Vi spiego… il sassofono: Daniele Scannapieco

Daniele Scannapieco

Daniele, la prima domanda che rivolgo ai musicisti che intervisto è sempre la stessa. Perché il sassofono e quando hai capito che avresti vissuto facendo il musicista?

“Beh, l’ ho scelto a metà degli anni ottanta. In effetti era un periodo in cui nel pop il  sax si usava parecchio, catturava l’ attenzione… insomma, era un po’ ruffiano, e ha attirato anche me. Io  ho iniziato da piccolino a studiare, a sei anni, ma ho cominciato con il clarinetto. Il sassofono è arrivato quando avevo oramai 13 o 14 anni , comprato ovviamente da mio padre. E’ stato tre o quattro anni dopo che ho capito  che poteva essere lo strumento della mia vita.  Inizialmente lo suonavo un po’ per gioco, anche perché era il veicolo verso un tipo di musica diversa per me, che fino a quel momento suonavo nella banda del paese”.

Quindi solo dopo è arrivato il jazz…

“Solo dopo sono arrivato al Jazz, prima suonavo in vari gruppetti di musica pop con gli amici”.

Allora andiamo a vedere insieme questo strumento. Quanti tipi di sassofono esistono?

“Ne esistono tanti, a parte i più conosciuti che sono il sax tenore, il sax contralto, il soprano. Ad esempio il sopranino, che ha un taglio ancora più alto del soprano. Ci sono il baritono, il basso. Il sassofono basso non è diffuso, ce ne è qualche esemplare, c’è solo qualche matto che lo suona!”.

saxophonefamily

Ti  interrompo perché mi ha sempre incuriosito il fatto che vedo molti tenoristi spesso suonare anche il sax soprano, come mai?

“Si! Perché il sax tenore e il sax soprano hanno lo stesso taglio, ovvero sono tutti e due strumenti in si bemolle.  Per cui le posizioni, la corrispondenza mano – nota è identica, sono assolutamente identici ma il sassofono soprano è di un’ ottava sopra il tenore. E’ più naturale che il soprano lo suoni un tenorista piuttosto che un contraltista, quindi. Il sax contralto ha una meccanica simile ma è tagliato in mi bemolle: come il baritono.  Sono registri diversi, ottave diverse”.

Ma è vero che è più faticoso suonare il sax soprano del sax tenore?

“Si è vero, perché il problema è l’ emissione. Il sax soprano è più piccolo. Per quanto riguarda gli strumenti a fiato, più essi sono piccoli più aumenta la difficoltà di emissione”.

Questo perchè? Cosa serve, più fiato?

No serve un tipo di emissione diversa,  più precisa. Nel sax tenore il becco (o bocchino) è più grande, puoi permetterti delle sbavature perché l’ ancia ha maggiore facilità di vibrazione.  Con il soprano devi essere preciso proprio perché l’ ancia, avendo meno spazio, deve vibrare nel modo giusto perché emetta una giusta intonazione. Non puoi sbagliare posizione, se no stoni.”

A proposito di ance, ne esistono di vari tipi, giusto?

Le ance si distinguono a seconda del tipo di taglio. Esistono anche unfiled e ance filed, ovvero non tagliate e tagliate, si riconoscono a seconda se sul dorso dell’ ancia stessa si trova o meno un semicerchio, Quella dritta è quella tagliata, quella sul semicerchio è quella non tagliata, o unfiled. Ognuno si trova bene con una o con l’ altra, io uso ance unfiled.

filed unfiled

Ti dico la verità, le ance, essendo comunque di materiale organico, di canna, sono sempre complicate da scegliere, è sempre un terno al lotto trovare quelle giuste, che suonano bene.”

Questo ce lo diceva anche Gabriele Mirabassi per il clarinetto, descrivendoci  questa tormentosa ricerca delle ance…

“Si spesso invidio i trombettisti, mettono il bocchino e suonano, noi invece …”.

In realtà Fabrizio Bosso ci parlava della tormentosa ricerca del bocchino giusto per la sua tromba!

Guarda, mi è successo ad esempio una volta durante il concerto che mettendo il copri bocchino ho rotto l’ ancia. Li veramente mi sarei ammazzato, poi non ti ammazzi, naturalmente,  però è dura, è difficile.”

Quanta estensione di ottave ha il sassofono? Tu sei un tenorista, parliamo del tuo sassofono.

“Si io sono un tenorista ma in realtà suono anche il soprano e ultimamente anche il contralto, e (indegnamente)  anche il flauto (ride, n.d.r. ) Il sax ha, diciamo due ottave e mezzo, arrivi anche a tre, tre e mezzo magari, si ci puoi arrivare, con le note acute.

Per un sassofonista sono più ardui i suoni acuti o quelli gravi?

“Diciamo che sono due approcci diversi, non c’è tanta differenza, hanno delle difficoltà sia gli uni che gli altri.”

Bisogna studiare molto..

Eh si, molto, quello si, quello sempre.”

Parliamo del becco, o bocchino. Alcuni sassofonisti usano il becco in metallo, altri invece no.  Perché? Qual è la differenza?

“Normalmente sul sax tenore molti preferiscono il metallo, poiché è un sax che ha un suono scuro ed il metallo ha un’ apertura tale che il  colore del suono che ne proviene risulta un po’ più chiaro, come dire, compensa un po’ il suono scuro dello strumento. Io invece uso un becco di ebanite ma il suono è più o meno lo stesso di quello che avevo quando usavo il becco in metallo. A volte sono un po’ “fisse” che uno si crea. Io ad esempio mi trovo male con il metallo, perché mi fa vibrare tutta la parte superiore della bocca. Dipende anche dalla conformazione morfologica del viso del sassofonista. Io preferisco l’ ebanite, su questo non ho dubbi, ebanite tutta la vita!”.

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