Se n'è andato un altro gigante della musica

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ABBADO

Certo, con il mondo del jazz nulla aveva a che spartire, ma con quello della musica sì, eccome: ne rappresentava, infatti, una delle espressioni più elevate, una sorta di incarnazione se mi consentite l'espressione.

Sto parlando, ovviamente, del maestro Claudio Abbado morto qualche giorno fa nella sua casa di Bologna a 81 anni. La notizia non è giunta inattesa dato che il maestro da lungo tempo lottava contro la malattia; inoltre venerdì scorso avevo letto all'Auditorium un avviso che la nuova Orchestra Mozart (da lui diretta con straordinaria passione dal 2004) non avrebbe più tenuto i programmati concerti. Insomma i segnali c'erano tutti chiari, inequivocabili a volerli interpretare nel modo giusto… eppure l'annuncio che Abbado non era più tra noi  mi ha colto impreparato, come se davvero una cosa del genere non potesse e non dovesse realmente accadere. E' invece è accaduta lasciandoci tutti un po' più poveri.

L'ho scritto tante volte ma mi pare giusto ribadirlo in questa sede. In un periodo di lunga crisi come l'attuale, una delle pochissime realtà di cui andare fieri è quella dell' e della musica in particolare, con i nostri straordinari talenti riconosciuti in ogni dove.

Ecco, Abbado apparteneva per l'appunto a questa genia, a quegli artisti che tutto il mondo  adora e ci invidia; non a caso Riccardo Muti, nel commentare l'evento ha esplicitamente affermato «Sono profondamente addolorato per la perdita di un grande musicista che per molti decenni ha segnato la storia della direzione d'orchestra e dell'interpretazione musicale nelle istituzioni internazionali»; dal canto suo Daniel Barenboim ha ricordato una delle caratteristiche importanti di Abbado, il suo amore per i giovani: “Significativo – ha sottolineato l'attuale direttore musicale della Scala – il sostegno che Claudio ha dato ai ragazzi, dimostrando che musicisti giovani e inesperti possono fare musica ai più alti livelli quando lavorano con il giusto atteggiamento e impegno”. Come non ricordare, al riguardo, il grandioso concerto a Bologna del 2008 che ha portato sul palco novecentotrenta giovani musicisti tra cui seicento bambini, ancora una volta a rafforzare il forte legame tra la musica e i giovani, e gli aspetti educativi e di solidarietà che la musica stessa può portare: “le cose – amava ripetere Abbado – sono di qualità soltanto se sono fatte con gioia” … “la gioia del fare musica insieme”. E attraverso la musica – argomentava ancora il maestro – è possibile far  giungere un messaggio di pace e solidarietà ai giovani di tutto il mondo.

Riccardo Chailly, che presto succederà a Barenboim nella carica di direttore musicale della Scala, ha tenuto ad evidenziare un'altra delle grandi qualità di Abbado: “La scomparsa di Claudio lascia un grande vuoto nella storia dell'interpretazione musicale”.

Abbado con Orchestra Mozart Abbado1

E sì, perché Abbado è stato un grandissimo direttore d'orchestra anche perché ha saputo portare il fatto interpretativo a livelli difficilmente eguagliabili: il maestro studiava a fondo ogni partitura, la esaminava nei più intimi risvolti sino a farla propria e quando dirigeva, quando provava, la sua cura maniacale dei dettagli serviva proprio a trasferire ai suoi orchestrali questa sua concezione di ciò che si andava ad eseguire; memorabile, in tutti gli appassionati, la sua particolare visione di Beethoven…, lo storico “Simon Boccanegra” del 1977 con la regia di Strehler, la riscoperta del “Viaggio a Reims” rappresentata al Rossini Opera Festival di Pesaro il 18 agosto 1984, con la regia di Luca Ronconi e la scenografia di Gae Aulenti, la particolare attenzione dedicata alle composizioni di Boulez e Nono… solo per citare qualche esempio. Insomma un innovatore, un artista che mai si accontentava dei risultati raggiunti, un artista che veramente ha dedicato alla musica tutta la sua esistenza.

Ricordo quelle volte che ho avuto la fortuna di assistere ad un suo concerto: mi ha sempre colpito la precisione e leggibilità del gesto, l'entusiasmo che metteva nel “leggere” le partiture come a voler condurre per mano l'orchestra verso la meta della perfezione assoluta e infine quella sorta di modestia che lo accompagnava nel ricevere i meritati applausi di un pubblico entusiasta.

In queste ore, purtroppo, la Rete sta mostrando il suo lato peggiore: si è, infatti, scatenata una indegna polemica se Abbado fosse degno della nomina di senatore a vita attribuitagli dal presidente Napolitano il 30 agosto scorso o se non avesse, piuttosto, dovuto rifiutarla come prima di lui fecero Toscanini e Montanelli.

Ecco, lasciamo queste “polemicucce” a chi ne è degno e concludiamo con la musica: in memoria di Claudio Abbado l'orchestra Filarmonica della Scala lunedì 27 gennaio, alle 18, eseguirà la Marcia funebre dall'Eroica di Beethoven. L'esecuzione, con sala vuota e porte aperte, sarà diretta da Daniel Barenboim e verrà diffusa nella Piazza di fronte al Piermarini, nel cuore di Milano.

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