La cerimonia di venerdì 24 aprile

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“La memoria non deve essere assolutamente trascurata. Questo (Il complesso della Casa del Jazz n.d.r.) è la visibile manifestazione di quel profitto che ha tolto ai cittadini tante possibilità e che oggi i cittadini riescono a recuperare tramite questa istituzione e tutte le manifestazioni che qui si vengono a realizzare per il futuro della nostra società”. A dieci anni dall'inaugurazione della Casa del Jazz, immobile a suo tempo confiscato a un boss della Banda della Magliana, il presidente del Senato, Pietro Grasso, nel corso di una cerimonia pubblica svoltasi venerdì mattina (24 aprile) ha sottolineato il valore della “memoria e dell'impegno” contro ogni forma di illegalità. Nel corso della cerimonia è stata scoperta la targa con i nomi delle 868 vittime della criminalità organizzata. Grasso ha ricordato di aver assistito all'inaugurazione della Casa del Jazz come procuratore della Repubblica di Palermo: “Ci tenevo ad esserci; la mia presenza è la testimonianza di un percorso”.

“La memoria – ha sottolineato Grasso rivolgendosi ad una scolaresca presente alla Casa del jazz – non deve essere trascurata e l'impegno serve a dare senso alla propria vita combattendo contro la illegalità e contro chi pensa solo al profitto da raggiungere anche con mezzi criminali”. “Per combattere la mafia e dare un senso di legalità alla propria esistenza non bisogna cedere alla corruzione ma anche ai favoritismi e agli opportunismi”. “Non dovete mai dimenticare – ha concluso Grasso – di combattere contro ogni illegalità perché non c'è illegalità che possa resistere alla forza e alla tenacia soprattutto di voi giovani”.

La cerimonia che si è svolta alla presenza del figlio di La Torre, Franco, festeggiava il sequestro della villa di Nicoletti e la trasformazione in Casa del jazz, edificio che oggi ospita anche l'Associazione Libera che vende i prodotti delle terre confiscate alla mafia.

Fin qui la parte “seria” della manifestazione a cui hanno partecipato anche il vice sindaco Luigi Nieri e l'assessore alla Cultura e Turismo di Capitale, Giovanna Marinelli.

Mai ho nascosto la mia poca simpatia (per usare un eufemismo) nei confronti della giunta capitolina guidata dal sindaco Marino, e l'appuntamento di venerdì non è stato certo il modo migliore per farmi cambiare idea. Ha preso la parola il vice sindaco Nieri e si è capito immediatamente che stava parlando di una situazione che conosce poco o male inanellando una serie di gaffes degne di miglior causa. A cominciare dai ringraziamenti di rito: il primo e più caloroso è andato a Renzo Arbore; per amor di verità, bisogna ricordare che Arbore è stato un personaggio di assoluto rilievo avendo completamente innovato il linguaggio radiofonico e televisivo ma considerarlo un “grande maestro del jazz italiano” mi sembra un po' troppo; ma non basta ché come presidente onorario del comitato chiamato a dirigere la Casa del Jazz non mi pare che Arbore abbia fatto granché.

E a proposito di comitato, lo stesso è costituito da nove persone: bene, il vice sindaco ne ha ringraziati alcuni trascurandone altri; non li riteneva degni o semplicemente non ne conosceva i nomi? Ma la cosa ha assunto toni grotteschi quando il vice sindaco si è lanciato nel sottolineare l'impegno della manifestazione per il rilancio della Casa del Jazz. Ma di che stiamo parlando? Di quale rilancio si tratta se le cifre messe a disposizione della struttura sono davvero risibili? O forse il vice sindaco non sa che il rilancio – se pur c'è stato – si deve quasi esclusivamente alla volontà dei musicisti che suonano gratuitamente o accontentandosi di una percentuale sull'incasso? Se l'amministrazione capitolina aveva la volontà di rilanciare seriamente questa straordinaria struttura sono ben altre la azioni che avrebbe dovuto mettere sul tappeto.

Quindi, per favore, smettiamola di scaricare sulla gente una valanga di frasi fatte: meno parole e più fatti… o altrimenti è meglio il silenzio… almeno non ci si sente presi in giro.

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