tango all’Auditorium di Roma

Buenos Aires TangoE’ in corso di svolgimento (dal 12 al 21 settembre) all’Auditorium Parco della Musica di Roma “Buenos Aires Tango”, quarta edizione di una delle più grandi rassegne internazionali di musica, canto e danza dedicata allo straordinario movimento artistico dichiarato dall’Unesco patrimonio culturale dell’umanità.

Per 10 giorni, le sale, il teatro, la cavea, i foyer, gli spazi all’aperto del Parco della Musica sono invasi dai ritmi e dai passi sensuali, nostalgici e malinconici del tango, ospitando gli artisti più celebri della capitale argentina e non solo.
Prodotto dalla Fondazione Musica per Roma, e realizzato in collaborazione con la Città di Buenos Aires, il Festival, che rivolge quest’anno un’attenzione particolare alla componente relativa al ballo, ospita due grandi novità:

  • il Campeonato de Campeones con l’esibizione dei più grandi danzatori del mondo. Otto tra le migliori coppie a livello mondiale, vincitrici delle più importanti gare di tango come il Campionato Mondiale di Tango Scenario e Tango Salón, il Campionato Metropolitano, il Certamen di Tango Hugo del Carril e le Olimpíadi di Tango Buenos Aires, si sfidano in un’inedita competizione sul palco della Sala Sinopoli, sotto il vigile sguardo dei giudici Elisa Guzzo Vaccarino, Milena Plebs e Horacio Godoy.
  • il Campeonato romano de Tango Salón, anch’esso alla prima edizione, dedicato a tutti i ballerini che intendano cimentarsi in Cavea nella tipica milonga di un qualsiasi barrio porteño. Questo campionato di ballo da sala è dedicato ai tanti spettatori del Festival che in questi anni hanno fatta propria la tradizione del tango.

Grazie alla guida sapiente di Horacio Godoy, ballerino, coreografo e inventore della mitica milonga La Viruta, e a una giuria composta da ballerini argentini e presieduta dalla coreografa Silvana Grill, il Campionato romano di Tango Salón sarà un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti del genere.

Sempre nutrito il programma, con concerti, esibizioni, seminari e corsi di ballo, conferenze, mostre, le Milongas in Cavea, dove le musiche a cielo aperto accompagneranno il ballo delle coppie fino a tarda notte, e l’atteso Club de Tango in Teatro Studio: una tangheria sul modello dei famosi locali di Buenos Aires, dove ballerini dilettanti o professionisti potranno affrontare la scena accompagnati dalla musica dal vivo dei maggiori artisti argentini.

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Tanti festival poca qualità

Anche questa estate Sonny Rollins è apparso in grande forma

Anche questa estate Sonny Rollins è apparso in grande forma

Cari amici,

eccoci ancora qui, dopo un’estate davvero rovente: rovente per il gran caldo che abbiamo avuto a luglio ed agosto, rovente perché la situazione socio-economica del Paese non mostra segni evidenti di miglioramento, anzi… Certo, la crisi finanziaria sembra aver raggiunto il suo acme per cui le cose dovrebbero migliorare, ma è l’economia reale quella che va davvero male. Lo stesso Monti ha dovuto ammettere che i provvedimenti assunti per sistemare i conti pubblici hanno avuto un pesante effetto depressivo; di qui la continua chiusura di fabbriche con conseguente perdita di posti di lavoro, fenomeno che a nostro avviso proseguirà almeno fino alla metà del prossimo anno, sempre che i tanto auspicati provvedimenti per la crescita ottengano l’effetto sperato.

In questa situazione, per tornare alla materia che più ci interessa in questa sede, c’è un dato che contrasta con la logica: nonostante la crisi nera, anche quest’anno durante il periodo estivo il nostro Paese s’è trasformato in una sorta di maestoso teatro all’aperto per ospitare rassegne di musica jazz. Alcune realtà sono state cancellate, altre hanno avuto vita difficile, ma se si va a guardare il panorama generale si vedrà come anche in questo 2012 festival jazz si sono svolti in ogni regione italiana a conferma di una tendenza oramai in atto da molto tempo.
Espressa la soddisfazione propria dell’appassionato di jazz, forse è opportuno andare più a fondo per porsi innanzitutto una domanda: ma quanti di questi festival sono davvero eventi degni di attenzione? Quante di queste manifestazioni si basano su una programmazione degna di questo nome, su un fil rouge che leghi i vari concerti, insomma su una pur minima progettualità? Quanti organizzatori si prendono la briga di presentare nuovi talenti invece che ricorrere ai soliti nomi triti e ritriti?

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