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Timo Lassy – “In with Lassy” – Schema Records 458

Timo Lassy – “In with Lassy”Evidentemente si sta creando una sorta di profondo legame tra il jazz finlandese e il mondo discografico italiano: non può essere un caso che dopo la Cam anche la Schema Records dia spazio (più che meritato) ad un altro musicista finlandese, vale a dire il sassofonista Timo Lassy che in questo album si presenta in compagnia di Georgios Kontrafouris piano, Antti Lötjönen basso, Teppo Mäkynen batteria, Abdissa Assefa percussioni. In realtà Timo Lassy dovrebbe essere ben conosciuto anche al pubblico italiano essendo stato uno dei componenti di quel ““Five Corners Quintet” che tanto successo ha ottenuto sul piano internazionale. Comunque, anche da solista, Timo ha rapidamente scalato le vette delle classifiche finlandesi ponendosi oggi come un preciso punto di riferimento della scena jazzistica. Ciò grazie ad una eccellente preparazione di base che gli ha consentito di elaborare un linguaggio in cui si mescolano sapientemente input provenienti dall’hard bop, soul music e latin jazz. Ottima anche l’empatia che si è creata nel gruppo composto tutto (l’ avrete forse già capito dai nomi) da musicisti finlandesi con l’eccezione del pianista, greco. Il clima dell’album si apprezza già in apertura con “Teddy the sweeper” in cui il riferimento agli anni ’60, ai gruppi di Art Blakey o di Horace Silver non potrebbe essere più evidente. E la stessa sensazione si ha ascoltando l’intero album che però mai da la sensazione di un qualcosa di noioso, ripetitivo, scolasticamente eseguito… anche perché Timo se la cava benissimo anche con le ballad: lo si ascolti nella splendida “The good life”, composta nel 1962 da Sacha Distel e portata al successo da Tony Bennett, in cui il sax di Lassy si staglia con un sound netto e preciso nella sua dolcezza, ottimamente coadiuvato dai compagni di viaggio. Il fatto è che tutti i musicisti sono eccellenti e che, almeno a mio avviso, si ascolta sempre con maggior piacere ed interesse un buon disco che si rifà all’hard bop o in genere al passato più o meno recente, piuttosto che un disco d’avanguardia suonato male. (GG)

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