Elegance Cafè, marzo a tempo di jazz

Nuove date e nuovi artisti per il jazz club di Via Veneto, che anche nel mese di marzo non si ferma. Tutti i giorni un concerto, tutti i giorni i migliori artisti della scena jazz romana e non, tutti ad ingresso libero.

Situato nel cuore del centro storico della Capitale lungo la strada più famosa della Dolce Vita, Elegance Cafè è un locale che si propone come punto d’incontro che mescola diverse tipologie di clienti da Roma, dall’estero e da tutto il mondo, i frequentatori dell’Elegance Cafè si riuniscono in un ambiente esclusivo e ricercato. Ideale per colazioni di lavoro a pranzo offre giornalmente ai propri clienti una vasta scelta di proposte enogastronomiche. Al calar delle luci si trasforma nel luogo perfetto per un aperitivo con gli amici, nell’elegante sala interna climatizzata oppure nel comodo salotto su strada. Per poi arrivare al momento dinner dove la carta del menu è continuamente aggiornata per soddisfare i palati più esigenti con offerte di crudi di carne e di pesce e una selezione di dolci raffinati. Da cornice a tutto ciò una programmazione di musica live che offre giornalmente i migliori artisti che calcano i palchi nazionali e internazionali proponendo una selezione di jazz, swing, nu jazz, smooth jazz, easy jazz e tutte le sue contaminazioni e per i gusti più adulti e raffinati.

La serata prosegue con un drink nel cocktail bar, che si propone di perseguire la strada del buon bere con prodotti di altissima qualità. Il maestro barman vi stupirà con un’offerta sempre varia e accattivante di proposte giovani e fresche, oppure usufruire dell’ampia carta dei vini presentata dall’esperto sommelier per continuare fino a tarda notte a godere l’atmosfera unica che si vive all’Elegance Cafè. Nella foto la formazione Spectre Organ Trio, tra i protagonisti del cartellone musicale di marzo 2014.
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Se n’è andato anche Paco De Lucia grande chitarrista di flamenco… e non solo

20140302-151710.jpgE’ una sorta di strage: scusatemi ma non riesco a trovare altro termine per indicare ciò che sta avvenendo nel mondo della musica. Una serie impressionante di disgrazie, spesso improvvise, sta falciando vittime a destra e a manca.

Ultimo, in ordine di tempo, il celeberrimo chitarrista spagnolo Paco De Lucia, leggenda del flamenco, la cui morte ricorda in qualche modo quella del pianista Esbjorn Svensson: ambedue amanti delle immersioni, ambedue morti all’improvviso e a mare, ma con una differenza fondamentale, l’uno, il pianista svedese, morto proprio durante un’immersione, l’altro, il chitarrista spagnolo, venuto meno a 66 anni per un infarto mentre giocava con i figli sulla spiaggia di Cancun in Messico.

Per effetto della sua trasversalità, Paco (al secolo Francisco Sanchez Gomez) era uno dei miei musicisti preferiti; quando veniva a Roma andavo sempre ad ascoltarlo e non ricordo una sola volta in cui non sia uscito pienamente soddisfatto.

Personalmente non amo molto la chitarra ma quando ascoltavo Paco mi veniva improvvisa e prepotente la voglia di provarci, voglia che passava un attimo dopo aver focalizzato a quale punto di maestria fosse giunto l’artista spagnolo

La sua maniera di porgere la musica era semplicemente straordinaria: in possesso di una tecnica prodigiosa, non ne faceva sfoggio preferendo sempre porla al servizio dell’espressività in un gioco di equilibri che mai lo portava ad esagerare. Di qui la possibilità di affrontare musiche altre rispetto al suo “amore” primario costituito dal flamenco.
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