Il concerto lunedì 28 aprile all'Auditorium di Roma

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Schuur Di Lella

Bella serata di solidarietà… e di musica quella di lunedì 28 aprile all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Sul palco di una affollatissima Sala Sinopoli, per raccogliere fondi a favore della “AISLA Onlus” (Associazione Sclerosi Laterale Amiotrofica) la big band diretta da Gerardo Di Lella ed una vera e propria icona del jazz, la cantante e pianista Diane Schuur.

Con tutta probabilità chi legge queste note sa più o meno chi sia Diana Schuur motivo per cui mi limiterò a ricordare che si tratta di una delle più importanti vocalist di questi ultimi decenni, un'artista in grado di vincere 2 “Grammy Awards” con i suoi album “Timeless” del 1986 e “Diane Schuur and the Count Basie Orchestra” del 1987. Ebbene, questa straordinaria musicista già due anni fa aveva collaborato con Di Lella per l'album “Napoli & Jazz” a firma del musicista campano che ospitava alcuni tra i più grandi solisti del jazz internazionale. Evidentemente i due devono essersi trovati molto bene se Diane ha risposto immediatamente, in modo entusiasta, all'invito del band-laeder per questo concerto romano.

Concerto che , a ben ragione, ha scatenato l'entusiasmo del pubblico. Si inizia con una brillante rilettura di Di Lella del celeberrimo “Torna a Surriento” ed un originale arrangiamento del piazzolliano “Michelangelo 70” dopo di che entra in scena Diane ed è un florilegio di vere e proprie perle del songbook jazzistico porte con entusiasmo e partecipazione.

Il fatto è che nonostante calchi le scene dal 1960, Diane nulla ha perso dell'originario entusiasmo dando davvero tutta sé stessa in una performance che è durata circa un'ora e mezza, senza un attimo di respiro, con la vocalist impegnata a rendere al meglio il senso delle proprie interpretazioni, ottimamente sorretta dalla band, e il pubblico ad applaudire calorosamente. Ancora una volta la Schuur ha dato un saggio della sua straordinaria bravura: è, infatti, una delle poche cantanti in grado di frequentare con la stessa disarmante naturalezza ed eleganza il jazz, il blues, il gospel senza trascurare il pop. Il tutto grazie ad una inconfondibile voce capace di un'estensione fino a tre ottave e mezzo…e non è certo un caso che Diane anche lunedì abbia spessissimo concluso le proprie interpretazioni facendo ricorso alla tonalità più acute del proprio strumento.

Il repertorio, come accennavamo, era tutto incentrato sui classici del jazz; così in rapida successione Diane Schuur ci ha offerto nella duplice veste di pianista e cantante “Deedles Blues”, “Travelin' Light”, “I Just Found Out About Love”, “We'll Be Together Again” “Caught A Touch Of Your Love” e “Besame Mucho”; particolarmente convincenti le interpretazioni di “Deedles Blues” e “Besame Mucho”, basati sugli storici arrangiamenti della Count Basie Orchestra.
Poi la vocalist abbandona il pianoforte e si sistema su una sedia di fronte al microfono centrale per una ideale seconda parte se possibile ancora più entusiasmante della prima: “Speak Low”, “Georgia On My Mind”, “Old Black Magic”, “What Are You Doing The Rest of Your Life”, “Until I Met You”, “You Can Have It” ; “Our Love Is Here To Stay”, “Easy To Love”, “Everyday I Have The Blues”, “Louisiana Sunday Afternoon”, “Climbing Higher Mountain”.

La Schuur ha cantata al meglio toccando punte di particolare intensità nelle interpretazioni di “Speak Low”, “What Are You Doing The Rest of Your Life” di Michel Légrand e “Easy To Love” ; personalmente ho molto gradito la riproposizione di “Louisiana Sunday Afternoon” particolarmente trascinante grazie anche ad un centrato assolo di Filiberto Palermini al .

E proprio questo pezzo mi offre l'opportunità di parlare della big band; devo dire che Di lella ha fatto un ottimo lavoro sia come arrangiatore sia come band-leader. L'orchestra è apparsa compatta, ottimamente rodata, in grado di capire perfettamente le intenzioni del leader e quindi di eseguire al meglio gli arrangiamenti studiati per l'occasione. Il tutto condito da alcune individualità ragguardevoli come, oltre al già citato Palermini, l'altro sassofonista Massimiliano Filosi, i trombettisti Aldo Bassi e Francesco Lento, il trombonista Luca Giustozzi, il chitarrista Alfredo Bochicchio e il pianista Claudio Colasazza. Ma tutti hanno suonato davvero bene, con intensità, entusiasmo, professionalità, doti che sono state evidenziate fino al bis finale, offerto dalla sola orchestra, “Petit Champignon”, una gradevole composizione di Di Lella.

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