Il Jazz svizzero? Creativo, evocativo ed originale con i Rusconi Trio
Ascoltare per la prima volta i Rusconi, come è capitato a chi vi scrive, è un’ esperienza emotivamente molto, molto interessante. Questi tre ragazzi di Zurigo (lo dicono essi stessi anche durante l’ intervista che hanno concesso alla nostra testata poco prima del concerto al Teatro Studio nell’ambito del Roma Jazz Festival) si propongono fermamente di creare attraverso il suono, anzi la ricerca estemporanea, improvvisata, del suono, una forte comunicazione con il pubblico. Attenzione però: alla base di questa ricerca del suono (che dunque vede come fondamentale l’ improvvisazione) c’è uno studio serissimo che precede la performance, e che permette poi ai Rusconi di addentrarsi con grande originalità nelle mille possibili strade per arrivare alla grande empatia emotiva che si crea tra il palco e la platea.
Una comunicazione che è avvenuta fin dai primi attimi di un concerto veramente bello, coinvolgente, inusuale e anche divertente. Un concerto fatto proprio di una serie di istanti continui che non tendono ad un cammino “orizzontale”, ma piuttosto un esplodere “sul posto” di mille suggestioni provocate dai musicisti.