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Giorgia Barosso – “Stories yet to tell” – Raffinerie Musicali 018JZ

Quali sono le storie cui si riferisce Giorgia Barosso in questa sua nuova fatica discografica? “Quelle ancora da raccontare…ed è bello poterlo fare con la musica” risponde la stessa Barosso; ma probabilmente sono, anche, le storie che oramai da lunghi decenni ci raccontano gli standard del jazz ovvero le indimenticabili composizioni scritte dai vari Cole Porter, Styne e Cahn, Arlen e Mercer…e via di questo passo. Un patrimonio musicale che il vostro cronista ha esaminato a fondo durante le sue guide all’ascolto presso la Casa del Jazz e che hanno raccolto un grande consenso da parte del pubblico. Eppure è sempre più aspra la polemica alimentata soprattutto da chi ritiene che oggi ripresentare gli standard sia operazione inutile se non dannosa. Per cui ci vuole un particolare coraggio a presentarsi al pubblico e alla critica con un disco basato su pezzi incisi letteralmente centinaia di volte alternati con degli original. Giorgia lo ha fatto e solo per questo si guadagna una nota di merito… ma ovviamente c’è dell’altro. C’è un gruppo straordinario costituito da Fabrizio Bosso alla tromba, Riccardo Bianchi alle chitarre, Mario Zara al pianoforte & Rhodes, Marco Antonio Ricci al contrabbasso e Michele Salgarello alla batteria; ci sono gli original firmati Barosso-Zara (quest’ultimo responsabile anche degli arrangiamenti) e c’è la bella voce della vocalist, che si muove con grande padronanza all’interno di un repertorio, come si accennava, assai impegnativo affrontato in modo differenziato. Un esempio per tutti: la versione funky del brano d’apertura “Love for sale”; il pezzo è stato inciso letteralmente centinaia di volte e da voci femminili tra le più prestigiose come Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Anita O’Day, Dinah Washington, Dianne Reeves e Dee Dee Bridgewater. Per una cantante, quindi, l’idea di riproporlo è, se possibile, ancora più ardua. Giorgia Barosso e i suoi compagni affrontano la prova con coraggio ed evitano qualsivoglia paragone fornendo un’interpretazione del tutto personale: la Barosso dialoga prima con il pianoforte e poi con la tromba di Fabrizio Bosso, che si produce in uno dei suoi magnifici assolo.

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  2. Giorgia Barosso – “Stories yet to tell”
  3. Claudia Cantisani – “Storie d’amore non troppo riuscite”
  4. Erika Dagnino Quartet – “Signs”
  5. Lorena Fontana – “A Vision”
  6. Elisabetta Guido – “Let your voice dance”
  7. Gianna Montecalvo – “While we’re young. Tribute to Alec Wilder”
  8. Helga Plankensteiner – “Plankton”
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