Concluso il 38° Roma Jazz Festival

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Duecento musicisti, cento ballerini di Lindy Hop, venti concerti con due nuove produzioni e sei in esclusiva, otto recital con posti esauriti. Queste le cifre del 38mo “Roma Jazz Festival”, comunicate nella conferenza stampa finale. In tempo di crisi economica, “Swing e New Deal” è stato il “tema sonoro” declinato tra il Parco della Musica e strutture differenziate e periferiche, con un incontro tra musica ed economia svoltosi all’Università Luiss.

Revival, nuova consapevolezza, atteggiamento consolatorio, ottimismo necessario… tante sono le questioni e le domande che ci si può porre sull’argomento. L’ultima serata del festival (30 novembre, sala Sinopoli) ha dato una sua risposta con l’Orchestra Operaia diretta da Massimo Nunzi ed un nutrito corpo da ballo coreografato e guidato dallo specialista Vincenzo Fesi (coinvolte varie scuole di danza romane). Nunzi ha costruito nel gennaio di quest’anno una nuova big-band riprendendo l’idea dei progetti musicali cooperativi maturati ai tempi della Grande Depressione, ispirandosi a figure come Isham Jones e Glen Grey.

Ha anche radunato e messo all’opera un pool di arrangiatori (ribattezzati The Lone Arrangers): Alberto Buffolano, Damiano la Rocca e Claudio Toldonato che hanno rivelato il loro talento – anche di direttori – nel concerto a tema swing.

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Perigeo: una storia sempre attuale

Perigeo

Se ci fossero determinate condizioni, il Perigeo potrebbe riunirsi e tornare così a deliziare le platee jazzistiche: lo hanno dichiarato gli stessi membri dello storico quintetto riuniti ieri (mercoledì 10 dicembre) in un albergo della Capitale per presentare il cofanetto loro dedicato dalla Sony.

Per chi, come lo scrivente, ha avuto modo di ascoltare dal vivo il Perigeo, è stata davvero un’emozione forte vedere seduti attorno ad un tavolo, l’uno accanto all’altro, Franco D’Andrea, Bruno Biriaco, Giovanni Tommaso, Tony Sidney e Claudio Fasoli unitamente a Luciano Rebeggiani “Director Classical & Jazz” per la Sony , Luciano Linzi e il nostro collaboratore Marco Giorgi, ambedue, questi ultimi, determinanti per la bella riuscita dell’impresa discografica (sette CD, di cui uno doppio, un DVD e un libretto di 52 pagine). Impresa su cui si è soffermato, per primo Rebeggiani sottolineando come il cofanetto rappresenti la raccolta più completa di tutte le produzioni e rarità del gruppo. Ecco , quindi, “Azimut” il primo album del ’72 che ottenne immediatamente un buon riscontro, seguito da “Abbiamo tutti un blues da piangere” e “Genealogia” che contiene, come bonus track, una versione del brano “Via Beato Angelico”, registrata dal vivo al Teatro Trianon di Roma nella primavera del 1975. A seguire, “La Valle dei Templi” “Non è poi così lontano”, “Live a Montreux” registrato nel ’75 in occasione della nona edizione di quel Festival e il doppio album “Live in Italy 1976” pubblicato su etichetta Contempo. Il DVD contiene contributi totalmente inediti tratti da Umbria Jazz del 10 luglio 1993, Auditorium Parco della Musica del 30 settembre 2008 in occasione di una “reunion” del gruppo e una intervista realizzata alla “Casa del Jazz” sempre del 2008.

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Episodio 21. Intervista con Luigi Viva

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Il nostro podcast supera i 20 episodi, grazie a tutti per l’affetto e la passione con cui ci seguite! Oggi non intervisto un musicista, ma un personaggio ugualmente molto legato alla musica: il giornalista e scrittore Luigi Viva, autore di biografie di personaggi del calibro di Pat Metheny e Fabrizio De André. Volete saperne di più? Buon ascolto!

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