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Rispettivamente del '75 e del '77 sono i due album di “Arbour Zena” (ECM 1070) e “Ritual” (ECM1112) . Nel primo il pianista suona con Jan Garbarek   sax tenore e soprano , Charlie Haden basso e una sezione d'archi della Radio Symphony Orchestra, di Stoccarda diretta da Mladen Gutesha. Anche questo album ha un suo irresistibile fascino: siamo a metà degli anni '70 e Jarrett è artista oramai compiutamente affermato mentre Garbarek sta affinando quello stile che gli consentirà, solo pochi anni dopo, di divenire uno dei più originali e innovativi esponenti del jazz europeo. Dal canto suo Haden è già di grande solidità ed inventiva capace di sostenere benissimo l'ensemble e di proporsi come solista innovativo e originale. Anche in questo caso da apprezzare la bontà della scrittura e degli arrangiamenti che riescono a far convivere senza forzatura alcuna elementi di così diversa estrazione.

In “Ritual” Jarrett non figura come interprete ma come compositore le cui musiche vengono eseguite da Dennis Russell Davies. Ecco questo ci appare forse come l'album meno significativo dei sette: in realtà Davies , in ambito musicale, è meglio conosciuto come direttore d'orchestra di estrazione classica; lo abbiamo ascoltato, ad esempio, in altre produzioni ECM come “Tabula Rasa” di Arvo Pärt (1984) o il più recente “Melodic Warrior” del 2013 del chitarrista Terje Rypdal. Come pianista certo è un eccellente esecutore ma, a nostro avviso, la sua formazione non gli consente di entrare appieno nella musica jarrettiana cui nulla aggiunge.

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