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Registrato live al Montmartre di Copenaghen il 22 ottobre del 1969, “Abdullah Ibrahim – African Piano” (Japo 60002) ci mostra come il pianista sudafricano già a trentacinque anni fosse in possesso di quelle doti che ne faranno un protagonista della storia del jazz. La perfetta indipendenza tra le due mani con la sinistra che si esprime su un fantastico 5/4 mentre la destra esplora inconsueti territori tematici con assoluta libertà (si ascolti “bra joe from Kilimanjaro” ) non possono non incantare ancora oggi. Così come non si può non ammirare l'assoluta pertinenza con cui il pianista riesce a coniugare gli input provenienti dalla sua cultura originaria con un linguaggio modale tra i più moderni. Un linguaggio in cui appaiono evidenti echi dei più grandi pianisti del jazz ivi compresi thelonious monk e Cecil Taylor a dimostrazione della grande conoscenza che Abdullah Ibrahim (all'anagrafe Dollar Brand) già allora possedeva. Il tutto assume un rilievo ancora maggiore ove si tenga conto che questo “African Piano” è stato il secondo album inciso per piano solo dall'artista sudafricano dopo Reflections (Black Lion, 1965).
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