I nostri CD

I NOSTRI CD

Stefano Bagnoli We Kids Trio – “Un altro viaggio” – usr 115/S

Ecco il secondo album inciso da questo trio del tutto anomalo composto dal batterista Stefano Bagnoli, dall’alto sassofonista Francesco Patti e dal contrabbassista Giuseppe Cucchiara. Trio anomalo, dicevamo, non solo per l’organico ma anche per il fatto che fra il leader e i suoi due partners corrono molti anni di differenza: insomma suonano assieme un maestro e due allievi. Il risultato? Sorprendentemente felice. Ad onta della differente età (e quindi si suppone delle diverse formazioni culturali) i tre non solo suonano con grande intesa ma sembrano anche divertirsi un mondo…il che non guasta. Il repertorio è costituito in massima parte da standard con l’aggiunta di due originali e un pezzo tratto dal repertorio “colto” (l’Adagio dal “piano concerto in A minor” di Grieg). Ovviamente il peso maggiore dell’album ricade su Bagnoli ma il musicista ha spalle ben larghe per reggere l’impresa. Così gli arrangiamenti suonano freschi, originali, a volte venati da una sottile ironia che mai fa male e soprattutto disegnati in modo tale da rendere giustizia ai giovanissimi partners che , rispetto al primo album, appaiono più maturi e consapevoli dei propri mezzi espressivi. Al riguardo si ascolti “Sophisticated Lady” affidata al solo contrabbasso di Giuseppe Cucchiara e i numerosi solo di Patti con particolare riguardo per quello in “Smile”. Ma tutti i brani sono assolutamente godibili: ad esempio la rilettura del celebre “Close to you” di Bart Bacharach è assai particolare, frutto di un intenso lavoro in studio tanto che come spiega lo stesso Bagnoli “abbiamo lavorato un mese in fase di missaggio per definire, correggere, aggiungere, tagliare e incollare!”. Convincenti anche le riproposizioni del tema di Harry Potter, “Hedwig’s Theme” di John Williams e “I’m old fashioned” di Kern e Mercer mentre l’unico punto in comune -come repertorio – con il primo album è il brano “We Kids” che, spiega ancora Bagnoli, “riproporremo in ogni disco in una veste sempre diversa”.

Franco D’Andrea. Monk and the Time Machine

Franco D'Andrea - foto Andreas Pichler

Effervescente conferenza stampa di presentazione incentrata su Franco D’Andrea il 10 mattina all’auditorium Parco della Musica. Carlo Fuortes (amministratore delegato della fondazione “Musica per Roma”), Roberto Catucci (responsabile dell’etichetta Parco della Musica Records) e soprattutto D’Andrea (proclamato miglior musicista del 2013 dal referendum della rivista “Musica Jazz”) hanno illustrato vari progetti e dialogato con giornalisti ed addetti ai lavori per circa un’ora; c’è stato anche il tempo per una breve esibizione in piano solo nonché per aneddoti e ricordi del musicista meranese, particolarmente comunicativo.

In buona sostanza è stato presentato il doppio Cd “Monk and the Time Machine” (uscita ufficiale 13 gennaio), registrato il 22-23 aprile 2013 al Parco della Musica e realizzato da D’Andrea insieme al suo rodato sextet: Mauro Ottolini, Andrea Ayassot, Daniele D’Agaro, Aldo Mella e Zeno De Rossi. “Monk – ha spiegato il pianista – è arrivato tardi nel mio  immaginario sonoro, negli anni ’80. Prima non l’avevo capito bene; è un musicista emblematico che porta in sé tutte le tracce della storia del jazz, avendo cominciato dallo stride piano. E’ una personalità avventurosa, molto avanti rispetto alla sua epoca, e c’è qualcosa che sempre sfugge. All’interno della sua musica ci sono una serie di mondi che si possono scomporre”. Dopo alcune registrazioni in piano solo, questo è il primo album con formazione allargata da lui dedicato al magistero di Thelonious Monk.

(altro…)