Aldo Sinesio, un grande del jazz

Aldo SinesioSono passati più di quattro mesi dalla scomparsa del produttore musicale, regista e documentarista Aldo Sinesio ma è importante ricordare – seppure a distanza di tempo – la sua visionaria figura. Morto il 3 luglio a Riano (nei dintorni di Roma) ad ottantatre anni e nato a Porto Empedocle, Sinesio è stato un personaggio scomodo, un intellettuale ed un produttore di cultura indipendente. Nel 1963 girò “Tutto il bello dell’uomo”, drammatica pellicola sulla mafia (con Lando Buzzanca e Lilla Brignone; musiche di Piero Umiliani) e all’isola natìa dedicò anche il documentario televisivo “Viaggio in Sicilia”.

Eppure il nome di Sinesio è associato soprattutto all’etichetta discografica Horo Records (dal nome di una divinità egizia)  che fondò nel 1972 a Roma e costituì il modello delle etichette indipendenti europee ed italiane. In una situazione molto diversa da oggi (con spazi ristretti, un gretto provincialismo culturale e poco prima del determinarsi di un pubblico giovanile di massa per la musica afroamericana), Aldo Sinesio ebbe il coraggio di documentare la nuova scena italiana, l’avanguardia e la tradizione jazzistica con album che ancora oggi sono oggetto di interesse per studiosi, appassionati, collezionisti. Mai ristampati in Cd (anche se l’ipotesi era stata vagliata dal produttore), mai ceduti nonostante le pressioni e le richieste, gli oltre settanta Lp della Horo (tra cui la serie “Jazz a Confronto”) costituiscono un corpus variegato e rappresentativo del libertario jazz degli anni ’70, con tutte le sue  fertili contraddizioni.

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