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Ferdinando Faraò & Artchipel Orchestra feat. Phil Miller – “Never odd or even” – Music Center BA 323

Ferdinando Faraò & Artchipel Orchestra feat. Phil Miller – “Never odd or even”

Ferdinando Faraò & Artchipel Orchestra feat. Phil Miller – “Never odd or even”

Chi segue questa rubrica sa benissimo come il vostro cronista non ami i dischi “omaggio a…” in quanto spesso dietro questa formula c’è solo una inutile captatio benevolentiae. Pericolo che certamente non corre questo splendido album che vede in gran spolvero l’ Artchipel Orchestra diretta con rara perizia da Ferdinando Faraò e rinforzata, nell’occasione dal chitarrista Phil Miller presente in tre brani. Il disco è un esplicito quanto brillante omaggio ad una precisa corrente musicale, vale a dire quel jazz-rock britannico che negli anni settanta fece scuola. Di qui la presenza di brani firmati da Mike e Kate Westbrook, Alan Gowen, Fred Frith e Dave Stewart con la chiusura affidata ad una coerente composizione di Ferdinando Faraò. Particolarmente interessanti i pezzi di Gowen: Alan Gowen e Dave Stewart, negli anni settanta costituirono una straordinaria band, la “National Health” che purtroppo ebbe vita breve. Nel 1981 Gowen, a soli trentatré anni, morì di leucemia ma prima ebbe modo di scrivere alcuni brani arrangiati sia per piccoli gruppi sia per grosso organico. Questi arrangiamenti per fortuna sono finiti nelle mani di Faraò che li ha rielaborati e presentati in concerto e su disco con esiti assolutamente straordinari. L’orchestra di venticinque elementi si muove con estrema naturalezza all’interno di partiture tutt’altro che facili evidenziando una grande compattezza, una bella possibilità di “giocare” sia sulla timbrica sia sulla dinamica, una vasta possibilità di contare su assoli sempre pertinenti e di rilevante caratura tecnica: Felice Clemente al clarinetto e sax soprano, Germano Zenga al sax tenore, Giampiero Spina alla chitarra, Paolo Botti alla viola, Carlo Nicita al piccolo e al flauto nonché, ovviamente, Phil Miller alla chitarra acustica ed elettrica sono tutti solisti che riescono ad equilibrare perfettamente il rapporto tra improvvisazione e pagina scritta. Un altro dei destinatari dell’album è Mike Westbrook di cui Faraò reinterpreta “Riding down to platterback”, “Strafe me with friendly fire”, “Love letter from Stiltsville” e soprattutto “Original Peter” la cui originalità e modernità contrastano nettamente con il fatto di essere stato scritto nell’ormai lontano 1970. L’album si chiude con uno strepitoso omaggio di Faraò al batterista di “National Health” e “Hatfield & The North”, Pip Pyle, scomparso all’età di soli 56 anni, un brano in cui Faraò evidenzia ancora una volta il senso della costruzione e il gusto per la timbrica e il colore. (GG)

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