LETTERA ALLE ISTITUZIONI PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DELLA FISARMONICA JAZZ NEI CONSERVATORI ITALIANI

Fisarmonica Fisarmonica2

Chi segue “A proposito di jazz” sa fin troppo bene da quanto tempo il sottoscritto si batte perché alla fisarmonica venga riconosciuta, a tutti gli effetti, la stessa valenza di qualsiasi altro strumento. Negli ultimi anni molto è cambiato nell’ambito del jazz, tanto che nessuno si scandalizza di vedere perfettamente inserita la fisarmonica in un contesto prettamente jazzistico. Ma sul piano generale si tratta solo della vittoria in una battaglia ché la guerra contro i pregiudizi è ancora lunga e difficile.

E’ quindi con grande soddisfazione che segnaliamo la coraggiosa iniziativa di Guiliana Soscia, una delle migliori interpreti di questo strumento a livello europeo.

Sulla scorta di quanto già fatto dai flautisti jazz, Giuliama ha inviato una “LETTERA ALLE ISTITUZIONI PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DELLA FISARMONICA JAZZ NEI CONSERVATORI ITALIANI”.

Immediato il supporto di tanti artisti entusiasti, in primis il grande Richard Galliano; ma Anche Gianni  Coscia, Antonello  Salis, Zanchini,  Biondini , Beccalossi, Rastelli, Mazzocchetti, Ruggeri, Abbracciante… hanno abbracciato con entusiasmo l’iniziativa. La lettera (che qui di seguito pubblichiamo) è già stata inviata al Ministro Giannini e altri referenti del Miur.

Chiunque voglia aggiungersi attivamente a questa iniziativa di sensibilizzazione, potrà contribuire inoltrando la lettera sottostante all’indirizzo e-mail: segreteria.cdg@istruzione.it , con oggetto “Fisarmonica Jazz e Conservatorio”.

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JazzitFest 2014 – Jazz Expo: ovvero una vetrina e mille incontri per il Jazz

Jazzit Fest

Per capire cosa accade al JazzitFest di Collescipoli occorre prima di tutto concentrarsi sul termine Expo: il JazzitFest non è un Festival Jazz ma un vero e proprio Expo del Jazz, uno showcase. Un’ occasione di incontro tra musicisti ed operatori del settore che confluiscono per tre giorni in un paese che per l’ occasione si trasforma in una location “a tutto tondo”, impegnando anche i suoi abitanti, nella riuscita di un evento che è una vera e propria “Fiera del Jazz”. Gli stessi palchi, disseminati tra suggestive piazzette, chiese, chiostri, sono da considerarsi dei veri e propri stand dove i musicisti che hanno deciso di partecipare “presentano” il loro prodotto artistico davanti a un pubblico che viene ad ascoltare musica, ma al quale è mischiato un nutrito parterre di specialisti e addetti ai lavori che vengono (pensate alle case discografiche) anche per fare un vero e proprio “scouting”.

Si sono visti a Collescipoli Michael Cuscuna (Blue Note records) , Ermanno Basso (Cam Jazz), l’ ex ministro della cultura Massimo Bray, il direttore del dipartimento di Jazz della NY Universitiy David Schroeder, il direttore dell’ Auditorium Parco della Musica Flavio Severini, il direttore del Roma Jazz Festival Mario Ciampà, ma anche gli operatori di nuove etichette giovani e molto attive (ad esempio la Tosky Records, o la RAM records e molte altre). Ci sono stati incontri e workshop su tutto il lato burocratico – amministrativo – previdenziale che “affligge” i Jazzisti come tutti i cittadini italiani, ma sul quale di certo gira meno informazione, essendo un campo molto, molto specifico. Conferenze in cui si è parlato del “quasi” nuovo fenomeno dello streaming musicale, che di certo costringe le etichette discografiche a trovare un modo di tutelarsi verso una sorta di “prelievo coatto” della musica che faticosamente viene prodotta con costi elevati di produzione: il che è avvenuto con un vero e proprio confronto tra Cuscuna, Basso e l’ ideatore del social music networl Soundtracker , Daniele Calabrese. Ha parlato il direttore della neonata Associazione Musicisti Jazz Ada Montellanico. Si è parlato anche di autoproduzione, di nuove tecnologie, si sono presentati negli stand dell’ expo libri, progetti musicali a fini benefici. Insomma un concentrato di Jazz visto in tutti, tutti gli aspetti possibili che ha portato vari settori ad un confronto, allo stringersi di nuove conoscenze e relazioni, e anche alla nascita di nuove idee. E ancora, presentazioni di libri, workshop su strumenti musicali. E’ stato allestito persino uno studio di produzione discografica dall’ etichetta “Milk”.

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Percfest 2014. Il fascino delle percussioni

Foto di ANDREA PALMUCCI

A Laigueglia c’è il mare, c’è la brezza, ci sono stradine affascinanti, piazzette deliziose, e c’è il Percfest organizzato da Rosario Bonaccorso. Che fa parte oramai di Laigueglia come le sue piazzette, la spiaggia, i gabbiani, i ristorantini, le case dei pescatori appoggiate sulla sabbia. E ne fa parte anche perché il Percfest ha una intensa matrice affettiva, come in fondo un po’ tutta la musica di Bonaccorso, che con il suo contrabbasso racconta sempre qualche storia, o sentimento, o sensazione cui è legato. E’ il suo stile, il suo modo di fare Jazz: lo stesso festival è dedicato alla memoria del fratello Naco, percussionista scomparso.

Ma non immaginatevi un ricordo cupo, triste, livido: il Percfest di Laigueglia è un frizzante, allegro festival delle percussioni, delle batterie, della musica, in cui si è strettamente anche intrecciato il progetto transfrontaliero marittino “sonata di mare” che lega città e stati affacciati sul Mediterraneo. C’è la nostalgia dell’ allegria, che viene rievocata con tamburi, piatti, tablas, che parlano, raccontano, esprimono tutta la loro energia ma anche tutta la loro potenzialità emotiva e melodica. Proprio così, melodica. Bonaccorso ha un particolare amore per il calore della melodia, e le sue scelte come direttore artistico quasi mai prescindono da questa caratteristica.

Rosario Bonaccorso

Rosario Bonaccorso

Ho assistito a quattro concerti, a questo proposito, che tra poco vi descriverò. Ma il Percfest non è solo concerti in piazza: è concorso di scuole di musica, esibizioni in strada, seminari di grandi percussionisti e di grandi batteristi, e persino una bella sfilata di moda del marchio Flauels: stilista Flavia Bonaccorso, con tanto di accompagnamento di body percussion (Ignazio Bellini), di Hang Drum  (Gaspare Bonafede) e  una sfilata finale di Jazzisti con le coloratissime magliette della linea.

Per non parlare delle Jam Session che sono stati veri e propri concerti di Jazz di altissimo livello. La Laigueglia del Percfest si accende di suoni dalle sei del pomeriggio alle tre di notte. E quando si riparte si è malinconici per la partenza ma intrisi ancora di quell’ atmosfera gioiosa e di tutta la musica, i suoni, i battiti ascoltati. Un pieno di romantica – si, romantica! – energia.

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