Chihiro Yamanaka la tecnica al servizio dell’espressività

Chihiro YamanakaPuò ancora oggi un concerto basato quasi esclusivamente su standard risultare avvincente e di estrema attualità? Sì, se ad eseguirli sono artisti come Chihiro Yamanaka che mercoledì 14 novembre ha concluso proprio alla Casa del Jazz una mini tournée effettuata nel nostro Paese toccando in rapida successione le piazze di Andria, Salerno, Lucca, Firenze, ed in chiusura per l’appunto Roma. Evidentemente la pianista giapponese ama particolarmente l’Italia dato che ci aveva offerto l’opportunità di ascoltarla già la primavera scorsa durante un tour europeo di 20 date tra Italia, Francia, Austria e Germania, un tour in trio con un omaggio al Giappone nel primo anniversario della catastrofe. E il pubblico italiano la ricambia con affetto: anche l’altra sera c’era un pubblico oltre che numeroso, caldo e competente, come si conviene quando si è dinnanzi ad una stella di primaria grandezza qualela Yamanaka. Ineffetti Chihiro può, a ben ragione, essere considerata una delle migliori jazziste oggi in esercizio, una musicista in grado di esibirsi con eguale valenza sia in solo, sia in trio, sia inserita in grande orchestra. Non a caso può già vantare tredici dischi all’attivo conla prestigiosa Verve Records, e la unanime considerazione di miglior pianista in Giappone. La sua carriera inizia con una serie di collaborazioni prestigiose con musicisti quali, tanto per citarne alcuni, Clark Terry, Gary Burton, George Russell, Curtis Fuller,  Ed Thigpen, Nancy Wilson, George Benson ed Herbie Hancock, e quindi i primi passi da leader a cavallo del nuovo secolo. Nel 2001 arriva l’album di debutto, “Living Without Friday”, con cui si guadagna la stima di  George Russell che la definisce “una musicista molto dotata e creativa” mentre il magazine giapponese Jazz Life la descrive come “una dei più grandi talenti nel jazz degli ultimi decenni”.

Da questo momento è un susseguirsi di successi che prosegue ancora oggi, documentato, tra l’altro, da una serie di splendidi album di cui l’ultimo datato febbraio 2012, “Reminescence”, perla Universal Japane Decca Records in Europa.

Per queste ultime occasioni italiane si è presentata in trio con Mauro Gargano al contrabbasso e Michey Salgarello alla batteria cui si è aggiunto, per la serata romana, l’eccellente sassofonista Max Ionata.

Il successo della Yamanaka si basa su alcuni semplici ma essenziali fattori. Innanzitutto una straordinaria tecnica di base. Chihiro comincia a studiare privatamente all’età di 4 anni per proseguire alla Royal Academy of Music in Gran Bretagna e trasferirsi successivamente negli USA, dove si diploma al prestigioso Berklee College of Music. Una tale preparazione le permette di affrontare con estrema disinvoltura qualsivoglia passaggio strumentale; il che non fa di lei una virtuosa, ché anzi la tecnica è sempre posta al servizio dell’espressività.

In secondo luogo, per l’appunto, una straordinaria sensibilità musicale che le ha consentito, nel tempo, di introitare i molteplici influssi che il mondo di oggi propone ad ogni artista e di sintetizzarli in linguaggio del tutto originale.

In terzo luogo un particolare gusto per la melodia affinato probabilmente durante i prolungati soggiorni in Brasile che le hanno fatto conoscere ed apprezzare la musica dei musicisti brasiliani, Antonio Carlos Jobim in vetta a tutti.

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