Claudio Abbado

ABBADO

Certo, con il mondo del jazz nulla aveva a che spartire, ma con quello della musica sì, eccome: ne rappresentava, infatti, una delle espressioni più elevate, una sorta di incarnazione se mi consentite l’espressione.

Sto parlando, ovviamente, del maestro Claudio Abbado morto qualche giorno fa nella sua casa di Bologna a 81 anni. La notizia non è giunta inattesa dato che il maestro da lungo tempo lottava contro la malattia; inoltre venerdì scorso avevo letto all’Auditorium un avviso che la nuova Orchestra Mozart (da lui diretta con straordinaria passione dal 2004) non avrebbe più tenuto i programmati concerti. Insomma i segnali c’erano tutti chiari, inequivocabili a volerli interpretare nel modo giusto… eppure l’annuncio che Abbado non era più tra noi  mi ha colto impreparato, come se davvero una cosa del genere non potesse e non dovesse realmente accadere. E’ invece è accaduta lasciandoci tutti un po’ più poveri.

L’ho scritto tante volte ma mi pare giusto ribadirlo in questa sede. In un periodo di lunga crisi come l’attuale, una delle pochissime realtà di cui andare fieri è quella dell’arte e della musica in particolare, con i nostri straordinari talenti riconosciuti in ogni dove.

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