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I nostri libri

“Claudio Fasoli. Note Interiori” – Fondazione Siena Jazz – pgg.207
Claudio Fasoli - Note InterioriClaudio Fasoli è uno dei personaggi simbolo del jazz italiano. Musicista dotato di una solida preparazione di base ma soprattutto di una fortissima onestà intellettuale, ha saputo affermarsi non solo come grande strumentista ma anche come originale compositore. Dopo la felice parentesi del “Perigeo” che l'ha lanciato nel mondo del jazz, facendolo conoscere ed apprezzare anche ad un pubblico giovane, Fasoli ha proseguito lungo un suo percorso fatto di impegno, di studio, di analisi senza lasciare alcunché al caso. Di qui le molte realizzazioni discografiche tutte di eccellente qualità, di qui le molte collaborazioni con musicisti di livello internazionale, di qui un'attività didattica densa di soddisfazioni.
Bene ha fatto quindi la fondazione Siena Jazz a dedicargli questo volume realizzato con la formula dell'intervista condotta da Francesco Martinelli. Martinelli, non lo scopriamo certo adesso, è critico preparato e competente per cui ha saputo condurre il colloquio nel miglior modo possibile sviscerando la carriera di Fasoli in ogni più recondito ambito. Così le domande sono sempre pertinenti, porte nel modo e al momento giusti, tendenti sempre a far parlare l'interlocutore piuttosto che mettere in luce la propria sapienza (vizio in cui purtroppo cadono molti intervistatori e non solo nel jazz).
Dal canto suo Fasoli risponde a tono, con grande competenza e consapevolezza, non disdegnando di mettere in rilievo le varie fasi della sua vita artistica, le idee che le hanno sorrette, le motivazioni che l'hanno portato a determinate scelte, il tutto condito da una analisi puntuale di molte sue realizzazioni discografiche.
Ma non sono solo Martinelli e Fasoli a parlare: come in una sorta di montaggio cinematografico, il racconto si arricchisce delle testimonianze di molti “colleghi” chiamati dal giornalista a dire la loro su Fasoli. Così la personalità del sassofonista viene meglio lumeggiata e il ritratto che se ne ricava, come accennato in precedenza, è quello di un artista che nel corso degli anni ha saputo mantenere una propria intrinseca coerenza pur nella continua ricerca di nuove modalità espressive. Modalità che consentano al musicista di raggiungere una propria specifica individualità e riconoscibilità.
Insomma una serie di concetti tutt'altro che banali su cui ogni appassionato di jazz farebbe bene a soffermarsi con attenzione.
Un'ultima notazione pratica: il libro non è in vendita ma gli interessati possono richiederlo alla Fondazione Siena Jazz che lo invierà, fino ad esaurimento, al solo costo delle spese di spedizione.

Ky-Mani Marley , “Dear Dad” – “Chinaski Edizioni” pgg.200, €18,00
Ecco un volume che non tratta specificatamente di jazz ma che mi sembra, in ogni caso, interessante leggere: si tratta dell'autobiografia di uno dei figli di Bobv Marley, quello che ha ottenuto maggior successo divenendo una nuova stella del firmamento -rock-reggae
Il libro, ovviamente, parla di musica, ma lo fa in modo indiretto quasi sotto traccia: la musica c'è sempre, è lì, sullo sfondo quasi a costituire una sorta di scenografia su cui si inserisce la vicenda narrata dal protagonista. Perché in effetti il volume è una sorta di lunga, lunghissima lettera d'amore indirizzata da un figlio ad un padre che non c'è più … e che completamente non c‘era mai stato.
La vicenda, ad onor del vero, è piuttosto squallida, annoverandosi tra le mille miserie che connotano l'umana esistenza: c'è un artista, molto famoso e molto ricco, che semina figli; la prole generata al di fuori del matrimonio viene discriminata e le cose non migliorano certo con la morte del capo-famiglia.
Ecco in poche parole quanto accaduto a Ky-Mani Marley, figlio “illegittimo” della campionessa di ping pong caraibica Anita Belnavis e del re del reggae Bob Marley, il quale ebbe ben undici figli da otto donne diverse pur restando sposato con Rita dal 1966.
Dopo anni di intensa sofferenza, giunto anch'egli al successo artistico come cantante e attore, Ky-Mani si è deciso a narrare la sua vita tutt'altro che facile e così il libro è stato pubblicato nel 2010 per uscire successivamente anche sul mercato italiano grazie all'ottima traduzione di Nadia Montanari per la Chinaski Edizioni.
Ky-Mani nulla nasconde della sua vita e non è certo tenero con sé stesso così come non lo è con gli altri eccezion fatta per la madre e il padre cui dedica pensieri e pagine di rara delicatezza. Grande l'amarezza che accompagna l'esistenza del piccolo Ky-Mani alla morte di Bob: la famiglia Marley non lo riconosce e costretto a emigrare con la madre dalla natia Giamaica al ghetto di Liberty City a Miami, trascorre lunghi anni in pesantissime condizioni socio-economiche.
Così conosce i lati peggiori del ghetto e da bambino inizia a spacciare erba e crack pur di sopravvivere. Gli anni della scuola non vanno certo meglio per via del temperamento tutt'altro che facile del ragazzo il quale più cresce e meno sopporta le ingiustizie insite nell'ambiente che lo circonda. Poi quasi casualmente l' incontro con la musica e la sua vita cambia radicalmente: una lettera scritta al padre defunto diventa la straordinaria canzone “Dear Dad” che lo lancia nel mondo della musica, quel mondo che oramai lo ha accettato come una stella di primaria grandezza e di grande originalità come evidenziato dal suo ultimo lavoro discografico “New Heights”.
Tornando al libro, uno scritto di indubbia veridicità, scritto con stile asciutto ed efficace, senza inutili artifici retorici, che proprio per questo ha scomodato le solite “anime belle” che male hanno sopportato le vicissitudini narrate da Ky-Mani e la figura non proprio esemplare riservata a Bob Marley… come se fosse la prima volta che la grandezza artistica non coincide con la grandezza umana.

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