I nostri CD. Le melodie di Chris Potter

Chris Potter – “The Sirens” – ECM 2258

thesirensDopo una sorta di apprendistato in casa ECM (è presente in alcuni album ad esempio di Dave Holland, Steve Swallow, Paul Motian, Jason Moran) ecco “The Sirens” il CD che segna l’ esordio di Chris Potter per ECM come leader.

L’ album , come indica lo stesso titolo , è ispirato all’Odissea, un mondo epico da noi assai lontano i cui valori rimangono però immutati nel tempo. Per interpretare al meglio questo tipo di realtà, di ambiente, Potter (al sassofono tenore, soprano e clarinetto basso) ha scelto una band di assoluto livello con Craig Taborn (piano), David Virelles (piano preparato, celeste, harmonium), Larry Grenadier (contrabasso) e Eric Harland (batteria).

E quanti conoscono tali musicisti possono già avere un’idea di quanto si ascolterà nel disco. Potter disegna le sue proverbiali linee melodiche con i sassofoni, il cui suono già all’inizio del primo brano, risulta ammaliante come a voler ricordare il richiamo delle mitiche sirene. Poi il suono si fa più robusto, interviene la sezione ritmica a dare nerbo a tutta l’esecuzione e l’album prende rapidamente quota, supportato da una ritmica straordinaria per inventiva coloristica. E al riguardo occorre sottolineare la felice intuizione di mettere l’uno accanto all’altro due pianisti quali Craig Taborn e David Virelles.

In realtà a stupire è soprattutto quest’ultimo; nativo di Cuba, David si era fatto valere come artista in qualche modo legato alle sue radici; ricordiamo, al riguardo, le collaborazioni con Paquito D’Rivera, Bill Holman, l’ultimo Michael Brecker e successivamente con Steve Coleman. Nel 2007 il primo album da leader “Motion”  (Justin Time) in cui evidenza da un canto le sue origini cubane dall’altro l’approfondita conoscenza del linguaggio bop. In questo “The Sirens” Virelles cambia completamente strada per seguire l’ estetica di Potter e lanciarsi senza rete in straordinari duetti con Craig: li si ascolti con particolare attenzione soprattutto in “Nausikaa”, un delicato bozzetto in cui i due evidenziano tutta la loro sapienza nel disegnare avvolgenti linee melodiche.

Comunque l’impronta dell’album la da decisamente il leader che, oltre a firmare otto dei nove brani presentati, sembra aver raggiunto, stilisticamente, un nuovo punto di partenza, un punto che riassume tutte le esperienze precedenti, ponendosi, però come elemento imprescindibili per futuri sviluppi… soprattutto se continuerà ad avvalersi di musicisti tanto bravi.

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