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Nicola Alesini – “Maria's Call” – helikonia 1311
Oramai da tempo l'elettronica ha fatto il suo ingresso nella musica, jazz compreso, con esiti altalenanti; in effetti quando aiuta a meglio modulare l'espressività dell'artista, sicuramente assolve un compito positivo; viceversa, quando rimane fine a sé stessa, le cose cambiano e di sicuro non in meglio. In questo album l'elettronica ha un peso determinante in quanto costituisce, assieme al sax tenore, lo strumento di cui si serve Nicola Alesini per esprimersi in bella solitudine. E devo dire che da musicista intelligente e sensibile qual è Alesini ha fatto un ottimo uso della strumentazione a sua disposizione che risulta quanto mai pertinente e funzionale a quella essenzialità espressiva cui prima si faceva riferimento. L'album contiene 21 sue composizioni, per solo sassofono e loops elettronici, definite dallo stesso autore “colonna sonora di un film mai girato, amore, tenerezza, rabbia, nostalgia. Flusso di coscienza senza parole”. Ed in effetti ascoltando il disco con attenzione, tutte queste sensazioni queste emozioni balzano evidenti, ferma restando l'asemanticità della musica. Grazie ad un linguaggio scarno, essenziale, perfettamente lucido, l'artista si è costruito uno stile del tutto personale in cui confluiscono elementi propri del jazz nordico (si ascolti l'intro della “title track” che apre l'album), del jazz canonico, del folk, della world music, del minimalismo, il tutto, come si diceva, condito da un uso intelligente e ponderato dell'elettronica. In buona sostanza Alesini ti prende per mano e ti conduce in un viaggio visionario, immaginifico, in cui brani totalmente improvvisati si alternano a composizioni che rimandano a precedenti concerti o a collaborazioni che gli sono rimaste particolarmente impresse. Né mancano partiture con riferimenti più espliciti come “Lisa” e “Tore, Il Partigiano” dedicati rispettivamente alla madre e al padre o ancora “Viadamelio” composta per Rita Borsellino in memoria del fratello Paolo. In conclusione un album non facile, spesso straniante ma che vale la pena ascoltare per i molti momenti di intense emozioni che sa offrire. Ultima notazione: l'album è impreziosito da una bella copertina disegnata da Barnaba Fornasetti dell'omonimo studio di Milano.
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