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Pino_Daniele

Solo pochi giorni fa sottolineavo – scusate l'autocitazione – come il 2014 fosse stato un anno orribile per il mondo della musica (… e non avevo avuto modo di informarvi sul Buddy De Franco e su Manuel De Sica venuti meno rispettivamente il 24 dicembre all'età di 91 anni e il 5 dicembre a 65 anni) . Ebbene, non è che questo 2015 sia iniziato nel migliore dei modi, tutt'altro!

L'improvvisa scomparsa di Pino Daniele ha lasciato tutti basiti… certo l'artista napoletano oramai da tempo accusava una serie di malanni più o meno acuti ma nessuno – credo – si aspettava una fine così repentina.

La notizia m'è arrivata come un pugno in faccia questa mattina, aprendo la mia pagina su facebook: c'era una mia cara amica (Maria Paola Manucci), artista nell'anima, che manifestava tutto il suo dolore per Pino Daniele. Pochi minuti per confermare ciò che il messaggio di Maria Paola lasciava chiaramente intendere ed eccola lì, spiattellata sul web, la notizia che nessuno avrebbe voluto leggere: Pino Daniele, che avrebbe compiuto 60 anni il 19 marzo, se n'era andato la notte tra domenica e lunedì stroncato da un infarto. A piangerlo, oltre al pubblico degli appassionati, i parenti tutti e cinque figli.

A questo punto che dire? Francamente sono stufo di commentare la scomparsa di tanti grandiosi musicisti… ma il mio compito di cronista mi impone di aggiungere qualcosa. E allora, come al solito in queste circostanze, piuttosto che illustrare la sua luminosa carriera, cosa che in molti stanno facendo in queste ore, mi limiterò a trasmettervi le mie personalissime emozioni.
Avevo conosciuto Pino Daniele tanti anni fa ma in seguito non ci eravamo più visti; ciò, naturalmente, non mi ha impedito di seguire la sua carriera continuando ad ammirare la genuinità di un artista che si era mantenuto così integro nel corso di tutti questi anni.

L'ultima occasione in cui l'ho ascoltato è stata – come molti di voi che mi state leggendo – lo special di fine anno trasmesso da Raiuno in diretta da Courmayeur e ancora una volta, ammirandolo, mi sono sorpreso a considerare come la sua musica non soffrisse l'usura del tempo, come l'artista fosse riuscito a mantenere quella freschezza di ispirazione e quella originalità che l'avevano contraddistinto sin dall'inizio.

In effetti anche per un amante del jazz come me, la figura di Pino Daniele ha rappresentato qualcosa di importante dato che, attraverso le sue note, molti giovani – in tutt'altra musica affaccendati – hanno scoperto intorno agli anni '70 cosa fosse il blues. Pino Daniele è stato l'esempio vivente di come la mediterraneità non sia un concetto astratto, di come sia possibile coniugare lo spirito più sinceramente napoletano con le tematiche insite nel blues afro-americano. Le sue canzoni mai erano banali e soprattutto rispondevano ad una effettiva esigenza di comunicare qualcosa di realmente sentito, senza compromessi di sorta. Daniele è stato tra i primi a evocare, attraverso la musica, quella varietà di situazioni, di atmosfere, di personaggi, di miseria, di sofferenza di una Napoli ben lontana dall'immagine stereotipata, da cartolina, prima di lui glorificata nelle canzoni di artisti pur validi come Giacomo Rondinella, Nunzio Gallo prima e Peppino Di Capri dopo… tanto per fare qualche nome. La sua concezione della vita era completamente diversa; quale potesse e dovesse essere il ruolo del musicista nella moderna società ce l'aveva ben chiaro così come l'opinione sul mondo del business musicale: «Vivo – aveva affermato qualche tempo fa – fregandomene delle classifiche, del marketing e della discografia. Tanto i risultati arrivano quando non ci pensi proprio. La paranoia della classifica o del disco suonato in radio, la rincorsa agli umori e ai gusti di direttori artistici dei network… Basta! Ho vissuto in questo lavoro momenti belli e voglio continuare a viverli. Non sapendo che cosa vuole la gente io faccio quello che mi sento. Le nuove stagioni non mi fanno paura. Cerco di invecchiare con dignità, senza smettere di combattere, tirando fuori la grinta quando la sento».

E non c'è dubbio alcuno che Pino Daniele le nuove stagioni le ha vinte tutte o quasi… peccato che l'ultima, questa targata 2015, gli sia stata fatale.

Ciao Pino… e buon blues.

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