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“Miles Davis la storia illustrata” – ilSaggiatore – pgg. 223 – euro 40,00

Questo splendido volume è dedicato, in particolare, agli amanti di Miles Davis… e delle belle fotografie. In effetti il libro ripercorre la vita del grande trombettista attraverso una serie di splendide foto tratte dagli archivi di artisti famosi quali Francis Wolf, William Gottlieb, Bob Willoughby, William “PoPsie” Randolph, Lynn Goldsmith e altri. Così il volume si apre con una pagina dedicata ad alcuni degli album più famosi di Davis cui fa seguito una foto a tutta pagina che ritrae il trombettista in un momento di pausa mentre si deterge il sudore con un fazzoletto bianco. Dopo un’altra foto dedicata a Miles giovane, si entra nel vivo del “racconto” suddiviso in 8 capitoli, introduzione e postfazione: introduzione: Running the Voodoo Down; 1) il giovane artista (1926-1948); 2) “Birth of the cool” (1949-1953); 3) Hard bop (1954-1958); 4) “Kind of blue” (1958-1963); 5) Una nuova energia (1964-1968); 6) “Bitches Brew” e oltre (1964-1974); 7) Caduta e risalita (1975-1985); “Tutu” e sipario (1986-1991); postfazione: La seconda vita di Liles di Nate Chinen

Le parti scritte sono affidate a critici e a jazzisti di calibro assoluto quali, tantopèer fare qualche nome, Ashley Kahn, George Wein, Robin D.G. Kelley, Francis Davis tra i primi e Clark Terry, Sonny Rollins, Ron Carter, Herbie Hancock, Dave Liebman, tra i secondi con in più molti brani tratti dalla sua autobiografia. Il volume è corredato da un sempre utile indice analitico.

Quasi inutile dire come la figura di Davis venga lumeggiata in tutti i suoi molteplici aspetti dal momento che, come si nota dal su citato indice, il trombettista ha vissuto da assoluto protagonista tutte le vicende del jazz a partire  dalla fine degli anni quaranta fino al 28 settembre 1991 quando un attacco di polmonite lo stronca, all’età di 65 anni, a Santa Monica (California).

Certo, su Miles si è già scritto tanto, ma risulta sempre di estremo interesse leggere con quanto amore e quanto rispetto i suoi “colleghi” ne parlano; così, ad esempio Clark Terry, che fu il primo mentore di Miles, ricorda con affetto il tempo in cui – cito testualmente – “accompagnavo Miles in posti come il Barrel dove ci sedevamo a suonare e in un posticino in Olive Street, di fronte al Tune Town Ballroom”. Dal canto suo Sonny Rollins sottolinea come “Miles elaborò un modo di suonare diverso. Voglio dire che non sceglieva la strada che molti sceglievano. Aveva il suo approccio. Miles mi è sempre piaciuto più dei suoi coetanei come il grande Fats Navarro”.

E come non condividere queste affermazioni? Insomma se amate il jazz, se amate Davis, se amate le belle foto questo è il libro per voi.

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