Il concerto presso il Baobab di Roma il 13 marzo scorso

Tempo di lettura stimato: 3 minuti

IMG_7888

Ogni tanto anche il vostro cronista ha ragione: qualche giorno fa vi avevamo invitati ad ascoltare il concerto di Agricantus ed è stato davvero un bel sentire.

La performance ha avuto luogo venerdì 13 marzo presso il Centro Culturale Baobab di Roma nell’ambito del “Festival Popolare Italiano – Canti e corde, mantici e ottoni” organizzato con passione e competenza da Stefano Saletti, che si concluderà il 24 aprile.

Ma torniamo al 13 marzo; sala piena e applausi convinti appena il gruppo sale sul palco con Federica Zammarchi (voce e pianoforte), Mario Crispi (strumenti a fiato etnici e arcaici, voce), Mario Rivera (basso acustico, voce), Giovanni Lo Cascio (percussioni etniche e drum set) e Giuseppe Grassi (mandola e mandoloncello).

Dello “storico” gruppo siculo nato a Palermo verso la fine degli anni ’70 sono rimasti solo Mario Crispi vera anima della formazione non a caso autore di quasi tutti i testi dei brani presentati, e Mario Rivera; Giovanni Lo Cascio collabora con Crispi da una decina d’anni per cui gli innesti veramente nuovi sono quelli di Federica Zammarchi e Giuseppe Grassi, innesti che si sono rivelati più che positivi. Federica proviene da esperienze molto diverse, più vicine al rock e al jazz, ma l’aver inciso due album per la stessa etichetta del gruppo – la Compagnia Nuove Indie – ha favorito un incontro che sta dando frutti succosi,
In effetti sia ascoltando il loro nuovo album “Turnari” (CNI 27910) sia dopo il concerto di venerdì si ha la netta sensazione di aver ammirato un gruppo coeso, affiatato, che porta avanti una linea ben precisa, declinata attraverso una ricetta forse non nuova ma sempre affascinante: la commistione di stili musicali (dal folk, alla world music…al jazz), lingue e dialetti, sonorità moderne e strumenti musicali arcaici.

Il tutto impreziosito dalla scelta di tematiche testuali di grande spessore e coinvolgimento: e al riguardo dobbiamo ancora una volta sottolineare la sensibilità di Mario Crispi, autore di tutti testi eccezion fatta per “Omini” scritta in collaborazione con Gino Magurno; Mario è un vero cantore della realtà siciliana, autore di tante piccole perle, di tante storie, alcune davvero commoventi quali, ad esempio, quella dedicata all’emigrazione . Peccato che l’altra sera non molti fossero in grado di capire queste parole ben pronunciate dalla Zammarchi in un dialetto (siculo) che certamente non le appartiene. Ma la vocalist se l’è cavata egregiamente interpretando anche brani che prima venivano affidati a voce maschili. Comunque siamo dell’avviso che le storie, le atmosfere messe in musica da Crispi siano comprensibili compiutamente solo da chi ha vissuto una realtà complessa, difficile, contraddittoria e spesso penosa come quella siciliana, realtà che purtroppo vede scorrere gli anni senza che le cose vedano un profondo, reale cambiamento…Ma questo è altro discorso che ci porterebbe lontano e che sicuramente esula da questo contributo.

turnari

Poco fa abbiamo fatto cenno al recente album “Turnari” in relazione al concerto; tuttavia occorre sottolineare come, ferma restando la valenza di ambedue le realtà, profonda sia la differenza tra l’album e la performance al Baobab: nelle registrazioni c’è la presenza di strumenti elettronici mentre a Roma il gruppo si è presentato in versione acustica, ed è proprio questa la veste con cui si esibirà nei prossimi concerti. Quindi niente più timbri e strumenti elettronici, che da sempre hanno fatto parte della cifra stilistica e musicale del gruppo, ma ricerca di una sonorità più naturale, facendo suonare gli strumenti nella loro dimensione più pura. Il risultato, come si accennava, è stato straordinario: ben sostenuto da una sempre intensa carica ritmica, il gruppo si è mosso con grande empatia. Della Zammarchi abbiamo già detto mentre l’altro “nuovo” del gruppo, ha lavorato quasi di cesello, sottolineando e contrappuntando con interventi mai invasivi il fraseggio sia della vocalist sia di Crispi.

Eccellente il lavoro di Giovanni Lo cascio alla batteria così come quello di Mario Rivera al basso acustico e voce, da sempre colonna portante del gruppo. Della capacità di Crispi di scrivere testi significativi abbiamo già detto; come strumentista l’artista palermitano non deve dimostrare alcunché: sulla scena oramai da tanti anni, ha conquistato l’incondizionata stima di pubblico e critica non solo grazie alle sue squisite capacità musicali ma anche alla sua grande voglia di conoscere che lo ha portato in Paesi lontani quali, ad esempio Iran, Pakistan e Kenya conoscendo strumenti etnici e imparandone addirittura le tecniche di costruzione. Di qui i numerosi strumenti che porta sul palco, dal suono così prepotentemente arcaico in grado di stupire ed affascinare l’ascoltatore.

E chiudiamo segnalandovi un altro concerto da non perdere: sempre al Baobab e sempre nell’ambito del “Festival Popolare Italiano” venerdì 20 marzo si esibirà la “Banditaliana” dello strepitoso organettista Riccardo Tesi.

Articoli scelti per te:

Ti è piaciuto l'articolo? Lascia un commento!

Commenti

commenti

Shares