Siena Jazz premia il Jazz Club Ferrara con una borsa di studio

Nel corso dell’estate la Fondazione Siena Jazz, punta di diamante della formazione jazzistica italiana, ha premiato il Jazz Club Ferrara per l’intensa attività didattica svolta nell’ambito della scorsa edizione di Ferrara in Jazz, donando una borsa di studio da assegnare ad un giovane e talentuoso musicista. “Quei ragazzi sono bravi, se lo meritano.” Questo il commento di Franco Caroni, Presidente e Direttore Artistico della prestigiosa accademia senese. La borsa di studio, su decisione unanime del Consiglio Direttivo del jazz club estense, è stata assegnata al contrabbassista Stefano Dallaporta, fervido animatore delle serate del Torrione, diplomatosi rispettivamente presso i Conservatori di Ferrara e Adria.

Dopo la fortunata esperienza firmata The Unreal Book ed il prestigioso riconoscimento ottenuto con cui il Jazz Club Ferrara si è rivelato luogo ideale anche per la didattica e la formazione, prende il via quest’anno The Tower Jazz Workshop Orchestra, nuovo capitolo attraverso cui il Torrione intende costruire – passo dopo passo – una vera e propria resident band. Il progetto, realizzato sotto la supervisione di Piero Bittolo Bon e Alfonso Santimone, sarà esposto a breve in occasione della conferenza stampa di presentazione della XVII edizione di Ferrara in Jazz.

(altro…)

A Turku il meglio dei fisarmonicisti internazionali

Kimmo Mattila Renzo Ruggieri 2 Una bella veduta di Tyrku

Siete amanti della fisarmonica? Avete un po’ di tempo… e di soldi a disposizione? Allora non potete perdere l’appuntamento fissato dal 6 all’11 ottobre a Turku, splendida città di circa 200 mila abitanti situata nella regione del Varsinais-Suomi nella Finlandia sud-occidentale, per l’annuale appuntamento con la “Coupe Mondiale” giunta alla 68° edizione.

L’evento, organizzato dalla CIA (Confédération International des Accordeonistes), rappresenta la più prestigiosa competizione internazionale dedicata ai fisarmonicisti “non professionisti”; la prima edizione si svolse nel 1948 e da allora viene organizzata ogni anno in diversi Paesi, dalla Nuova Zelanda al Canada… alla Norvegia. In Italia si è svolta tre volte di cui l’ultima nel 2013 a Spoleto.

La competizione si articola in diverse categorie che includono musica classica, musica “virtuoso” (ove è compreso il jazz), musica d’insieme e da qualche anno anche la categoria per Fisarmonica Digitale nata grazie alla collaborazione tra la CIA e la Roland. Insomma si tratta di una eccezionale vetrina che consente ai migliori giovani fisarmonicisti di tutto il mondo di presentare al pubblico e alla critica la loro musica.

Per saperne di più abbiamo intervistato un amico di “A proposito di jazz”, il fisarmonicista Renzo Ruggieri che, in qualità di didatta, presenta a Turku anche questa volta alcuni suoi allievi.

-Qual è l’effettivo rilievo internazionale di questa manifestazione?
“Ogni anno si svolge questa Coppa in una nazione diversa e ogni Paese opera una accurata selezione per scegliere i giovani da inviare; si tratta di un appuntamento della massima importanza: la Coppa è molto ben strutturata grazie anche alla meritoria attività della CIA (Confédération International des Accordeonistes) che vanta un segretario di grande efficacia e professionalità, Kimmo Mattila, che oltre ad essere un valente musicista è anche un eccellente organizzatore. L’importanza della manifestazione è dimostrata tra l’altro dal fatto che, storicamente, i vincitori hanno poi avuto una rilevante carriera solistica”.

-Puoi spiegarci meglio l’importanza, dal punto di vista prettamente musicale, di Kimmo Mattila?
“Certo. Lui vive in una località che si chiama Ikaalinen dove organizzano un festival internazionale della fisarmonica che può contare un numero davvero smisurato di ascoltatori e dove hanno suonato un po’ tutti. Io ho suonato… Galliano vi ha suonato più volte. In occasione del festival si svolge una trasmissione televisiva in diretta nazionale, tipo ‘Ballando con le stelle’, ma dedicata alla fisarmonica… uno show di valore e di grande successo”.

-Come si colloca la Finlandia nel panorama internazionale per quanto concerne la fisarmonica?
“Frequento la Finlandia da diversi ani ma certo non per questo mi sento un esperto della loro cultura; tuttavia credo di poter egualmente dire qualcosa. La Finlandia è un paese piccolo al cui interno si notano degli elementi particolarmente importanti per la loro modernità e attualità. Nello stesso tempo loro vivono in un modo abbastanza tradizionale. Ecco, tutto ciò si riflette nella musica che da un lato guarda in avanti molto più che in altri Paesi, dall’altro conserva forti legami con la tradizione, con il proprio patrimonio sia folclorico sia classico. Di qui scuole molto innovative: ad Helsinki c’è una delle più importanti università (Sibelius) che include la fisarmonica ma anche una delle prime lauree per la musica etnica”. (altro…)

TALOS FESTIVAL LA MELODIA, LA RICERCA, LA FOLLIA

minafric orchestra foto raffaele puce 1770a

Fanfara di Tirana, Transglobal Underground, Franco D’Andrea, Barry Guy, Maya Homburger, Hosni Niko Zela e Albanian Iso Polyphonic Choir, Louis Sclavis, Michele Rabbia, Funk Off, MinAfrìc Orchestra, Faraualla, Nicola Pisani, Michele Jamil Marzella, Conturband, Francesco Sossio Banda, Pasquale Innarella sono alcuni degli oltre 400 musicisti ospiti del “Talos Festival. La melodia, la ricerca, la follia”, ideato e diretto dal trombettista e compositore Pino Minafra – da noi recentemente intervistato -, che torna a Ruvo di Puglia, in provincia di Bari, da giovedì 1 a domenica 11 ottobre con una “vigilia” mercoledì 30 settembre.

Dopo le oltre 60.000 presenze registrate nelle ultime tre edizioni che hanno segnato il ritorno del festival alla sua dimensione progettuale, il Talos propone anche quest’anno un articolato programma dedicato al fenomeno della banda con quasi trenta concerti, produzioni originali, proiezioni, mostre, masterclass, affermandosi ancora una volta come una delle manifestazioni più apprezzate e conosciute a livello nazionale ed europeo.

Il festival – come ogni anno – è diviso in due sezioni: un’anteprima dal 1 al 7 ottobre e il festival internazionale dall’8 all’11. Mercoledì 30 settembre dalle ore 20 in Parco via Caduti di tutte le guerre appuntamento con La vigilia del Talos a cura del Giovanidee Forum con la proiezione dei documentari “Close to – Gente di Talos” e “Born Free” a cura di Giuseppe Magrone.
Da giovedì 1 a mercoledì 7 ottobre l’anteprima sarà dedicata alle bande che si sono formate all’interno di istituzioni culturali, conservatori, scuole e non solo. Nel corso della settimana di eventi si alterneranno (ore 19 al Palacolombo – ingresso gratuito) Nicola Bucci e l’Associazione Corale Polifonica Rubis Canto con lo spettacolo 25° In… Canto (giovedì 1), la Grande Orchestra di Fiati Giacchino Ligonzo di Conversano (venerdì 2), l’Orchestra Multietnica Ritmo Live del Conservatorio Corelli di Messina e il Cenacolo Brass Ensemble (sabato 3), l’orchestra giovanile Apulia’s Musicainsieme “Città di Ruvo di Puglia” e Francesco Sossio Banda (domenica 4), la Fanfara del 7° Reggimento Bersaglieri (lunedì 5), Bembè Percussion Ensemble e Small Stretch band (martedì 6), Junior Band e Conturband (mercoledì 7). Domenica 4 ottobre dalle 17 nella Pinacoteca di Arte Contemporanea (ex Convento dei Domenicani) dopo l’inaugurazione della mostra fotografica per i cinquanta anni della Ferrotranviaria – Ferrovie del nord barese, esibizione del trombonista Michele Jamil Marzella, che proporrà i brani del suo lavoro discografico d’esordio “La via del possibile”, prodotto dall’etichetta Dodicilune, e della Serd Band.
(altro…)

Pino Minafra: si può rivendicare una propria identità culturale anche attraverso la musica

Pino MInafra dirige

Pino Minafra è personaggio unico nel pur variegato panorama del jazz italiano; trombettista di indubbie qualità, compositore di squisita sensibilità, da anni porta avanti una propria battaglia per evidenziare l’identità culturale di un Sud troppo spesso negletto. Di qui l’organizzazione di un Festival a Ruvo di Puglia – il Talos Jazz Festival – che si caratterizza anche per la particolare attenzione dedicata alla banda, altro fattore culturale cui Minafra dedica particolare attenzione. Quest’anno, però, il Festival sta vivendo momenti particolarmente difficili per la crisi economica che attanaglia tutto il Paese e quindi anche la Puglia. Abbiamo incontrato Pino Minafra a Ruvo di Puglia l’8 settembre scorso e quel che segue è il frutto della nostra chiacchierata.

-Siamo alla vigilia della nuova edizione del Talos Jazz Festival; come si presenta la situazione?
“Malissimo, perché a fine luglio , per un grande problema economico del Comune hanno cancellato tutta la programmazione culturale e, in primis, il Talos. L’assessore, Pasquale De Palo, una persona preziosa – mai avuto un alleato simile in sensibilità e capacità – ha rassegnato le proprie dimissioni e quindi nel giro di pochi giorni sono stato costretto a cancellare tutto un lavoro fatto in un anno. Poi c’è stato un ripensamento da parte di questa amministrazione, che è in pericolo, e quindi ho dovuto riprendere in mano la situazione con pochissimi soldi per non perdere una continuità con il ministero, con la regione, con la Comunità Europea, con Puglia Sounds… il che avrebbe vanificato tutto ciò che abbiamo fatto in questi lunghi anni. Quindi in poco tempo, caratterizzato da precarietà totale – economica, politica, assistenziale – mi sono trovato nella necessità di rimettere su un programma che fosse meritevole di attenzione da parte degli enti cui prima facevo riferimento, che ti lasciano se interrompi la continuità: non è stata di certo impresa facile. Cose mai accadute in vita mia. Certo, le difficoltà si mettono in conto ma uno sconvolgimento di questa portata, francamente, non era ipotizzabile. Però bisogna andare avanti, fare l’impossibile e lo stiamo già facendo”.

Pino Mianfra

-A che punto siete?
“Come ti dicevo se non riusciamo ad andare avanti, il Festival si ferma definitivamente come a dire ventiquattro anni di lavoro buttati per aria…Un laboratorio, un’utopia, uno strumento per rivendicare tutte le potenzialità culturali di un Sud che ha una storia millenaria, che ha delle risorse uniche nel panorama mondiale: in queste zone è nato anche il pensiero occidentale, nel nostro museo Jatta c’è un vaso che risale al quarto secolo avanti Cristo che rappresenta la forza propulsiva, creativa, di una nazione, la Grecia, che è stata leader mondiale per la democrazia… ecco io voglio evidenziare tutto ciò e non posso accettare che questa storia si fermi, non è possibile! Come ti dicevo ho dovuto rifare tutto con un budget quasi inesistente… comunque il programma, almeno sulla carta, adesso c’è…ma le difficoltà rimangono. I passaggi adesso sono i voli, i contratti, gli hotel, i ristoranti, la pubblicità… insomma tutta una macchina che non si è ancora mossa perché stiamo avendo grosse difficoltà anche con interlocutori amici come la Regione… è cambiato l’assessore, è cambiato il presidente della Regione, quindi nuovi interlocutori, nuovi equilibri da instaurare e inoltre il Comune che di solito dava un contributo notevole , sessanta mila euro, quest’anno ne aveva stanziati dieci che adesso sono diventati cinque mila. Tieni altresì presente che dalla Regione ancora nulla arriva di scritto, cosa di cui il Comune ha assoluto bisogno prima di poter stanziare una qualsivoglia somma”.

(altro…)

Episodio 26. Intervista con Saverio Pepe

Cover-Canto-male-il-jazz-Saverio-Pepe-M

Torna il nostro podcast con una bella intervista di Gerlando Gatto con il cantautore materano Saverio Pepe. Il suo ultimo progetto si chiama “Canto male il jazz”. Cosa si cela dietro questo titolo così particolare? Di questo e di altro si parla nel nuovo episodio del podcast di A Proposito di Jazz. Buon ascolot!

(altro…)

Raf Ferrari 4tet 
“Quattro”


©foto di repertorio Daniela Crevena

Raf Ferrari, pianoforte

Vito Stano, violoncello

Guerino Rondolone, basso e contrabbasso 

Claudio Sbrolli, batteria


Francesco Stella, voce narrante

A leggerne notizia prima di ascoltarlo, questo “Quattro”, progetto del pianista Raf Ferrari, sembra anche troppo articolato. Ci si prepara mentalmente a dover essere concentrati per seguirne la trama, la voce narrante, si ipotizza di dover fare un certo sforzo per arrivare alla fine avendone compreso le sfumature, lo svolgimento, l’ intenzione.
E invece all’ Auditorium parco della musica, in una sala Teatro Studio Borgna praticamente piena, quando entra il bravo Francesco Stella, scelto come “alter ego” di Raf Ferrari, si capisce subito che questo sarà uno di quei concept avvincenti, in cui la concentrazione sulla musica è istintiva e non certo solo cerebrale.
“Quattro” è concepito in suite, di cui le prime quattro parti sono dedicate ad ognuno dei componenti del quartetto: “U tiemp” al bassista Guerino Rondolone, “ Microictus” al violoncellista Vito Stano, “E’ “ allo stesso Raf Ferrari ,e “L’ Urlo – la disfatta di Moncalieri” al batterista Claudio Sbrolli .Si parte con “U’ tiemp”, e subito si apprezza il giustapporsi di episodi con spessore sonoro pieno, ricco, ritmico, e altri più tranquilli, quasi onirici in cui è il violoncello a cantare , con un andamento ondeggiante, morbido, lirico. La cura compositiva di Ferrari, ma anche la fantasia improvvisativa del quartetto nel suo insieme emergono durante l’ intero svolgimento delle suite, che sono molto ben congegnate ma non certo freddamente e strategicamente costruite. (altro…)