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Lithium J Quartet – “Psychedelic Light” – Caligola 2183

Devo dire che la veneta Caligola sotto la sapiente regia di Claudio Donà, si va sempre più affermando, come una delle più originali e innovative etichette del panorama jazzistico nazionale. Le sue produzioni mai risultano banali e ovviamente anche quest' album non sfugge alla regola…anzi! Il progetto originario può farsi risalire alla collaborazione tra il chitarrista Antonio Tosques e il batterista Pietro Iodice cui si sono aggiunti due altri talenti nostrani quali il trombonista Mario Corvini e il contrabbassista Jacopo Ferrazza . I quattro si misurano con un repertorio originale composto da tre brani di Mario Corvini, tre di Antonio Tosques e due di Ferrazza. E sicuramente la validità delle composizioni è uno dei maggiori punti di forza del CD. I brani appaiono tutti ben studiati, sorretti da una solida architettura e arrangiati in modo tale da mettere in luce le grandi capacità solistiche dei quattro musicisti. I quali suonano in perfetta armonia, evidenziando un'intesa notevole e soprattutto esprimendosi sempre su un di perfetta parità cosicché nessuno sembra prevalere sull'altro. Insomma una musica collettiva ma allo stesso tempo segnata profondamente dalle individualità di cadauno. Così, ad esempio, il brano d'apertura – “Aforismi” di Corvini – dopo alcune battute d'assieme lancia in lo stesso Corvini sorretto da un eccellente lavoro propulsivo di contrabbasso e batteria con la chitarra a contrappuntare in sottofondo; poi il pallino passa nelle mani di Tosques che evidenzia ancora una volta il suo originale e fluido fraseggio a note singole nonché una bella capacità improvvisativa; segue un assolo, anch'esso del tuto pertinente, di Jacopo Ferrazza che doppia il suono del contrabbasso con la voce e dopo una serie di botta e risposta tra batteria e gli altri tre strumenti, il brano si chiude ancora con il collettivo. E analizzando tutti gli altri brani si vedrà come sempre ad ognuno venga lasciato il giusto spazio per esprimersi compiutamente. Quanto alla sottolineatura di qualche pezzo in particolare, mi piace indicare “Boh!” di Mario Corvini caratterizzato da linee ampie, ariose e la “title track” impreziosita da un significativo e sentito assolo dell'autore, Antonio Tosques.

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