LARA IACOVINI “Right Together”

Lara Iacovini

Concerto da non perdere martedì 29 ottobre alla Casa del Jazz.  La vocalist Lara Iacovini sarà a Roma  per presentare in concerto il suo nuovo disco “Right Together” (Abeat Records/IRD), disponibile, da giovedì 31 ottobre, nei negozi tradizionali, su iTunes e negli altri digital store.

Sul palco salirà la formazione internazionale che ha partecipato alla realizzazione del disco: Steve Swallow, al basso elettrico, Adam Nussbaum, alla batteria, Paolino Dalla Porta, al contrabbasso, e Roberto Soggetti, al pianoforte.

Lara ha già presentato al Blue Note di Milano (28 ottobre) e sarà al Milestone di Piacenza (31 ottobre).

“Righ Together” è l’incontro della voce di Lara Iacovini con le musiche composte da Steve Swallow, uno dei nomi di punta del jazz internazionale, che per la prima volta collabora con una cantante italiana. Il disco, al quale partecipano anche Andrea Dulbecco, al vibrafono, e Giovanni Mazzarino, al piano, è un intreccio elegante di melodie swing e sonorità provenienti dal jazz elettrico.

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I nostri CD. Quando il canto è borderline: Gianmaria Testa e Joe Barbieri

I NOSTRI CD

Nel campo della musica ci sono vocalist di complessa decifrazione in quanto, nella loro arte coniugano input provenienti da mondi diversi comunque uniti in mirabile sintesi. Così è divenuto abbastanza frequente l’incontro tra canzone d’autore e jazz, sia nel richiamo di sonorità e ritmi, sia con la presenza, nei lavori dei cantautori, di jazzisti ben noti. A questa categoria di vocalist appartengono certamente Gianmaria Testa e Joe Barbieri che recentemente hanno firmato due album degni di rilievo.

Men at work“Men at work” (INCIPIT RECORDS INC 166) di Gianmaria Testa è un lavoro molto complesso: 23 canzoni che abbracciano praticamente un arco di carriera ventennale racchiuse in un doppio CD live realizzato nel corso di una tournée in Germania nel 2012 con un gruppo di straordinari musicisti (Giancarlo Bianchetti chitarre, Nicola Negrini contrabbasso e basso elettrico e Philippe Garcia batteria) e un DVD, sintesi di un concerto registrato alle Officine Grandi Riparazioni di Torino dove una volta si riparavano le locomotive e ora sede di grandi eventi. Il titolo del lavoro richiama da un canto i lavori in corso che sempre si trovano sulle autostrade tedesche, dall’altro il tema del lavoro che, soprattutto nel nostro Paese, manca oramai da troppi anni condannando le giovani generazioni ad un’inerzia forzata.
Gianmaria affronta tali tematiche con grande rispetto e delicatezza non disgiunta dalla forza della denuncia; prendete ad esempio “Cordiali saluti”: questa “è la frase con cui terminano le lettere di licenziamento”, racconta il cantautore; ma da osservatore acuto della moderna società, Gianmaria ha ben presente anche altre storture che ci affliggono, dal razzismo all’egoismo nazionalistico per cui, scrive nelle note di presentazione del lavoro, ognuno si porta dentro la propria frontiera.
Stilisticamente Testa rimane fedele a sé stesso, a quello stile che lo ha caratterizzato oramai da anni e che lo ha reso famoso prima in Francia ed ora anche da noi; quindi dal punto di vista armonico, una serie di richiami a quelle musiche che fanno parte della sua cultura : dal rock al tango, dal liscio al blues …fino alle canzoni popolari della sua terra. Il tutto interpretato con quel suo canto che, come osserva acutamente il giornalista francese Richard Robert, “non è solo suono: è anche profumo, leggero e avvolgente- talora persino ossessivo”.

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I nostri CD. IN DUE SI SUONA MEGLIO

I NOSTRI CD

In campo musicale la formula del duo è particolarmente rischiosa in quanto se è vero che esalta ogni potenzialità dell’artista, è altrettanto vero che nulla perdona: ogni minimo sbaglio, ogni incertezza viene evidenziato e denunciato senza scampo. Per fortuna, negli album che vi presento in questa sede di incertezze non ne ho sentite in quanto si tratta di artisti davvero di grande statura.

Ralph Alessi, Fred Hersch – “Only Man” – Cam Jazz 7864-2

Questo è il secondo album del trombettista Ralph Alessi per la Cam dopo il debutto con “Cognitive Dissonance”. Questa volta Ralph si presenta in duo con Fred Hersch , un pianista che in questi ultimissimi tempi sta raccogliendo i favori del pubblico e della critica anche italiani avendo firmato un altro eccellente album in duo, con il clarinettista Nico Gori (“DaVinci” Bee Jazz, 2012) . Questo “Only Man” non è certo di facile ascolto data anche la particolarità dell’organico; eppure, se si supera lo scoglio dei primi due, tre minuti d’ascolto, poi il CD presenta come una sorta di forza ipnotica che ti porta alla fine dei sessanta minuti di musica. Tuttavia, per una piena comprensione, il disco necessita almeno di due, tre ascolti. In effetti il percorso disegnato dai due si svolge attraverso un sentiero stretto, difficile, composto da brani originali con l’eccezione di due composizioni altrui: “San Francisco Holiday” di Thelonious Monk e “Blue Midnight” di Paul Motian. Ciò detto va rilevata la forza espressiva dei due musicisti che si muovono con grande musicalità e sensibilità sia che improvvisino sia che eseguano parti totalmente scritte. In particolare il pianista evidenzia un eccellente controllo della propria energia oscillando tra romanticismo e astrattismo mentre il trombettista si muove su uno spettro sonoro molto ampio ,utilizzando anche la sordina, con un fraseggio stretto, asciutto, breve, caratterizzato da un costante controllo della dinamica. Di qui una musica in costante equilibrio creativo e sonoro in cui mai, neppure per un momento, si ha la sensazione che il tecnicismo prevalga sulla sincerità dell’ispirazione; anzi, in alcuni momenti si ha la sensazione che i due procedano per sottrazione, lasciando respirare le note, lasciando all’ascoltare il tempo di assorbirle, di comprenderne la portata.

I nostri CD. Un viaggio in Africa con Pietro Tonolo

Con questo bel disco, Pietro Tonolo si iscrive di diritto tra quanti hanno saputo dire una parola originale nell’ambito del cosiddetto etno-jazz. Di che si tratta? In buona sostanza di mescolare elementi jazzistici con elementi tratti dalla tradizione più profonda di un popolo, in questo caso africano. L’album trae origine da due circostanze egualmente importanti: un viaggio effettuato da Tonolo in Senegal e il fatto che a Bergamo vive Dudu Kouate, eccellente percussionista già membro di Odwalla. I due si incontrano e decidono  di fare un album in cui – come spiega lo stesso titolo “Dajaloo – stare insieme in lingua wolof” il linguaggio jazzistico si fonda con le percussioni africane, in un gioco di specchi, di rimandi che determina, però, la perfetta riconoscibilità di ambedue le componenti. Ad evidenziare maggiormente un tale accostamento, la stessa composizione dell’organico che vede  un classico quartetto jazz, composto da Pietro Tonolo ai sax soprano e tenore, Giampaolo Casati alla tromba e cornetta, Roberto Rossi al trombone e Giancarlo Bianchetti chitarra acustica ed elettrica, dialogare fittamente con un quartetto di percussionisti composto, oltre che dal già citato Dudu, da Naby Camara, Moulaye Niang e Alex Bottoni purtroppo scomparso pochi mesi dopo la registrazione dell’album che ovviamente viene a lui dedicato.

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Tanto jazz nella nuova stagione dell’Università di Tor Vergata

Danilo Rea

Danilo Rea

Jazz, musica klezmer, classica, musica da film, incontri con compositori e con registi di cinema e teatro, un’orchestra sinfonica e un quartetto d’archi, pianoforte jazz e classico, un ensemble di percussioni: questo in estrema sintesi il programma della nuova stagione dei concerti dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata presentato alla stampa questa mattina (mercoledì 16 ottobre).

Dunque dopo due anni di forzata interruzione, causa taglio fondi, la musica ritorna a Tor Vergata con un’altra ricca stagione promossa da.

Si parte dunque il 23 ottobre con Danilo Rea, uno dei più apprezzati musicisti jazz italiani, grande improvvisatore e sensibilissimo interprete. Ha voluto intitolare questo suo concerto “Classica in jazz”, perché si svolgerà come una sorta di dialogo tra un pianoforte jazz e le melodie eterne di grandi compositori classici, quali Pëtr Ilic Ciajkovskij, Giacomo Puccini e Maurice Ravel, arrangiate e dirette da Stefano Fonzi sul podio dell’Orchestra Roma Sinfonietta. La seconda parte del concerto sarà dedicata ad Ennio Morricone di cui l’orchestra eseguirà le musiche per “Nuovo cinema Paradiso”, “C’era una volta il West”, “Giù la testa” e “Mission”, anch’esse impreziosite dalle  improvvisazioni di Danilo Rea.

Il 30 ottobre sono di scena i KlezRoym, un gruppo musicale italiano di musica klezmer, fondato nel 1995. Il klezmer è un esempio di forma musicale tradizionale in continuo sviluppo, perché è la musica tipica delle comunità ebraiche askenazite e sefardite ma ha assorbito moltissimo anche dal folklore est-europeo e zigano. Da parte loro i KlezRoym vi portano influenze mediterranee, italiane e jazz. Il risultato è una musica estremamente coinvolgente, che combina l’espressività tipicamente ebraica con sonorità più moderne. In quest’occasione suona con loro il Quartetto d’archi Roma Sinfonietta.

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Rachmaninov entusiasma il pubblico romano

Sergei_RachmaninoffCari amici, spero che mi perdonerete questo sconfinamento in un campo che non è proprio di questa sede, ma non posso fare a meno di raccontarvi due splendide serate che ci sono state offerte dall’Accademia di Santa Cecilia nella sede dell’Auditorium Parco della Musica.

L’8 e il 10 ottobre scorsi si è svolto il “Gala Rachmaninov” ovvero l’esecuzione nella prima serata del “Concerto per pianoforte n.1” del “Concerto per pianoforte n.2” e nella seconda serata del “Concerto per pianoforte n.4”, della “Rapsodia su un tema di Paganini per pianoforte e orchestra op.43” e del “Concerto per pianoforte n.3”; a dirigere l’Orchestra di Santa Cecilia il maestro Alexander Sladkovsky mentre i solisti sono stati, nell’ordine, Dimitry Mayboroda, Giuseppe Albanese, Sean Botkin, Mariangela Vacatello, Nikolay Lugansky.

La scelta di parlarvi di queste due serate non è, comunque, del tutto ingiustificata dato che i legami tra il jazz e il compositore russo ci sono e ben saldi. Così è noto che Rachmaninov quando ebbe modo di ascoltare Art Tatum disse che si trattava del più grande pianista vivente. Di converso Keith Jarrett ha spesso indicato in Rachmaninov uno dei suoi autori preferiti. In linea più generale l’influenza di Rachmaninov sulla cultura americana è stata davvero notevole; in particolare l’effetto della sua musica (specie dei concerti per pianoforte e orchestra ascoltati a Roma) hanno informato l’immaginario musicale degli americani per anni. Ma non è finita ché la musica del compositore russo si ritrova a piene mani nelle cosiddette Silly Symphonies (le sinfonie sciocche) vale a dire quelle melodie classiche divenute popolari perché utilizzate per accompagnare i cartoni animati degli anni Trenta, spesso arrangiate in chiave jazzistica. Così  temi immortali di Rachmaninov  (ma anche di Chopin, Ciaikovski, Liszt) sono entrati nel repertorio delle grandi orchestre, fornendo eccezionali spunti agli arrangiatori per confezionare canzoni di successo.

Ma torniamo al “Gala” di Roma. La prima sera, causa traffico, ho perso il “Concerto n.1” che amici degni di fede mi dicono essere stato eseguito dal pianista con grande tecnica e sincera partecipazione.

Il “Concerto n.2” rappresenta sotto  molti punti di vista una punta d’eccellenza nella produzione del compositore russo; la splendida melodia, il particolare colore orchestrale, la ricchezza della tavolozza timbrica ne hanno fatto, nel tempo, uno dei brani che, come spesso accade, sono stati bistrattati dai critici e amati dal pubblico. Ad eseguirlo in funzione di solista è stato chiamato Giuseppe Albanese, giovane pianista dotato indubbiamente di grande tecnica. Ed in effetti di tale tecnica Albanese ha fatto gran mostra per accattivarsi un pubblico che alla fine gli ha dedicato una standing ovation – probabilmente eccessiva – cui Albanese ha risposto con la concessione – forse anch’essi un po’ eccessivi – di ben tre bis. Personalmente abbiamo trovato il pianista sicuramente in possesso di una solidissima preparazione di base cui non sempre ha corrisposto un’eguale partecipazione emotiva e conseguente scavo nelle pieghe della partitura.

Semplicemente indimenticabile la serata del 10 sia per la bellezza del repertorio sia per la qualità dell’esecuzione.

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