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Dario Germani, intervistato poco tempo fa da “A proposito di Jazz”, torna nella Capitale giovedì 9 gennaio alle ore 21 per inaugurare con il suo progetto “For Life” la prima stagione del Jazzit Club, prodotto dal magazine Jazzit all'Auditorium Antonianum di Roma in viale Manzoni n.1. Ad affiancarlo sul palco Stefano Preziosi, sassofonista poliedrico (sax contralto) con cui collabora da anni e Luigi Del Prete, batterista di grande personalità. Special guest, il trombettista .

“For Life” è stato già stato protagonista della Giornata Internazionale del Jazz indetta dall'Unesco all'Alexander Platz Jazz Club di Roma, nonché di alcune manifestazioni di rilievo, tra cui l'Atina Jazz Festival ed il Jazzit Fest di Collescipoli. L'omonimo album, prodotto ed edito dall'etichetta Tosky Records diretta da Giorgio Lovecchio e Davide Belcastro, è stato registrato lo scorso febbraio nella meravigliosa Villa d'Este di Tivoli su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Per questo primo lavoro, Dario Germani ha scelto una formazione in trio pianoless con special guest il tenorsassofonista Max Ionata, che impreziosisce questo lavoro con la sua forte e prolifica personalità. Ed in effetti Germani ha chiamato Max per motivi che gli stesso ha esplicitato: “Conosco da tempo i vari progetti di Max, nelle varie formazioni. Ha affermato Germani – Mi ha colpito soprattutto uno degli ultimi dischi che ha registrato in trio pianoless con una ritmica americana: una direzione che anche io sentivo di voler prendere. Anche la Tosky Records ha dimostrato un grande interesse per quest'. Poi la sua professionalità, l'originalità, la simpatia e la grande apertura e disponibilità nel confrontarsi, hanno fatto il resto.”

“For Life”, titolo del disco e del brano con cui si apre l'album, è un chiaro omaggio alla vita, rappresentata autobiograficamente attraverso ogni singola traccia: “E' il mio primo disco da leader: ho cercato di dare il massimo sotto tutti i punti di vista. Registrare in una location come Villa d'Este ha contribuito molto a far emergere il mio lato più intimo. Poi, pensare che in quelle stanze Liszt ha composto ciò che ancora adesso definiamo “patrimonio dell'umanità”, mi fa venire i brividi!”

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