La musica bella di Pierluigi Balducci con Taylor, McCandless e Rabbia

Pierluigi Balducci (foto Dorit Winkler)

Pierluigi Balducci (foto Dorit Winkler)

Se dovessi trovare un aggettivo per definire il concerto al Folkclub di Pierluigi Balducci con Paul McCandless (oboe e sax), Michele Rabbia (batteria) e John Taylor (pianoforte) lo definirei “morbidamente complesso”. Ovvero melodico, fruibile, accattivante ma non “easy” nel senso deteriore del termine. E il motivo non è difficile da capire.

Pierluigi Balducci suona il basso elettrico portando un retroterra di suggestioni varie che fanno parte di un suo personalissimo linguaggio musicale: il Jazz naturalmente, ma anche il tango, la musica brasiliana, e – come orgogliosamente ricorda durante il concerto – anche la sua Puglia. Non collage, piuttosto trama, tessuto di suoni che sembrano essere connaturati a John Taylor e Paul McCandless, e a Michele Rabbia, che trasforma quei suoni in battiti e altri suoni.  Lo dice Balducci: “io ho sempre suonato con loro, quando suonavo con il mio basso sui loro dischi, mi è sembrato naturale chiedere la loro collaborazione”.Tutto dunque scorre naturale, piacevole, e pieno di spunti reciproci continui. Brani originali tratti dal cd “Blue from Heaven”, edito da “Dodicilune”, che Balducci sta portando in giro per l’ Europa con questi tre straordinari musicisti, ma anche standard classici di autori come Bill Frisell, affrontati con una varietà di approccio notevole: ruoli intercambiabili nell’ esposizione dei temi, nel disegno sempre curato degli accompagnamenti reciproci, soli che diventano melodie nelle melodie, momenti ben definiti armonicamente e ampi spazi sospesi.

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