Esce “Camera Lirica” di Domenico Caliri

DOMENICO CALIRI “CAMERA LIRICA”
(Caligola 2193)
Tutte le composizioni sono di Domenico Caliri
Foto copertina di © Katia Donato
Artwork © Giorgio Finamore

Esce per l’etichetta Caligola Records “Camera Lirica” di Domenico Caliri: un disco sorprendente e trascinante. Una wunderkammer musicale

“Camera Lirica” è già disponibile su iTunes, sulle principali piattaforme di scarico digitale e su Bandcamp. La distribuzione è un’esclusiva I.R.D. Srl

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Spazi Jazz al Bomben 2014 – dal 10 novembre all’11 dicembre a Treviso

Fondazione Benetton Studi Ricerche in collaborazione con Caligola Circolo Culturale

SPAZI JAZZ al BOMBEN
novembre-dicembre 2014

spazi jazz al bomben 1

lunedì 10 novembre
GENESIS PIANO PROJECT
ADAM KROMELOW pianoforte
ANGELO DI LORETO pianoforte

spazi jazz al bomben 2

martedì 25 novembre
MARCELLO BENETTI TRIO
PASQUALE MIRRA vibrafono
SILVIA BOLOGNESI contrabbasso
MARCELLO BENETTI batteria

Spazi Jazz al Bomben 3

giovedì 11 dicembre
MARCO PONCHIROLI TRIO
MARCO PONCHIROLI pianoforte
MARCO PRIVATO contrabbasso
MAURO BEGGIO batteria

Auditorium della Fondazione Benetton Studi Ricerche
Palazzo Bomben
Via Cornarotta 7, Treviso

Inizio concerti ore 21.00.
Biglietti: intero € 10, ridotto € 5 (studenti fino a 25 anni)

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Addio anche a Renato Sellani

Un’altra grave perdita per la musica di tutto il mondo

Renato Sellani Senigallia

La doccia fredda è arrivata nel modo più inopinato: avevo appena finito di ascoltare il suo ultimo album, il doppio “Glad there is you”, inciso tra l’aprile e il maggio scorsi per la “ponderosamusic&art” quando decisi di chiamare Tullio De Piscopo per avere qualche chiarimento sul suo recente libro (“Tempo! La mia vita” Hoepli editore).

Dopo avermi fornito le spiegazioni richieste, De Piscopo ad un certo punto mi dice: “Hai saputo di Renatino?” lui lo chiamava affettuosamente così… e immediatamente realizzai: anche Renato Sellani se n’era andato. Era successo che mi ero preso un week end sabatico: niente giornali, niente radio, niente telegiornali, e così mi ero perso la notizia della morte del grande pianista.

Inutile dire che ci sono rimasto di stucco: un altro pezzo importante della storia del jazz italiano che se ne va per sempre. Ovviamente conoscevo Sellani da tempo, l’avevo ascoltato tante volte eppure quando si esibiva a Roma (non troppo spesso purtroppo) se potevo andavo a sentirlo. Nel mio immaginario l’ho sempre accostato alla figura di Franco Cerri per le innate doti di cordialità , eleganza, raffinatezza che accomunano questi due grandi artisti. Ed in effetti non si tratta di un accostamento del tutto arbitrario dal momento che effettivamente i due hanno avuto modo di collaborare a lungo. Fu infatti Cerri che alla fine degli anni Cinquanta convinse Sellani a venire a Milano; da qui una lunghissima collaborazione che si è protratta sino a ieri: un concerto in Toscana, l’11 agosto, li aveva visti per l’ultima volta assieme mentre, in occasione dell’ultima uscita del pianista il 14 ottobre al Piccolo Teatro di Miano in occasione della presentazione del già citato album “Glad There Is you”, il chitarrista non aveva potuto esserci per motivi di salute: “Purtroppo quel giorno non stavo bene e non sono potuto andare a sentirlo. Questo sarà sempre un mio grande rammarico e dispiacere” ha dichiarato a caldo ; “era una di quelle persone con cui si stava bene, con cui ho condiviso tanti anni e tanta amicizia, un uomo dalla vitalità trascinante”, aggiunge Cerri… e come non essere d’accordo su questa valutazione!
Sellani, morto a Milano nella notte di venerdì 31 ottobre, aveva 88 anni e come accennato, aveva continuato ad esibirsi fino a due settimane prima.

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ICI PARIS. FESTIVAL PER TUTTI I GUSTI

PORTRAITS

Trad. Gerlando Gatto – Nella storia del jazz, la label americana « Blue Note » ha un posto del tutto particolare. Creata nel 1939 a New York da Alfred Lion, che era fuggito dalla Germania nazista, è divenuta rapidamente leggendaria grazie ai più importanti jazzisti del dopoguerra che hanno inciso nei suoi studi, in particolar modo tutti gli hard-boppers, e alla grafica così particolare delle foto di Francis Wolff, l’altro cofondatore, che oggi si comprano sul mercato a prezzi assai elevati.

Al fine di celebrare degnamente questo 75° anniversario, l’Universal Music France, che gestisce la casa di dischi, ha deciso di organizzare un festival, « Blue Note Xperia Lounge Festival » (Parigi dal 18 al 23 novembre – www.bluenotefestival.fr) che riunisce qualcuno dei più emblematici artisti dell’ attuale catalogo. Diamo quindi un’occhiata al programma: il sempre sorprendente cantante Gregory Porter, i pianisti sperimentali Robert Glasper e il suo alter ego Jason Moran (che hanno appena reso un omaggio del tutto personale alla musica di Fats Waller in « All Rise : A Joyful Elegy for Fats Waller ») con, in qualità di invitati, Lionel Loueke (chitarra) e Ambrose Akinmusire (tromba) – e soprattutto il multi-strumentista (chitarra basso / clarinetto basso) e compositore Marcus Miller, che è appena entrato a far parte della celeberrima “scuderia”.

E’ il caso di sottolineare come, a margine di questa manifestazione, è stato appena pubblicato « Blue Note. Le meilleur du jazz depuis 1939 » (Les Editions Textuel – 416 pag. – 59 euro), un libro assolutamente indispensabile, scritto da Richard Havers, che servendosi anche di una sontuosa iconografia (450 foto & fac-simili) traccia la ricca storia della mitica etichetta e da la parola a quanti (artisti, produttori, critici etc…) continuano attualmente a giocare un ruolo capitale ed essenziale per la sua rinomanza internazionale.
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ICI PARIS. IL JAZZ COLORE BLU ORIZZONTE

La scena francese del jazz è ricca della sua diversità musicale… e della sua giovinezza

Guillaume Perret

Trad. Gerlando Gatto – Trovare la propria voce nel mondo del jazz, anche se si è all’interno delle frontiere dell’Esagono (Francia), non è cosa facile. Guillaume Perret ha definitivamente scelto di marcare con una impronta assai personale la sua musica, lontano dai canoni abituali. Il sassofonista-tenore savoiardo, di 34 anni, e il suo gruppo elettrico “The Electric Epic”, (Jim Grandcamp, chitarra elettrica ; Philippe Bussonnet, basso elettrico ; Yoann Serra, batteria/ sampler) hanno risolutamente fatto la scelta d’uno stile aperto e particolarmente attraente. Neo jazz-rock o jazz fusion, neo jazz-elettrico, neo jazz-funk: basta ascoltare il suo nuovo album, “Open Me” (Kakoum ! Records/Harmonia Mundi), per rimanere colpiti dalla vitalità, l’energia e la potenza, anche ritmiche e armoniche, che emanano da questo ensemble. La musica, fortemente caratterizzata da ritmi binari ed elettrici, fa l’effetto di un pugno: spinge, picchia, esplode. E quando la voce “elettrica” del sassofono del leader s’invola, portata dagli altri membri del gruppo, lo charme si avverte in tutta la sua evidenza. Anche nel tumulto di una musica viva che fa un discorso assolutamente nuovo.

Emile Parisien Quartet

Questa volontà pervicace di far avanzare le cose in modo differente si ritrova egualmente nei discorsi di un altro sassofonista (tenore e soprano), Emile Parisien. A 32 anni, diplomato della prima classe di jazz a Marciac, può vantare un curriculum di tutto rispetto : l’anno scorso ha costituito un duo con Vincent Peirani (accordéon), e da circa una dozzina d’anni dirige un Quartetto solido, caratterizzato da grande empatia (Julien Touéry, piano ; Ivan Gélugne, basso ; Sylvain Darrifourcq, batteria & percussione). Musicisti perfettamente rodati che praticano una musica saldamente ancorata alla liberta d’improvvisazione europea e al free jazz, come dimostra il loro ultimo lavoro “Spezial Snack” (Act Records/Harmonia Mundi). Siamo in presenza di un laboratorio di idee, di esplorazioni e di rotture, tutte estremamente libere, lontano dagli standard, intelligentemente deregolate. Insomma del jazz senza freni.

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