Le guide all'ascolto alla Casa del Jazz

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Ada Montellanico

Ada Montellanico

Ancora grande successo per la guida all'ascolto “Jazz Standard” condotta da Gerlando Gatto alla Casa del Jazz. Mercoledì terza puntata incentrata su Thelonious Monk con ospitila vocalist Ada Montellanico e il chitarrista Francesco Diodati.

In particolare sono stati ascoltati “Round Midnight” e “Pannonica” di Monk; come terzo standard “Stardust” di Carmichael e Parish.

In apertura di serata Gatto introduce il discorso su Monk insistendo su un particolare: la tecnica pianistica dell'artista. In effetti per troppo tempo si è accusato Monk di non essere un grande esecutore; solo da pochi anni si è scoperto che viceversa era dapprima un virtuoso e che solo in un secondo momento si era costruito quella tecnica pianistica, così inusuale e percussiva,  per esprimere meglio le sue idee musicali. A sottolineare il tutto un video di Monk che esegue in “Round Midnight” con la sua particolarissima digitazione. A seguire l'ascolto di quella che viene considerata una delle migliori versioni del brano, quella realizzata da Miles Davis nel '56 assieme a John Coltrane, Red Garland, Paul Chamber e Philly Jo Jones.

Dopo cotanti artisti è la volta del duo live che se la cava benissimo: Ada trova la chiave giusta per esprimere vocalmente l'intensità del brano, ottimamente sorretta da un Diodati che oramai è ben più di una promessa. E al riguardo Gatto ha ricordato come cinque anni fa, nell'ottobre del 2008, Diodati effettuò la prima “uscita” importante sempre alla Casa del Jazz, nel corso di un'altra guida all'ascolto, “Beatles in Jazz”, sempre condotta da Gatto; in quell'occasione il giornalista gli pronosticò un futuro roseo cosa che si sta puntualmente avverando.

Si torna a “Round Midnight” con una straniante originale versione del Gotan Project con Chet Baker, versione che il pubblico mostra di gradire particolarmente.

Si passa quindi a Pannonica, altro celebre tema che Monk dedicò alla contessa Nica de Koenigswater, di cui si ascoltano due versioni: quella storica registrata nel '56 da Thelonious Monk al piano e celeste con al sax tenore, Ernie Henry al sax alto, Max Roach alla batteria e Oscar Pettiford al contrabbasso, e quella assai originale del “29TH Street Saxophone Quartet” registrata nel ‘ 88. Assai apprezzata dal numeroso pubblico presente la successiva versione di Montellanico e Diodati; ancora una volta la vocalist romana evidenzia tutta la sua straordinaria musicalità aderendo perfettamente allo  spirito del pezzo, presentato con l'aggiunta dei versi rdi John Hendricks, nella versione quindi portata al successo da Carmen McRae.

E si passa a “Stardust”, forse il brano più inciso nella storia del jazz: a tutt'oggi se ne contano oltre 1.500 diverse registrazioni. In rapida successione lo ascoltiamo nella suggestiva versione dello stesso autore , Hoagy Carmichael, pianoforte e voce e quindi nella storica incisione di Louis Armstrong. La Montellanico ne fornisce una interpretazione altamente suggestiva e coinvolgente: ogni parola del testo assume un suo peso specifico mentre Diodati delizia il pubblico con una serie di virtuosismi mai fine a sé stessi.

Gran finale con “Trepido sguardo” un brano della Montellanico tratto dall'ultimo suo album “Suono di donna”: pubblico letteralmente entusiasta  a suggello di una serata ben riuscita.

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